[Malesia] Kuala Lumpur non si può certo definire
una bella città, ma è sicuramente una delle più interessanti del sudest
asiatico. Gli enormi grattacieli di vetro, tra cui spiccano le famose Petronas
Towers, disegnano un bel skyline, ma non mancano nelle parti più vecchie della
città dei quartieri in cui resistono colorate strutture coloniali che ben si
accompagnano alla massa di cemento che le sovrasta. Il quartiere indiano e
quello cinese offrono poi quel tocco di calore e umanità che nessun centro finanziario
o commerciale potrebbero dare, soprattutto dopo le otto di sera.
Girare in città è comodo ed economico,
i taxi chiedono solo una decina di ringgit (2,5 euro) per la maggioranza delle
mete turistiche centrali e ci sono una serie autobus e treni “volanti”
(skytrain) che si muovono a raggiera con l’efficienza di una metropolitana. Noi
abbiamo usato molto i nostri piedi, ma anche gli autobus gratuiti e con l’aria
condizionata della GoKL, che effettuano dei percorsi circolari collegando il
quartiere cinese, dove avevamo l’albergo, alle parti più moderne ed i musei.
Prima tappa le Petronas Towers, due
torri gemelle di vetro ed acciaio alte 452 metri, costruite alla fine degli
anni novanta, diventate il simbolo della città e di tutta la Malesia. Sono
veramente molto belle, soprattutto se viste dai giardini tropicali sottostanti
dove la gente passeggia e fa jogging attorniata dalle geometrie avveniristiche
dei grattacieli circostanti. Tentiamo di salire al ponte che collega le due
torri, posto a meno di metà altezza, ma chiedono l’esagerata somma di 80
ringgit (21 euro) e ci rifiutiamo, anche perché la città può essere vista molto
meglio dalla Menara KL Tower che permette di salire cento metri più in alto a
metà prezzo.
Siamo molto attirati invece dai
concerti di musica classica che si tengono ogni fine settimana in una apposita
sala sotto le due torri e il cui biglietto meno costoso ha la cifra accettabile
di 50 ringgit (13 euro). Questo fine settimana il programma comprende musiche
di Haydin, Brahms e il Don Chisciotte di Strauss. Siamo a digiuno di “classica”
da così tanto tempo che non esitiamo ad andarci, peccato che ci sia tanto di
cartello con scritto che non sono accettati sandali, scarpe da ginnastica e
maglie senza colletto! E noi come facciamo, visto che abbiamo solo quelli?
Tentiamo di spiegare all’impiegato che con sandali e scarpe da ginnastica si
può entrare nei più grandi templi della musica classica del mondo: Metropolitan
di New York, Operà di Parigi, La Scala di Milano, la Fenice a Venezia; perché
non qui? Niente da fare, mi alza le sue scarpe e mi dice che devono essere come
le sue, gli chiedo se me le presta, sorride, non ha capito che parlo
seriamente. Delusi, rinunciamo.
Dalle Petronas passiamo al Pavillion,
un mega centro commerciale con video in tutti gli angoli delle strade dove si
pubblicizza, tra l’altro, il concerto di Andrea Bocelli che si terrà allo
stadio il 5 maggio. La strada è cosparsa dei negozi di moda più famosi: Prada,
Gucci, Armani, ecc. ecc. Dentro l’aria condizionata è al massimo, ci sono
sfilate di moda e tanti banchetti con gadget della formula uno in vendita,
visto che proprio in questo fine settimana si tiene a Sepang, una settantina di
km più a sud di Kuala Lumpur, il gran premio di Formula Uno.
Per mangiare andiamo alla fine sempre
al nostro ristorante indiano preferito, il Sangeetha, nel quartiere indiano,
dove si spende poco e si mangia benissimo e tra gente locale. Abbiamo provato
una sera a cambiare, entrando in un più costoso ristorante vicino al nostro
albergo, ma mentre guardavamo il menù, una grossa pantegana ha attraversato la sala facendoci cambiare subito
idea anche se a dire la verità le altre persone che mangiavano nei tavoli
vicini non si sono proprio scomposte.
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Le Petronas Towers alte 452 metri |
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La gente passeggia e fa jogging sui giardini attorniati da alti grattacieli |
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Lo skytrain passa proprio sopra la strada |
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L'interno del Pavilion piani di negozi e...una sfilata di moda |
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