[Malesia] Continuiamo a girare per la bella Georgetown
e ad abbuffarci dei fantastici pancake alla banana, simili a quelli di Kao San
Road a Bangkok, che qui chiamano Roti
Pissang. Il posto migliore dove li fanno è il ristorante Kassim Mustafa,
nella Little India, vicinissimo al più famoso Kaptain, dove abbiamo mangiato
spesso. E chi ha più voglia di andarsene da questa città dichiarata Patrimonio
dell’Umanità e dove si mangia così bene?
Qui il cibo da strada, il food street,
è il migliore di tutta la Malesia. La sera le vie del quartiere cinese si
riempiono di bancarelle dove si può veramente mangiare di tutto, seduti su
lunghissimi tavoli comuni, gomito a gomito con cinesi, indiani, mussulmani e
turisti.
Prendiamo l’autobus 204 che ci porta alla
base della Penang Hill, dove una costosa cabinovia (30 RM a testa = 8 €) ci fa salire a 800 m per godere dall’alto
della vista della città e del porto. Non ci troviamo niente di speciale, si
poteva evitare. Avevamo trovato più interessante la salita al 60° piano del
Komtar, un grattacielo nei pressi del centro commerciale omonimo che ti permette
di vedere i tetti della città vecchia, dall’alto dei suoi 240 metri, per soli 5
RM.
Un chilometro prima della funivia per
la salita alla Penang Hill si trova invece l’impressionante Tempio buddhista
della Beatitudine Suprema, chiamato Kok
Lok Si Temple. E’ il più grande del paese e fa parte dell’iconografia
nazionale quanto le Petronas Towers e l’orango. Per visitarlo si salgono
diverse terrazze con giardini fioriti e una vasca contenente centinaia di
tartarughe gigantesche. Nella parte più alta c’è una torre di moti piani dalla
quale si gode una favolosa vista del complesso. Probabilmente anche in Malesia
le concessioni edilizie vengono date a caso, visto che il complesso religioso è
attorniato da pessimi condomini arrugginiti.
Poco a sud della città vecchia si
trova invece un bel Buddha disteso di 33 metri, ne abbiamo visti così tanti
ormai che ci facciamo poco caso, ma sono interessanti le migliaia di urne cinerarie,
tutte di forma diversa, che si trovano alla base del Buddha. Nella stessa
stanza ci sono diverse macchinette per predire il futuro, di chiara derivazione
cinese, un’ulteriore conferma di come si
siano ormai compenetrate le varie culture in questa città. Basta mettere una
monetina e una serie di led s’illuminano casualmente e ripetutamente, finché ne
rimane uno solo in corrispondenza ad un numero. In una cassettina laterale, ad
ogni numero corrisponde un fogliettino in varie lingue con scritto il proprio
destino. Entrambi abbiamo messo la monetina e sorriso leggendo il nostro
futuro.
Nel nostro albergo sono arrivati due
italiani, Lidia ed Ermanno. Lidia ha più di sessant’anni ed è un simpaticissimo
medico di base in un paesino vicino a Milano. Ceniamo due volte con loro e
parliamo di tutto. Quando le facciamo notare che ha la vitalità di una
trentenne, ci dice che lei non si sente vecchia e che l’invecchiamento è
fondamentalmente un fatto psicologico. Sei vecchio soprattutto perché vivi in
un mondo che ti fa sentire tale, che te lo ricorda continuamente. Di per sé tu
non saresti mai vecchio.
In America – dice Lidia - hanno fatto
un esperimento portando delle persone anziane in un ambiente simile a quello
che avevano quando erano giovani. Dopo un po’ di tempo questi anziani sono
cambiati, erano più vitali e molti non avevano più bisogno di antidepressivi o cure
mediche particolari.
Dopo quattro giorni in questa città
domani partiamo per le Cameron Highlands. Facciamo un ultimo giro lungo le
Street Art di China Town, con disegni realizzati con il ferro battuto appoggiato
lungo i muri e murales disegnati intorno ad oggetti reali. Oppure lungo le vie
del colonialismo, piene di chiese e palazzi d’epoca. E mentre camminiamo sotto
un sole impietoso che picchia proprio dall’alto, senza fare ombre, continuiamo
a pensare alla frase di Lidia: “Sei
vecchio perché ti fanno sentire vecchio.”
|
Lampade cinesi del Tempio Khoo Kongsi |
|
L'arte di strada dalla finestra della nostra guesthouse |
|
Il bambino è disegnato, la sedia vera |
|
E' divertente cercare quest'arte in giro per la città |
|
Dal 60° piano del Komtar i tetti della città vecchia tra i grattacieli |
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.