[Indonesia - Giava] Da Solo in un’ ora di treno arriviamo
a Yogyakarta, la capitale culturale dell’isola di Giava, da non confondere con
la capitale economica e politica Giakarta, da cui dista oltre 500 km. La zona
degli alberghi turistici si trova vicinissima alla stazione, dopo averne visti
diversi, tutti con camere piccole e buie, ci sistemiamo all’Urum, che ci sembra
il meno peggio, gestito da una tranquilla famigliola cattolica. Paghiamo 10
euro a notte, con colazione e wi-fi. La connessione a internet attraverso wi-fi si trova veramente ovunque
in Indonesia dal supermercato alle sale d’attesa degli ospedali.
Con un risciò andiamo subito al centro
oculistico più importante di tutta l’Indonesia per una visita agli occhi di
Ruggero, e torniamo a piedi. Così finisce la giornata, complici il buio che
arriva verso le 17 e il cielo sistematicamente nuvoloso verso sera. Facciamo comunque
una passeggiata lungo la via commerciale Maliboro, che dalla stazione
ferroviaria arriva fino al kraton, il castello. La via è divisa in due parti,
una riservata alle moto e alle auto che sfrecciano incuranti delle strisce
pedonali, dove si fermano solo se c’è un vigile, l’altra è dominio dei risciò e
delle carrozze trainate da cavalli. L’antico e il moderno, il canto dei muezzin
e le luci dei centri commerciali, convivono in questa strada colma di gente ad
ogni ora.
I templi hindu di Prambanan
Oggi noleggiamo la moto e andiamo una
ventina di km verso est per visitare i templi di Prambanan costruiti nell’850
d.C., capolavoro hindu patrimonio dell’UNESCO. In origine erano più di 200, molti
dei quali probabilmente mausolei di antichi re, ma una serie di terremoti ne ha
ridotto drasticamente il numero. I più importanti sono quelli dedicati alla
Trimurti: Brahma il dio creatore, Vishnu, il dio conservatore e Shiva, il dio distruttore. Per la loro
vista si paga l’equivalente di ben 15 euro.
Il tempio buddhista di Barobudur
Il tempio buddhista di Barobudur dista
una cinquantina di km dalla città e dovevamo andarci in moto, ma Ruggero deve
restare a riposo per ordine del medico, così ci vado da sola con un’escursione
comprata in una delle tante agenzie presenti lungo la nostra via. Si parte alla
mattina alle 5 e si torna verso le 10. Il tempio è indubbiamente bello, un
unico immenso complesso a forma di mandala tridimensionale in mezzo a colline e
verdi risaie. Costruito anch’esso nel IX secolo, era andato completamente
distrutto, ma l’UNESCO lo ha recuperato con una gigantesca operazione di
restauro durata dieci anni e costata 25 milioni di dollari. E’ uno dei templi
più visitati di Giava.
Il complesso di Borobudur venne
concepito come la visione buddhista del cosmo tradotto in pietra, partendo dal
mondo terreno e risalendo fino al nirvana, il paradiso buddhista. Alla base del
monumento si trovano diversi bassorilievi che raffigurano in successione un
mondo dominato dalle passioni e dal desiderio, dove i buoni vengono premiati
con la reincarnazione come forma di vita superiore, mentre i malvagi vengono
puniti con una reincarnazione in forme di vita inferiori.. Negli ambienti
superiori ci sono 432 immagini del Buddha dal volto sereno, mentre altre 72
figure del Buddha seduto sono visibili in parte negli stupa a reticolo situati
sulle terrazze sulla cima del tempio. La piattaforma circolare situata alla
sommità del tempio allude a un nirvana senza fine.
I Buddha seduti sono visibili in parte negli stupa a reticolo situati sulla cima del tempio di Borobudur |
Il tempio di Borobudur è stato realizzato con due milioni di blocchi di pietra e la sua struttura assomiglia a un colossale mandala tridimensionale |
Nei corridoi decorati del tempio una processione ininterrotta di navi, elefanti, musicisti, danzatrici, guerrieri e sovrani |
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