domenica 14 luglio 2013

I costi di Israele e della Palestina

Abbiamo trascorso 37 giorni tra Israele e Palestina spendendo 1500 euro in due.
Sono circa 20 € a testa al giorno, tutto compreso.

E’ una spesa contenuta, tenendo conto che i costi di Israele sono a livello europeo e quelli della Cisgiordania sono solo leggermente inferiori. Certamente avere un appartamento in affitto per poco più di 300 euro al mese, dove potevamo farci da mangiare, ha abbassato i costi.

Cambio 1€ = 4,7 shekel; 1$=3,6 shekel (NIS = New Israel Shekel)

A Gerusalemme è quasi impossibile trovare una camera doppia per meno di 250 shekel. Scendendo a 200 shekel si può avere una doppia senza bagno. Per un posto in dormitorio, negli ostelli intorno alla porta di Damasco, si spendono 70 shekel a testa. 

Noi pernottiamo sempre all’Hashimi Hotel, vicino alla porta di Damasco, in pieno suk arabo (entrando nella città da questa porta, dopo 100 m si tiene la destra e si prosegue per 200 metri, al n° 73 di Suq Khan al-Zeit, è citato anche nella Lonely Planet). Dalla sua terrazza si ha una vista stupenda su tutta la città vecchia. L’ abbondante colazione a buffet permette di tirare avanti fino a sera. Ha due tipi di camere doppie, entrambe con bagno: la più economica a 250 shekel, le altre a 300 shekel. C’è wi-fi e aria condizionata. Lo consigliamo vivamente: www.hashimihotel.com.

Sia nella Città Vecchia di Gerusalemme che nella parte nuova (Gerusalemme Est), ci si muove facilmente a piedi. Volendo a Gerusalemme Est si possono prendere degli autobus, o il nuovo tram, con biglietti che costano 6,6 shekel.

Il cibo costa. La frutta e la verdura hanno prezzi anche superiori a quelli italiani se presi lungo le vie turistiche. Un’idea è quella di uscire dalla porta di Damasco, salire le scale e tenersi sulla sinistra del caseggiato che si ha di fronte. Lì ci sono piccoli ristornati arabi  che fanno bei panini con falafel a prezzi contenuti (2 euro). Proseguendo si possono trovare diversi negozi di frutta più economici.

La maggior parte dei luoghi interessanti di Gerusalemme sono gratuiti. Tra i siti a pagamento, meritano: la camminata sopra le mura partendo dalla porta di Jaffa (18 shekel), la visita all’Israel Museum (45 shekel) e la visita alla sinagoga italiana (10 shekel). Tra quelli gratuiti non perdersi la visita durante le preghiere alla cattedrale ortodossa di San Giacomo a Gerusalemme e l’assurda visita alla Tomba di Rachele, partendo dal Check Pount 300, sulla strada per Betlemme.

Per andare a Betlemme si può prendere l’autobus arabo n° 24 dalla porta di Damasco fino al check point 300 (5,2 shekel) e poi un taxi per i rimanenti 3 km fino alla Chiesa della Natività (massimo 15 shekel per tutto il taxi). Per muoversi in  Cisgiordania non ci sono autobus ma dei pulmini da 13 posti che vanno ovunque, da Betlemme per esempio si può andare a Gerico per 20 shekel a testa o a Hebron per 9 shekel.

Hebron, Betlemme, Ramallah, Gerico, Mar Morto e Tel Aviv, sono destinazioni che si possono visitare tranquillamente in giornata facendo base a Gerusalemme o Betlemme. Mentre le zone a nord di Israele e quelle a nord della Cisgiordania meritano un pernottamento. A Jenin consigliamo l’ostello Cinema Jenin (in centro, vicino all’omonimo cinema), con dormitori al costo di 75 shekel e camere doppie con bagno a 250 shekel. A Nablus, città molto bella e interessante, si trova l’International Friends Guest House Hostel: www.guesthouse.ps. Anche l’Hotel Al-Yasmeen in piena città vecchia è molto bello, ma ha costi più alti: www.alyasmeen.com

In Israele ci si può muovere con gli autobus a lunga percorrenza. Dalla stazione centrale degli autobus si arriva in qualsiasi parte dello stato in due ore e mezza al massimo. Per esempio, per andare a Tel Aviv il viaggio dura meno di un’ora e costa 18 shekel, mentre per andare ad Haifa si impiegano 2,5 ore e si pagano 42 shekel. Per chi volesse organizzarsi un viaggio alleghiamo la tabella con le destinazioni, i costi e i tempi.
Telefono:   telefonare da Israele in Italia è costoso. Conviene comprare una SIM della Orange, che funziona bene anche in Cisgiordania, e con 100 shekel si hanno 3Gb di traffico internet da consumare entro un mese. In questo modo si può parlare in skipe.

