lunedì 4 marzo 2013

Thailandia, il paese dove i transessuali sono rispettati

[Thailandia]  Viaggiando in Thailandia stupisce la forte presenza di transessuali che si notano non solo a Bangkok o nei posti con vita notturna come Pattaia e Phuket, ma anche nelle lontane isole meridionali prevalentemente mussulmane. Uomini dai capelli lunghi e dall’abbigliamento femminile si possono vedere mentre fanno lo shopping al mercato o lavorano alla reception degli alberghi, oppure come commessi nei supermercati. Viene spontaneo chiedersi come mai questi transessuali, o kathoey come vengono chiamati qui, siano così tanti.

La motivazione può trovare spiegazione nel fatto che la discriminazione sessuale in Thailandia oltre ad essere vietata in costituzione, come da noi, è scarsamente presente nell’ambito culturale. A differenza dei luoghi a tradizione cristiana, dove l’affettività delle persone dello stesso sesso era perseguitata anche con la morte, il buddismo ha sempre tollerato i kathoey. Qui si usa pure distinguere chi nella coppia ha il ruolo attivo (Gay-King), da quello che ha il ruolo passivo (Gay-Queen).

Il coming-out è assente in Thailandia perché fin dalla pubertà ragazzi che mostrano un lato femminile vengono accettati con meno difficoltà rispetto al resto del mondo. Ma qualche problema esiste pure qui, talvolta succede che i ragazzi deridano per strada i loro compagni che mostrano atteggiamenti femminili, chiamandoli in modo sprezzante “kathoey”. Pregiudizi che derivano sia dall’influsso occidentale che da una credenza di pochi religiosi buddisti, che sostengono come si diventi kathoey perché nella vita precedente si sono commessi gravi peccati, e per questo si rinasce in un corpo sbagliato.

Un istituto scolastico a Chiang May, 600 km a nord di Bangkok, ha dovuto costruire un bagno separato per i 15 ragazzi del “terzo sesso” presenti nella scuola, perché si erano creati dei problemi con gli altri studenti. Il preside dell’istituto ha spiegato che non si tratta di una discriminazione, ma del riconoscimento di un problema di un gruppo di studenti. Ci sono delle difficoltà anche dal punto di vista lavorativo, in quanto i ladyboys fanno più fatica degli altri a trovare lavoro.

L’atteggiamento di apertura comunque c'è, ed è stato dimostrato anche dallo stato che dal 2005 ha tolto il divieto di reclutamento ai transessuali nei due anni di servizio militare obbligatorio. La compagnia aerea thailandese PC Hair ha assunto quattro membri transessuali tra il suo personale ed è sempre più normale vedere in televisione attori e presentatori kathoey. Particolarmente affascinante è la storia del pugile ladyboy Nong Tum,  che ha collezionato negli anni novanta numerosi trofei, anche dopo che ha cambiato sesso. La sua storia particolare è stata raccontata nel film “Beautiful Boxer”.

Certamente la strada per la completa accettazione dei transessuali è ancora lunga anche in Thailandia, soprattutto dopo che il successo turistico degli ultimi anni ha aumentato la prostituzione tra questa categoria, peggiorandone l’immagine nella società, ma questo paese può essere certamente considerato all’avanguardia nel rispetto della transessualità e nella lotta contro l’omofobia.

Ai miei piedi una stella
 Lui ha trovato la sua isola felice (spiaggia di Ko Lanta)
Cosa ci tocca fare per trovare una guesthouse isolata

3 commenti:

  1. Purtroppo questa quasi totale assenza di discriminazione si è trasformata in una merce pregiata per il turismo sessuale nella bellissima Thailandia. Sicuramente sono molto più aperti di noi che ancora abbiamo problemi ad accettare questo Terzo Sesso senza associarlo alla prostituzione.

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  2. fantastico se in thaillandia è pieno di trans ci vado subito

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  3. Caro amico, o amica, l'importante è che tu parta, che tu ci vada...e quando sarai lì non aver paura di guardare tutto quello che ti colpisce, anche i trans, che poi son persone come te e come me, che probabilmente vorrebbero vivere la loro vita senza troppi occhi addosso..buon viaggio

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