“Gerusalemme prega
e Tel Aviv si diverte” dice un detto popolare che mette bene in evidenza la
differenza tra le due città. Tel Aviv dista solo un’ora di auto da Gerusalemme,
eppure sembrano divise da secoli. Girando per le strade di Tel Aviv raramente
si trovano degli ultraortodossi e il vestito più comune è quello di chi sta
andando in spiaggia. Nel tardo pomeriggio, finito il lavoro, gli abitanti delle
città si riversano sul lungomare per l’happy hour nei locali con musica a tutto
volume, oppure per fare surfing sulle alte onde del Mar Mediterraneo.
La prima cosa che colpisce della città è il suo
meraviglioso lungomare: 14 chilometri che si susseguono ininterrottamente da Giaffa al vecchio porto della città. Chilometri di spiagge di sabbia
bianca che lambiscono un mare cristallino. Una lunga e ininterrotta passeggiata
pedonale e ciclabile dove a qualunque ora del giorno e della notte s’incontra
un mondo variegato di gente che passeggia, corre, pedala, prende caffè, mangia,
fa esercizio fisico, chiacchiera, fuma narghilè, balla o semplicemente
s’incanta ad osservare, come facciamo noi.
Vicino al porto vecchio di Tel Aviv c'è anche una spiaggia riservata ai cani e poco distante la prima spiaggia pubblica autorizzata con orari e giorni alterni d'ingresso per uomini e donne, riservata agli ebrei religiosi ultraortodossi più osservanti. Arrivano qui da tutta Israele con pulman a posti separati, davanti gli uomini e dietro le donne. "Please keep modest at the beach" si legge all'ingresso della spiaggia che è completamente recintata fino al mare.
Schierati sul lungomare una moltitudine di grattacieli ospitano alberghi a 5 stelle, lussuosi appartamenti e altrettanti in costruzione.
Una città “working in progress” in
grande fermento e totalmente proiettata verso il futuro. Centro della vita
notturna del medio-oriente e di una grande comunità gay. Capoluogo economico e
finanziario del paese. Ricorda per molti aspetti la Berlino di qualche anno fa.
Facciamo anche noi il bagno in questo mare che
conosciamo, con l’idea che dall’altra parte ci sono le nostre spiagge italiane.
In lontananza si vede la vecchia città di Giaffa, un porto storico citato nell’Antico
Testamento come luogo di arrivo del cedro del Libano, usato per la costruzione
del tempio di Salomone. I veneziani avevano creato nel tardo medioevo un
servizio di galee di linea tra Venezia e Giaffa per il trasporto dei pellegrini
europei che desideravano recarsi in pellegrinaggio in Terrasanta. Oggigiorno,
la sua importanza come scalo marittimo non è più la stessa, ma assai apprezzate
in tavola sono le sue famose arance e i suoi pompelmi.
La città fu fondata nel 1909 da un gruppo di sessanta famiglie
ebraiche della vicina Giaffa, si riunirono sulla spiaggia ed estrassero a sorte
il lotto di terra che spettava a ciascuna. Nell’edificare la città i
costruttori si ispirarono all’ideale della “città
giardino” (la traduzione della parola “Tel Aviv”), poi reinterpretato nella
corrente Bauhaus, una serie di case bianche e squadrate che le hanno permesso di
essere inserita nel 2003 tra le città patrimonio
dell’UNESCO. Sinceramente uno si chiede perché: la città a parte il lungomare è
brutta e le case “Bauhaus” non si
distinguono dalle altre. Anche se la città vale sicuramente una visita, torniamo
volentieri a Gerusalemme.
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Il lungomare è lungo 14 chilometri ed è tutto un susseguirsi di spiagge e grattacieli |
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Il parco Charles Clore sul lungomare vicino al quartiere più vecchio di Tel Aviv |
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La vecchia Jaffa, la leggenda la vuole fondata dal figlio di Noè, Japhet |
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Anche le famiglie mussulmane si godono le spiagge
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Nel 2003 Tel Aviv è stata inserita nella lista dei siti patrimonio dell'umanità per i suoi edifici in stile Bauhaus |
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I serfisti si divertono a stare in equilibrio sulle onde
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