[Malesia] Per noi, il posto più bello di Malacca
è senza dubbio l’enorme cimitero cinese, ignorato dai turisti, che copre
un’intera collina a nord del centro. Si chiama Bukit China (collina cinese) ed è composto da 12.000 tombe sparse
qua e là in mezzo al verde, agli alberi e al silenzio. E’ considerato il più
grande cimitero cinese all’infuori della Cina.
Il sito affonda le sue origini nella
dinastia Ming, intorno al XV secolo, quando la principessa cinese Hang Li Po fu
inviata a Malacca, che allora era considerato il porto più importante della
Malesia, per sposare il sultano Mansor Shah. Matrimoni di questo tipo erano
comuni all’epoca per siglare relazioni commerciali e diplomatiche tra la Terra
di Mezzo e i paesi circostanti. La principessa portò con sé una delegazione di
parecchie centinaia di uomini e serve che si stabilirono nei pressi di quella
che oggi è chiamata Bukit China. I cinesi costruirono diversi pozzi in città,
alcuni dei quali tuttora esistenti. Uno di questi si trova proprio ai piedi
della collina, vicino ad un tempio taoista, dove si suppone risiedesse la
principessa. Con il tempo è diventato il “pozzo dei desideri”, dove i turisti gettano
le monetine.
Al cimitero di Bukit China non ci
vanno solo le famiglie a portare fiori ed incenso sulle tombe dei loro
antenati, ma c’è un vero e proprio percorso per fare jogging lungo 2,6 km che
si snoda tra i saliscendi della collina. Anche noi, con tanto di scarpe da
ginnastica e pantaloncini, ci siamo aggiunti ai locali per percorrerlo:
stupendo! Invece di isolare i morti, qui ci corrono in mezzo.
Oggi, nei paesi occidentali, quando si muore sembra di farlo due volte: una volta quando ti allontani dalla vita e una
seconda volta quando ti portano in quei luoghi lontani da ogni forma di vita e
dove la gente ci viene solo per piangerti addosso. La morte per noi occidentali
è diventata un tabù, un imbarazzo. Mi ricordo che da bambino il morto veniva
esposto in una stanza della casa e tutti i vicini arrivavano a rendergli
omaggio. Noi bambini giocavamo nel cortile e ogni tanto passavamo davanti alla
bara, con rispetto, ma senza paura. Ora invece il morto viene nascosto e
pochissimi vanno a vederlo all’obitorio prima della chiusura della bara. Eppure la morte ci appartiene più di qualunque altra cosa.
Passiamo il resto della serata a fare
acquisti prima di partire per l’Australia: ci servono delle coperte perché lì
comincia l’autunno. Compriamo anche della biancheria intima, quella che abbiamo
è ormai logorata da quotidiani lavaggi a mano. Andiamo da Madame King, un
grande negozio a pochi passi dal centro storico dove c’è di tutto. Troviamo
delle ottime coperte in pile da 2,5 euro l’una. Quelle che avevamo comprato in
India le avevamo regalate perché pesavamo non servissero più. In questi negozi
si trova di tutto, esattamente come in Italia, ci sono persino le stesse lenti
a contatto che uso io, non serviva che me ne portassi tante da casa.
Domani mattina prendiamo il bus per
Singapore e per essere sicuri di partire presto abbiamo prenotato un taxi alle
6.30 che ci viene a prendere alla guesthouse.
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