giovedì 27 dicembre 2012

Etnie a Bhuj e meditazione Vipassanà


[India]  Il Kachchh, il “selvaggio west dell’India”, è un vero e proprio fenomeno geografico. I due deserti, Little Rann e Great Rann, durante la stagione secca sono vaste distese di fango secco e indurito che, con l’inizio dei monsoni, vengono inondate prima dall’acqua del mare e poi da quella dei fiumi. La salinità rende quasi del tutto sterili queste basse paludi e la vegetazione cresce solo in certe zone situate sopra i fanghi salini dove cresce un’erba ruvida di cui si ciba la fauna selvatica.

Bhuj è il capoluogo del Kachchh dove si possono visitare l’antico e nuovo palazzo del maraja, il Kutch Museum e nei dintorni lo straordinario mosaico di gruppi tribali e sottocaste, che producono un artigianato tra i più belli dell’India, in modo particolare tessuti che scintillano di squisiti ricami e oggetti con specchietti incastonati. Il curatore del museo Aina Mahal di Bhuj ci organizza un giro in risciò nei villaggi desertici di etnia jat, ahir, harijan e nomadi rabari. Ci chiede 1600 rupie, la metà di quanto ci chiedeva l’albergo, ma dobbiamo accontentarci di un risciò. Per entrare nei villaggi ci vuole un permesso della polizia che viene rilasciato in pochi minuti, pagando 100 rupie a testa.

Quasi tutte le case dei villaggi sono state ricostruite in mattoni e cemento dopo lo spaventoso terremoto del 2001 che ha causato 30.000 morti, hanno comunque mantenuto la loro caratteristica forma circolare e le decorazioni con minuscoli specchietti. Alcuni uomini portano il caratteristico vestito bianco e il turbante, ma sono le donne a sfoggiare i vestiti e i gioielli più belli. Sorridono, ed evitano con destrezza la macchia fotografica. Interessante il lavoro dei carbonai, con metodi sostanzialmente uguali a quelli che adottavamo noi fino al secolo scorso.

La tecnica di meditazione: Vipassanà
In risciò con noi viene Felipe, un ingegnere e fotografo messicano appassionato di Vipassanà, una tecnica di meditazione che ci ha incuriosito e di cui conosciamo quasi tutto, dopo una giornata con lui. Per fare un training di questo tipo di meditazione si passano 10 giorni in uno dei 100 centri sparsi per il mondo (uno è in Italia, vicino a Firenze), durante i quali non si ha nessun contatto con l’esterno e si rimane sempre in silenzio, le uniche parole concesse sono quelle strettamente necessarie. Gli uomini e le donne sono divisi. Praticamente tutta la giornata è dedicata alla meditazione. Il vitto, l’alloggio e il training sono gratuiti, ma alla fine dei dieci giorni è gradita una libera offerta.

Felipe dice che la sua vita è cambiata moltissimo da quando ha cominciato questa meditazione, prima si arrabbiava spesso al lavoro, soprattutto con i suoi dipendenti, ora non capita più e inoltre si sente molto più felice di prima.

Wowwww!!! Andiamoci tuttiiiiiii!!

Le donne sfoggiano bei vestiti e gioielli, nelle braccia tanti bracciali da sembrare l'omino Michelin
Le bambine hanno le orecchie piene di orecchini
Le case dei villaggi sono state ricostruite quasi tutte in mattoni e cemento dopo il terremoto del 2001
Il lavoro dei carbonai come si faceva da noi fino al secolo scorso

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