venerdì 12 luglio 2013

In partenza dall’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv

Siamo passati sotto le forche caudine dei poliziotti all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv ed ora siamo al Gate n°17 in attesa di imbarcarci. La dogana israeliana è sicuramente la più stressante al mondo: possono perquisirti, denudarti, aprirti lo zaino e sistemare tutti le tue carte di credito sul tavolo, possono interrogarti senza limiti di tempo anche se hai un aereo in partenza. Possono ignorarti.

Da pochi mesi inoltre il governo ha approvato una norma in cui i poliziotti di frontiera sono autorizzati a farti aprire sia la posta elettronica che facebook e controllare i tuoi contatti e le tue amicizie. Se hai dato l'amicizia a qualche gruppo o a qualche associazione dove compaia il nome "Palestina" è bene toglierlo temporaneamente. A chi si rifiuta di collaborare può essere negato l’ingresso nel paese, oppure la partenza. L’ambasciata italiana non può fare niente per il malcapitato.

Tutto questo serve a scovare persone indesiderate, attivisti o volontari che si recano in Palestina per i più svariati motivi. Non si finisce in galera, a meno che non si sia combinato qualcosa di grave, ma si riceve il timbro di persona indesiderata, con il divieto di rimettere piede in Israele. Quando si entra nel paese non bisogna mai dire che si ha intenzione di andare in Palestina e quando si esce non bisogna dire di esserci stati.

Noi eravamo quasi certi di essere segnalati. Il 29 giugno, durante la passeggiata verso il monastero di San Giorgio, siamo stati fermati in pieno deserto da militari israeliani che ci hanno visto fotografare delle colonie. Ci chiediamo ancora da dove siano sbucati: non c’era nessuno in giro per chilometri e chilometri. Ci hanno chiesto i passaporti e ci hanno segnalato via radio alla centrale.

Il giorno dopo, quando abbiamo visto un picco di visualizzazioni da Israele sul blog e sul sito della nostra mostra sul Muro, abbiamo deciso che eravamo già nella lista nera degli indesiderati e che all’aeroporto ci avrebbero controllato anche nelle mutande. Le due settimane successive sono state stressanti: dovevamo cancellare tutte le possibili “tracce palestinesi” sul computer e caricare online tutte le foto che in qualche modo potevano essere interpretate male.

Le suore, carine, a cui avevamo raccontato il fatto, hanno detto che avrebbero pregato per noi e acceso una candela il giorno della nostra partenza. All’aeroporto siamo arrivati con quattro ore di anticipo, in modo da riuscire a prendere l’aereo. Mentre eravamo ancora in fila una giovane soldatessa in borghese ci guarda i passaporti e controlla minuziosamente i visti, ci chiede se abbiamo una pistola e quante volte siamo stati in Iran e in Turkmenistan, poi ci fa cenno di aspettare mentre si allontana con i nostri documenti. Eravamo così sicuri che al ritorno ci avrebbe detto “venite con me”, che quando ha esclamato “potete andare”, non riuscivamo nemmeno a muoverci, pensando di aver capito male. Hanno perquisito invece diversi componenti di un gruppo turistico tedesco che veniva subito dopo di noi, aprendo completamente i loro bagagli.

Ora siamo qui ad aspettare l’imbarco, ancora increduli per la facilità con cui ci hanno fatto passare e sentendoci un po’ stupidi per la preoccupazione di tutti questi giorni. Avevamo paura che ci sequestrassero i computer con tutte le foto di un anno. Forse le preghiere delle suore son proprio servite e probabilmente sono andate anche oltre, visto che avevamo dimenticato la custodia del computer sull’autobus che ci ha portato all’aeroporto e, ritornati sul punto dove siamo arrivati, venti minuti dopo, l’autobus era ancora lì, fermo, con la custodia sul sedile… appena scesi è ripartito! Siamo rimasti senza parole.

Come salvare le foto online
Il problema di chi viaggia è quello di non perdere le foto fatte. Oltre a salvarle su più supporti (penne Usb, Hard Disk, ecc.) c'è anche la possibilità di caricarle su quelche sito online e poi scaricarle da casa (oppure lo fa da casa qualcuno per voi). Lo spazio purtoppo è limitato. Noi abbiamo usato questo sitema per alcune foto e video fatti in Israele e Palestina.

Indichiamo due di questi siti gratuiti.
- molti usano dropbox  -  https://www.dropbox.com/
- noi abbiamo utilizzato msn di Microsoft  -  http://it.msn.com/
ci si registra e oltre alla mail si ha il servizio SkyDrive che permette di caricare gratuitamente ben 6 Gb di dati.

"Do you have a gun?"
Francobollo tedesco

Arrivederci Palestina

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