[Thailandia] Il Parco Nazionale Marino di Ko Phi Phi è composto da due
isolette molto vicine, Ko Phi Phi Dom e Ko Phi Phi Leh di una bellezza
mozzafiato, con morbide onde turchesi che accarezzano le scogliere
verdeggianti. Dalla cima dei punti panoramici, le vedute del sottile istmo e
delle acque color smeraldo che luccicano sotto il sole sono qualcosa di
indimenticabile.
L'isola disabitata di Ko
Phi Phi Leh emerge
dal mare come una gigantesca corona rocciosa. La raggiungiamo con
un’escursione in barca di mezza giornata (400 bath a testa compresi un pasto,
la frutta e la maschera per lo snorkeling, più 100 bath per il biglietto
d’ingresso). Le sue scoscese scogliere sono lambite da acque cristalline che
nascondono un’incantevole barriera corallina dove nuotano pesci colorati.
Facciamo snorkeling tra pareti di roccia altissime, in mezzo a
numerosissimi pesci “zebrati” che ti vengono incontro. Sopra l’acqua non vedi
niente, ma appena metti la maschera sotto si apre un mondo limpidissimo che il
sole riesce ad illuminare fino in profondità. L’isola cela al suo interno due
meravigliose lagune: Pillah, sulla costa orientale e Ao Maya su quella
occidentale, con una bella spiaggia ma dove riesci a fatica a stendere il tuo
asciugamano per la quantità di turisti presenti, molti dei quali arrivano con
un’escursione in giornata da Phuket. Ao Maya divenne famosa nel 1999 quando fu
utilizzata come set del film The Beach,
con Leonardo di Caprio, tratto dall’omonimo best-seller di Alex Garland. Da
allora le presenze turistiche sono aumentate vertiginosamente.
All’estremità nord-orientale di Phi Phi Leh si trova la
grotta dei Vichinghi, uno dei luoghi dove nidificano le salangane, uccelli
simili a rondini che costruiscono dei nidi commestibili con le secrezioni delle
voluminose ghiandole mandibolari. Questi nidi sono considerati prelibati dalla cucina cinese e gli
agili raccoglitori si arrampicano sulle impalcature di bambù che s’innalzano
fino alla volta della grotta per staccarli dalle pareti di roccia. Prima della salita gli uomini pregano e offrono tabacco,
incenso e liquore agli spiriti delle grotte. Il nome della grotta deriva da
un’errata interpretazione delle figure rupestri risalenti a 400 anni fa,
realizzate in realtà da equipaggi di giunche cinesi durante le loro spedizioni
di pesca.
L’isola principale, Ko Phi Phi Dom, è tanto bella nella sua
natura quanto è brutta in quello che l’uomo è riuscito a fare: dal grande molo
dove attraccano i traghetti si snodano una serie di sentieri su cui si
affacciano tour operator, bungalow, ristoranti, bar, negozi di souvenirs e una
miriade di brutti palazzi in costruzione. Le colate di cemento si notano ancora
di più risalendo la lunga scalinata che in mezz’ora porta al punto panoramico
alto 165 metri e dal quale, costruzioni a parte, si ha una vista stupenda sulle
due baie gemelle e sulle scogliere carsiche di Ko Phi Phi Leh. Attaccata ad un
grosso albero c’è una fotografia scattata dal belvedere poche ore dopo lo
tsunami del 2004 che qui causò oltre 2000 morti tra turisti e locali; questo
evento è ricordato nello Tsunami Memorial
Park posto lungo la spiaggia di Ao Lo Dalam, pieno di lapidi votive e fotografie delle persone decedute.
Dalla terrazza della nostra guest house, che troviamo
facilmente per soli 700 bath (18 euro), malgrado le solite minacce di “tutto
esaurito” e prezzi altissimi, godiamo di un bellissimo tramonto sulla baia,
reso ancora più affascinante dalla bassa marea che si estende in profondità per parecchie
centinaia di metri. Due ragazzi napoletani che stanno guardando il tramonto
con noi, in viaggio perché “tanto siamo in cassa integrazione”, ci dicono che
alcuni squarci di quest’isola, con acque turchesi e pareti di roccia che
arrivano fino al mare, si trovano anche in Sardegna. Noi non ci siamo mai
stati, ma questa affermazione ci fa venire la voglia di andarci.
Ko Phi Phi è molto bella e vale sicuramente una visita, alla condizione di saperla dividere con tanti altri.
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Dalla cima, il panorama
sulle baie gemelle, è da catolina |
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Le scoscese scogliere
sono lambite da acque cristalline |
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Ruggero, un pesce tra i pesci |
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I colori al tramonto con la bassa marea |
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