[Malesia] Georgetown è una meraviglia, un
concentrato di culture che non può lasciare indifferenti. Questa piccola città malese rende l’ex isola coloniale
di Penang una delle più interessanti dell’Asia, insieme alle più famose Singapore,
Hong Kong e Macao. Nata verso la fine del 1700 per opera di un capitano della Compagnia
delle Indie Orientali, è più antica di Singapore e un ottimo posto per
osservare le vestigia dell’epoca coloniale.
Il centro storico, lambito da enormi
grattacieli, si gira tranquillamente a piedi. Le basse case hanno il primo
piano quasi sempre riservato a botteghe di artigiani e piccoli negozi che
offrono qualsiasi cosa. Quelli che vendono il tè sono particolarmente carini e
spiccano per la loro eleganza. Bellissime le guest house ricavate sulle vecchie
case, con le lanterne cinesi all’ingresso. Noi invece siamo alla Star Lodge, in
Lebuh Murtri, senza lanterne, ma con i due anziani proprietari cinesi che sono
una vera macchietta.
Particolarmente bella la dimora
storica Cheong Fatt Tze Manison, costruita alla fine del 1800 da un ricco
mercante cinese, chiamato il “Rockefeller d’Oriente” per le sue ricchezze. E’
stata annoverata dalla Lonely Planet tra le 10 dimore storiche più belle al
mondo. Si può visitarne solo una parte, perché dopo la ristrutturazione è stata
adibita a boutique hotel. Nell’elenco delle dieci dimore, come scritto in un
articolo all’ingresso dell’edificio, c’è anche una dimora italiana: Villa
d’Este.
Altro palazzo che ci ha affascinato è
l’Estern e Oriental Hotel, un vecchio albergo di lusso ben ristrutturato. Negli
anni ’20 era considerato l’albergo più lussuoso di tutto l’oriente. E’ stato
simpatico essere accompagnati nella hall da un portinaio vestito con
pantaloncini corti, calze al ginocchio e cappello marrone a falda larga in
stile (anche lui) coloniale. L’albergo, oltre ad aver ospitato personaggi come
Herman Hesse, Charlie Chaplin e Rita Hayworth, è stato scelto anche dal nostro
Tiziano Terzani, come ha scritto lui stesso in “Un indovino mi disse”.
Forse, quello che più ci ha colpito
della città, è stata la sua offerta culinaria. Tra i negozi di chiromanti, il
fumo azzurro dei bastoncini d’incenso e l’opera cinese, c’è anche la fantastica
cucina indiana, quella cinese e quella malese, ognuna nel rispettivo quartiere.
Particolarmente buoni i Murtabak, delle specie di piadine ripiene di carne e
cipolle tritate, pesce, oppure vegetali. Si trovano da Hameediyh in Lebuh Campbell,
una delle vie principali.
In questa città abbiamo anche ritrovato
dei barboni che chiedono l’elemosina o dormono sotto i portici. Ce ne eravamo
dimenticati, in Birmania e Thailandia sono quasi inesistenti. Una di queste
homeless, con grossi problemi mentali, ha la sua dimora di cartoni proprio
sotto la finestra della nostra camera, si lamenta e urla tutta la notte per
chissà quale disperazione. Tra lei e il canto del muezzin c’è un vero concerto
ogni notte. Ma il culmine si è raggiunto quando ha dato fuoco ai cartoni e alle
immondizie che aveva intorno, Abbiamo chiamato la polizia che ha spento il fuoco … ma per
fortuna la poverina è ancora lì, nel suo posticino, a ricordarci che non tutti
sono fortunati nella vita.
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La dimora storica Cheong Fatt Tze, una delle residenze più belle al mondo |
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La hall dell'Estern e Oriental Hotel |
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Una delle vie della città vecchia di Georgetown |
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Particolare della Cheong Fatt Tzeme con portantine d'epoca |
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