[Singapore] Da Malacca partiamo di buonora per Singapore, il viaggio
in bus dura circa quattro ore e noi vogliamo arrivare il prima possibile. Ci
viene a prendere il taxi prenotato la sera prima che ci porta fino alla
stazione degli autobus, dove prendiamo quello che parte alle 7.30. I trasposti
in Malesia si confermano tra i più economici perché lo paghiamo solo 23 ringgit
(6 euro) a testa.
Ogni stato ha il suo modo di presentarsi, di farsi vedere
al suo meglio. Singapore lo fa già dai suoi posti di confine. La dogana con la
Malesia è la più moderna di tutte quelle che abbiamo attraversato in questi
mesi. È una struttura di vetro e acciaio, con passerelle e scale mobili, dove
l’aria condizionata è sparata al massimo e tutto è perfettamente lucido. Sembra
un aeroporto.
A Singapore veniamo scaricati in un’anonima via fuori dal
centro, tanto che fatichiamo un po’ a capire dove siamo. Un’agenzia viaggi ci
aiuta dandoci una mappa, noi siamo senza guida perché l’abbiamo barattata con
quella australiana della Lonely in un ostello di Malacca. Mentre ci riposiamo,
prima di partire con tutti i nostri bagagli alla ricerca dell’albergo, notiamo
alle nostre spalle una vetrina piena di foto di ragazze giovani e belle, con la
scritta: “Incontri matrimoniali” e un
po’ più sotto, ma sempre a caratteri molto grandi: “Una moglie vietnamita è pronta a fare le faccende domestiche ed è
disposta a prendersi cura dei genitori con tutto il cuore ”. Giustamente,
perché prendere una moglie e una badante? Quelle vietnamite fanno entrambe le
cose!
Arriviamo da Ali ‘s Nest, nel quartiere indiano, dopo una
bella camminata di circa due chilometri, ma non ci lamentiamo dei nostri 15 kg
di peso, visto che alle isole Perhentian avevamo incontrato due americani,
quasi sessantenni, che si erano fatti il cammino di Santiago di Compostela con
uno zaino da 25 kg lui e da 16 lei! Sempre loro, una guardia forestale e una
psicologa, hanno girato per quattro mesi l’Europa facendo autostop e dormendo
in tenda dove capitava, quasi mai in campeggio!
Ali ‘s Nest purtroppo ha posto solo in dormitorio, le
camere doppie sono tutte occupate. Decidiamo di fermarci comunque perché gli
alberghi intorno sono anonimi, hanno prezzi alti e sono senza colazione. Mentre
Ali oltre a essere molto carino con noi mette a disposizione wi-fi, tè e caffè a qualsiasi ora, e dei toast con
marmellata per colazione; il tutto a soli 15$ di Singapore (9 euro) a testa. E’
la prima volta in tutti questi mesi di viaggio che finiamo in un dormitorio.
Ali vive in questa casa, insieme alla mamma
novantacinquenne con problemi mentali la quale ci fa un’incomprensibile predica
ogni volta che entriamo ed usciamo. Basta sorriderle e si calma. L’atmosfera che
si respira in questo posto è molto rilassante e in dormitorio si riposa bene,
tanto che continuiamo a rimanerci anche se nel frattempo si sono liberare delle
camere. Parliamo molto con gli altri viaggiatori e alcuni ci danno delle
informazioni utili per l’Australia. Questo ostello è uno di quelli che si
ricorda per sempre.
La città di Singapore non ci piace, è senza cuore.
Assomiglia ad un immenso centro commerciale con l’aria condizionata sparata
sempre al massimo. Fuori, lungo i marciapiedi, non c’è quasi nessuno. Anche i
musei, come il Singapore Art Museum o il National Museum, che si trovano in
bellissimi palazzi coloniali, non trasmettono nessuna emozione visitandoli,
sembrano spogli. Tentano di raccontare una storia che di fatto non c’è, visto
che solo 150 anni fa quest’isola era semplicemente un’ampia distesa di
mangrovie.
I templi, sia indiani che cinesi, sono belli e pieni di
fedeli che pregano. Il tempio indiano più interessante, lo Sri Mariamman Temple,
si trova paradossalmente nel cuore del quartiere cinese. E’ il più antico
tempio induista di Singapore ed è stato costruito nel 1823 nello stile
dell’India del Sud. Tutti gli anni, nel mese di ottobre, ospita il Thimithi
Festival, durante il quale numerosissimi fedeli attendono in fila per camminare
sui carboni ardenti. A Singapore non mancano neanche moschee, sinagoghe e
bellissime chiese cristiane. Non si capisce perché, invece, i Testimoni di
Geova siano banditi dallo stato.
Nella 'calda' casa di Ali, Ruggero sta scrivendo al computer mentre il simpatico proprietario si sta facendo da mangiare |
Sono belle le finestre colorate del Ministero della Comunicazione |
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.