[Indonesia] Bali è una delle oltre 17.000 isole
dell’Indonesia e l’unica a maggioranza induista in uno stato che è prettamente
mussulmano. Lunga 150 km e larga 120, trabocca di templi, se ne contano più di
20.000, ed è probabilmente anche per questo che è diventata la più importante meta
turistica del paese, richiamando turisti da ogni parte del mondo, che vengono
per ammirare il mare con onde altissime e pieno di surfisti, le spiagge, ora
bianchissime, ora nerissime e i suoi vulcani ancora attivi che custodiscono
laghi e templi.
L’isola è di origine vulcanica e tutta
le sue costruzioni sono fatte con pietre e sabbia nera senza nessuna aggiunta
di colore. Questo rende i templi cupi e un po’ tutti uguali, ma le pietre
finemente lavorate e le sagome delle pagode che si stagliano sul blu del cielo e
del mare hanno un fascino tutto particolare. L’architettura religiosa è
completamente differente da quella dei templi indiani, all’inizio si fatica a
trovare degli elementi di somiglianza, anche se dio Ganesha con la testa di
elefante è presente in ogni angolo.
Altra particolarità molto interessante
di Bali è che ogni casa è costruita intorno ad un tempio centrale, piccolo o
grande a seconda della disponibilità economica della famiglia. Alcune vie
sembrano disseminate di templi, si entra per visitarli e ci si trova nel
giardino di una casa con bambini che giocano ovunque e i proprietari sorridenti
che ti invitano a continuare la visita. Su ogni ingresso, e su ogni davanzale,
ci sono dei disegni elaborati creati dalle donne con fiori appena colti. Uno
spettacolo.
La società balinese, così come quella
indiana, è ancora divisa in caste. La prima casta, quella dei bramini, è
formata da coloro che officiano le cerimonie religiose, in una parola, i sacerdoti.
Queste alte personalità sono considerate purissime e sacre, poiché sono il
tramite tra gli uomini e gli dei. Essi non lavorano ma vivono delle offerte che
i fedeli recano al tempio. La seconda casta, i Satria, comprende i militari e
gli uomini politici. I Wesia, i commercianti e gli artigiani, costituiscono la
terza casta, mentre i Sudra, i contadini, rappresentano la maggioranza della
popolazione e sono inquadrati nell’ultima casta. Fin da piccoli i bambini imparano
quattro lingue, perché devono essere in grado di comunicare con persone di
rango differente, riconoscibile attraverso un complesso sistema di
nomenclatura. E’ sempre la persona di casta inferiore che deve usare il
linguaggio del suo interlocutore socialmente più elevato.
Tuttavia, a differenza
di quanto accade nella società indiana, il sistema delle caste prevede la
possibilità di passare da una all’altra. Le donne assumono sempre la posizione
sociale del marito, che sia di una casta superiore o inferiore. In quest’ultimo
caso, dal momento che le famiglie non si dimostrano molto accondiscendenti nel
dare la mano di una ragazza ad un uomo di una casta più bassa, si ricorre ad un
metodo che assomiglia alla nostra “fuitina”, oppure il futuro marito paga una
cospicua dote ai genitori della fanciulla da sposare.
Ieri, con la
moto, abbiamo visitato il tempio sul mare di Tanah Lot che sorge su un
promontorio ad una cinquantina di metri dalla riva. Anche se ricostruito a
nuovo in tempi recenti è molto suggestivo perché colpito incessantemente da
onde che si innalzano di parecchi metri creando una spuma tutta bianca intorno.
Successivamente puntiamo al prestigioso Luhur Batukau, il tempio di stato
quando Tabanan era un regno indipendente, peccato che quando siamo arrivati
pioveva a dirotto, un vero acquazzone tropicale che, a detta di tutti, doveva
passare velocemente. Dopo due ore passate ad aspettare sotto un tetto di
fortuna, ci siamo messi i nostri impermeabili usa e getta e abbiamo visitato velocemente
il tempio che presenta sette tetti sovrapposti ed è dedicato a Maha Dewa, lo
spirito della montagna. Siamo tornati rinunciando alla visita delle risaie di
Jatiluwih, dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Erano già le 16 e
dovevamo fare più di 50 km per tornare a Kuta, in mezzo ad un traffico sempre snervante.
Per fortuna appena scesi dalla montagna, dove si trovava il tempio, ha smesso
di piovere ed è uscito di nuovo il sole.
Come a
Varanasi, anche in quest’isola, verso sera, il cielo si riempie di aquiloni.
Sono diversi, più grandi, e possono raggiungere anche i 10 metri di lunghezza.
Arrivano così in alto che persino gli aerei del vicino aeroporto li temono. Come
molte cose a Bali, anche gli aquiloni presentano un significato spirituale:
hanno il compito di sussurrare alle orecchie degli dèi le preghiere dei fedeli
come, per esempio, che i raccolti siano abbondanti. Tuttavia, soprattutto per i
ragazzi, gli aquiloni sono i semplicemente un gioco divertente, un modo per
portare in alto i loro sogni. Ogni anno a Sanur si tiene il Bali Kate Festival, il festival degli
aquiloni.
Siamo tornati
in città che era già buio, litigando con i sensi unici, il traffico bloccato
(tutto si ferma anche semplicemente per un’auto parcheggiata male) e la guida
spericolata dei balinesi.
Oggi è stato un giorno solo di
spiaggia, onde e l’imperdibile tramonto con noi in prima fila.
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'Attento all'ondaaaa!!!!' foto ricordo al Tempio Tanah Lot |
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Per i balinesi gli aquiloni sono una vera passione |
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...E' bella la spiaggia di Kuta |
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Il traffico viene spesso fermato per far passare le processioni |
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Nei templi si celebrano cerimonie hindu |
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La benzina è venduta in bottiglie da litro...di Vodka |
Ciao, noi siamo ad Amed e tra un po' di giorni saremo a Sanur, dove speriamo di vedere il festival degli aquiloni. Leggiamo volentieri i vostri racconti e cogliamo le informazioni che ci interessano per il nostro viaggio. Voi come state? Ciao da Gino e Manu
RispondiEliminanoi siamo con le...farfalle sullo stomaco perchè stiamo tornando a casa!
Eliminaè bello risentirvi, ogni tanto chiacchieriamo su di voi
ciao grandi