[Thailandia] Viaggiando in
Thailandia stupisce la forte presenza di transessuali che si notano non solo a Bangkok
o nei posti con vita notturna come Pattaia e Phuket, ma anche nelle
lontane isole meridionali prevalentemente mussulmane. Uomini dai capelli
lunghi e dall’abbigliamento femminile si possono vedere mentre fanno lo
shopping al mercato o lavorano alla reception degli alberghi, oppure come
commessi nei supermercati. Viene spontaneo chiedersi come mai questi
transessuali, o kathoey come vengono chiamati qui, siano così tanti.
La motivazione può trovare spiegazione
nel fatto che la discriminazione sessuale in Thailandia oltre ad essere vietata
in costituzione, come da noi, è scarsamente presente nell’ambito culturale. A differenza dei luoghi a tradizione
cristiana, dove l’affettività delle persone dello stesso sesso era perseguitata
anche con la morte, il buddismo ha sempre tollerato i kathoey. Qui si
usa pure distinguere chi nella coppia ha il ruolo attivo (Gay-King), da quello
che ha il ruolo passivo (Gay-Queen).
Il coming-out
è assente in Thailandia perché fin dalla pubertà ragazzi che mostrano un lato femminile vengono
accettati con meno difficoltà rispetto al resto del mondo. Ma qualche problema
esiste pure qui, talvolta succede che i ragazzi deridano per strada i loro
compagni che mostrano atteggiamenti femminili, chiamandoli in modo sprezzante
“kathoey”. Pregiudizi che derivano sia dall’influsso occidentale che da una credenza
di pochi religiosi buddisti, che sostengono come si diventi kathoey perché
nella vita precedente si sono commessi gravi peccati, e per questo si rinasce
in un corpo sbagliato.
Un istituto scolastico a Chiang May, 600 km a nord di Bangkok, ha dovuto
costruire un bagno separato per i 15 ragazzi del “terzo sesso” presenti nella
scuola, perché si erano creati dei problemi con gli altri studenti. Il preside
dell’istituto ha spiegato che non si tratta di una discriminazione, ma del
riconoscimento di un problema di un gruppo di studenti. Ci sono delle difficoltà anche dal punto di vista lavorativo, in quanto i ladyboys fanno più fatica degli altri a trovare
lavoro.
L’atteggiamento di apertura comunque c'è, ed è stato
dimostrato anche dallo stato che dal 2005 ha tolto il divieto di reclutamento
ai transessuali nei due anni di servizio militare obbligatorio. La compagnia
aerea thailandese PC Hair ha assunto quattro membri transessuali tra il suo
personale ed è sempre più normale vedere in televisione attori e presentatori
kathoey. Particolarmente affascinante è la storia del pugile ladyboy Nong Tum, che ha collezionato negli anni novanta
numerosi trofei, anche dopo che ha cambiato sesso. La sua storia particolare è
stata raccontata nel film “Beautiful
Boxer”.
Certamente la strada per la completa
accettazione dei transessuali è ancora lunga anche in Thailandia, soprattutto
dopo che il successo turistico degli ultimi anni ha aumentato la prostituzione
tra questa categoria, peggiorandone l’immagine nella società, ma questo paese
può essere certamente considerato all’avanguardia nel rispetto della transessualità e nella lotta contro
l’omofobia.
Ai miei piedi una stella |
Lui ha trovato la sua isola felice (spiaggia di Ko Lanta) |
Cosa ci tocca fare per trovare una guesthouse isolata |
Purtroppo questa quasi totale assenza di discriminazione si è trasformata in una merce pregiata per il turismo sessuale nella bellissima Thailandia. Sicuramente sono molto più aperti di noi che ancora abbiamo problemi ad accettare questo Terzo Sesso senza associarlo alla prostituzione.
RispondiEliminafantastico se in thaillandia è pieno di trans ci vado subito
RispondiEliminaCaro amico, o amica, l'importante è che tu parta, che tu ci vada...e quando sarai lì non aver paura di guardare tutto quello che ti colpisce, anche i trans, che poi son persone come te e come me, che probabilmente vorrebbero vivere la loro vita senza troppi occhi addosso..buon viaggio
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