sabato 8 giugno 2013

La città bianca di Gerusalemme

Gerusalemme è uno dei luoghi più interessanti al mondo e il fascino della città vecchia lascia senza parole chiunque si addentri per le sue vie cariche di storia, fede e cultura. La città è sacra per l'ebraismo, il cristianesimo e l'islam, ed è piena di simboli universali come la Cupola della Roccia, il Muro Occidentale e il Santo Sepolcro. Anche i non credenti difficilmente rimangono indifferenti al fascino di questo piccolo gioiello architettonico.

Ieri...

Dopo una bella dormita facciamo colazione sulla terrazza dell’Hashimi hotel, considerata uno dei punti di vista più belli della città. Mentre mangiamo suonano le campane del quartiere cristiano: da quanto tempo non le sentivamo! All’Hashimi siamo venuti anche nel 2010, quando abbiamo girato in bicicletta tra Israele e Palestina per 21 giorni. Le biciclette, comprate a Tel Aviv, le abbiamo rivendute proprio ai proprietari mussulmani di questo albergo, prima di ripartire per l’Italia. Si sono ricordati subito di noi, la divertente contrattazione sul prezzo durò parecchi giorni e alla fine le abbiamo barattate per tre notti d’albergo. Ci dicono che le nostre bici sono ora nella casa della loro famiglia a Gerico, ci invitano ad andare lì a bere un tè e ad usarle gratuitamente.

E' venerdì, l’ultimo giorno della settimana in cui è possibile fare una visita al Saint John Eye Hospital di Gerusalemme, un ospedale che si occupa solo delle malattie agli occhi. Lo avevamo contattato ancora in Indonesia via mail, non abbiamo appuntamento, ma andiamo lo stesso. Siamo fortunati, nel giro di un’ora facciamo la visita con lo specialista della retina. Dice che la “saldatura” con il laser è stato fatta bene e probabilmente non ci sono problemi di pressione alta all’occhio. Un grande sollievo. Dobbiamo tornare tra dieci giorni per il controllo. Costo 60 €. 
Andiamo nella città vecchia e facciamo un giro per le vie che conducono verso il Muro del Pianto fermandoci a visitare la fantastica terrazza dell’ostello austriaco, per uno sguardo ravvicinato sulle cupole. Proseguiamo verso la porta dei Leoni, vicina al punto in cui parte la Via Dolorosa e girando a sinistra seguiamo le indicazioni per la passeggiata sulle mura. Dei ragazzini che stanno giocando al pallone ci accompagnano ad un ingresso abusivo dove si può iniziare la camminata senza pagare il biglietto. La vista dei quartieri dalle mura è proprio interessante, mentre in lontananza  si vede un altro muro famoso, quello tra Israele e Palestina, alto ben 9 metri.
Cerchiamo di prelevare dei soldi con il bancomat, i primi che troviamo sono nei pressi della porta di Jaffa, adiacenti ai cambiavalute. Proviamo a prelevare ma il massimo di valuta locale che si può ottenere è solo di 300 NIS (circa 60 euro), pochissimi. Molto probabilmente questi bancomat sono degli specchietti per le allodole, i turisti per non prelevare così poco, alla fine cambiano il contante. Andiamo verso Gerusalemme ovest dove troviamo una serie di banche con sportelli che permettono prelievi più consistenti. E' quasi sera, inizia lo Shabbat ebraico e questa parte della città è deserta, tutto chiuso, anche il nuovo tram non circolerà fino a domani sera. Se hai fame o sete te la tieni, o vai nel quartiere mussulmano della città vecchia, come facciamo noi.
Seguiamo i numerosi ebrei ultraortodossi che stanno andando verso il Muro del Pianto (Muro Occidentale), sotto la Cupola della Roccia. Sono ridicoli con i loro strani cappelli, i "pantaloni alla zuava” e le calze bianche, mentre a testa bassa passano in mezzo alle persone, quasi correndo, come se avessero una fretta esagerata. Ai lati delle vie donne e uomini mussulmani vendono la loro mercanzia in bassi banchetti improvvisati; vicino, dei giovanissimi soldati israeliani armati fino ai denti controllano che questo luogo da sempre conteso non s’infiammi all’improvviso.

Lungo le vie di Gerusalemme
La terrazza dell'ostello austriaco
Le bianche mura della città
Donne vendono foglie di vite che servono a preparare un piatto tipico 
Foto ricordo: il proprietario dell'Hashimi che ha comprato le nostre bici

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