[Indonesia - Giava] Sul ciclorisciò non si sale a caso, devi decidere prima
quanta fretta hai ed avere un’idea della distanza che vuoi percorrere. Il conducente
non rifiuterà mai la tua richiesta perché tu sei uno straniero e sicuramente
pagherai più di un locale, sarà disposto a portarti ovunque. Se è giovane lo
farà velocemente, quasi volando sui pedali, se è vecchio vedrai la sua fatica
sotto i tuoi occhi, ad ogni metro, e speri che non collassi proprio mentre sta
pedalando per te.
La scelta non è sempre semplice, se hai fretta devi avere
il coraggio di lasciarti alle spalle il viso scavato di quelli più vecchi che
t’implorano ad occhi sbarrati di non rifiutarli e andare verso il baldo
giovane, magro fino all’osso, ma pieno di energia. Questo vale soprattutto in
India dove i risciò sono uno dei mezzi di trasporto più utilizzati.
Malgrado sia diffuso in tutta l’Asia, il risciò è nato in
America nel 1869 ad opera di un fabbro che lo costruì per un missionario
battista americano che voleva trasportare la moglie invalida per le strade di
Yokohama, in Giappone. Nel 1880 si diffuse in India come mezzo per portare le
merci e solo trent’anni dopo cominciò ad essere utilizzato per le persone.
Per molti anni fu trainato a piedi, solo successivamente
fu collegato ad una bicicletta e dopo ancora ad una moto. A seconda del mezzo
di locomozione si dicono ciclorisciò,
motorisciò oppure risciò a trazione umana. Questi ultimi
sono stati vietati in tutte le città indiane, rimangono solo a Calcutta, dove i
cosiddetti “uomini cavallo” si vedono
ancora correre scalzi perle strade.
Mentre i motorisciò
asiatici si assomigliano un po’ tutti, con leggere differenze tra quelli
indiani, quelli thailandesi e quelli di Jakarta, i ciclo risciò cambiano molto da stato a stato: in India chi pedala è
davanti, in Birmania è di fianco e in Indonesia dietro.
Si potrebbe aprire un’interminabile discussione sul fatto
che sia giusto o meno farsi trasportare in questo modo. Ma è pur sempre il
lavoro, certamente faticoso, con cui queste persone si guadagnano da vivere. Tra
l’altro, sempre più spesso i risciò a pedali vengono utilizzati nelle città
europee a scopi turistici, senza che nessuno ci veda un qualche tipo di
sfruttamento.
Usare il risciò è comunque un bel modo di muoversi in
città. Ogni volta che l’abbiamo fatto ci siamo trovati proiettati in un’altra
dimensione, a diretto contatto con il viaggiare delle origini, quello lento,
che permette di vivere maggiormente tutto quello che ti succede intorno, magari
fermandoti a prendere un dolce o a bere un chai alla menta, mentre le persone ti sorridono perché stai condividendo la loro quotidianità.
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In Indonesia i passeggeri sono seduti davanti |
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L'uomo cavallo di Calcutta |
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In Birmania ci si siede a fianco del guidatore dandosi le spalle |
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India, un risciò per portare a scuola i bambini... |
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...e qualcuno a spasso |
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Risciò a motore a Varanasi |
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