Voli: guardando il solito motore di ricerca per voli aerei, Skyscanner, si vede che i voli più economici sono quelli con la compagnia Meridiana da Milano: circa 300 € per andata e ritorno.

Così, dormendo in dormitorio ed evitando i ristoranti, il viaggio di una settimana in Israele, partendo da Milano, può costare meno di 600 euro, tutto compreso. 800 euro per due settimane (si è calcolata una spesa di circa 30 euro al giorno per dormire, mangiare e muoversi).

Qui ci sono tutti i mezzi per arrivare all'aeroporto Ben Gurion da Gerusalemme, noi abbiamo utilizzato l'autobus perché costava meno. 
Questi sono gli autobus che arrivano a Gerusalemme da qualsiasi città di Israele. Si ingrandisca l'immagine per vedere i tempi e i costi
Questi sono invece gli autobus che partono da Gerusalemme e vanno verso le altre città di Israele. Si ingrandisca l'immagine per leggere.

sabato 13 luglio 2013

Saluti alla Terra Santa

Lasciamo la Terra Santa dopo 5 settimane. Siamo stati qualche giorno a Gerusalemme, al fantastico Hashimi hotel, con la sua terrazza che domina la città vecchia, poi un mese a Betlemme, in un appartamento con giardino dove l’uva maturava copiosa in pieno giugno: più ne mangiavamo, più ne trovavamo. Mai una nuvola, cielo azzurro, caldo secco di giorno e fresco di notte.

Nei pomeriggi liberi siamo sempre andati da qualche parte: spesso a Gerusalemme, oppure a Gerico, Hebron, campo profughi di Aida, Tomba di Rachele, Campo dei Pastori. Poi in giornata al Monastero di San Giorgio, Mar Morto, Tel Aviv, Ramallah, Nablus, Jenin. Posti biblici, posti mitici. Abbiamo scoperto che alcune città palestinesi sono molto belle, ma non è scritto da nessuna parte.

Salutiamo le vie della Città Vecchia di Gerusalemme, le mille chiese, le tante moschee. Salutiamo i canti gregoriani della chiesa ortodossa di San Giacomo e quelli cristiani del Santo Sepolcro. Salutiamo l’urlo del muezzin alle quattro di mattina e i suoni delle campane alle otto. Salutiamo il silenzio della preghiera e il vocio dei mercati. I panini con le falafel e l’humus dei ristoranti di fronte alla porta di Damasco. Salutiamo gli ultraortodossi con le loro lunghe basette arricciate, il passo svelto e lo sguardo sempre rivolto verso il basso. 

Salutiamo i nostri amici palestinesi che ci hanno coccolato e invitato a prendere il thé, oppure a cenare su terrazze che dominano la Terra Promessa, giù fino al Mar Morto ed oltre, sulle montagne della Giordania. Tramonti da cartolina, che ci gustavamo mentre tornavamo a casa a piedi dopo aver attraversato il Muro, con la spesa tra le mani e un’anguria sulle spalle.

Salutiamo le suore della casa di riposo San Antonio, tra cui la fantastica Suor Caterina, di origine giordana, che da 15 anni arriva ogni giorno in cucina alle 5 di mattina e vi rimane fino a sera. Un abbraccio a Suor Immacolata, che malgrado i suoi problemi di salute trova la forza di dispensare parole sagge per tutti, ogni suo discorso diventa un sermone.

Salutiamo le suore del Caritas Baby Hospital, i bambini ricoverati che strappano il cuore, le loro mamme col velo che li assistono in silenzio, il Muro che incombe sull’unico ospedale pediatrico della Palestina. Salutiamo in particolare Suor Gemmalisa, che vende i fantastici ricami fatti dalle donne palestinesi, in modo che possano guadagnarsi qualcosa e mandare avanti la famiglia. Lei, ci ha poi accompagnato a pregare lungo il Muro. Una sfida, una speranza.

Salutiamo anche le suore sudamericane dell’istituto del Verbo Incarnato, dove sono ospitati decine di bambini con grossi handicap fisici e mentali. La loro dedizione, la loro pazienza, il loro amore verso quelle creature è esemplare. Ci ricorderemo sempre le passeggiate pomeridiane verso il Campo dei Pastori, oppure verso la Basilica della Natività: una carovana di carrozzelle, stampelle e tutori che si muoveva allegra e sconnessa tra i turisti.

Un saluto particolare lo dedichiamo ai giovani soldati e alle soldatesse israeliane che sanno distribuire angosce e paure, talvolta con un sorriso peggiorativo. Ragazzi che dovrebbero pensare a studiare, a sognare, ad amare, vengono invece mandati a umiliare e a denigrare. 
Una gioventù  a cui auguriamo di imparare un giorno che gli uomini sono veramente tutti uguali, con gli stessi sogni, le stesse speranze, il desiderio di una vita dignitosa e tanta voglia di vivere in pace.
 
La mia cara Suor Caterina
La Porta di Damasco nel 1890