[Birmania] I media ci avevano descritto la Birmania come un
paese rimasto alle origini, dove la chiusura agli stranieri per molti decenni
ha mantenuto intatte le antiche tradizioni. Arrivando a Yangon siamo rimasti sorpresi
nel vedere grattacieli moderni, strade piene di suv e bar alla francese dove
puoi mangiare brioches e bere un cappuccino al fresco dell’aria condizionata.
La realtà è che il paese viaggia a due velocità: le
risorse energetiche e minerarie stanno fornendo al paese grosse quantità di
denaro che si spartiscono in pochi, mantenendo alta l’inflazione, mentre il
resto della popolazione rimane molto povero, con stipendi di 60/90$ al mese.
Fuori dalla ex capitale Yangon ci sono pochissime auto e le città sono modeste.
Se poi si arriva ai villaggi si vede che la maggior parte dei sessanta milioni
di abitanti del Myanmar vive su palafitte con mura di canne intrecciate,
senz’acqua e con l’energia elettrica che, quando va bene, è fornita da un
piccolo pannello fotovoltaico posto sul tetto di paglia, giusto per la luce
della sera. Ciononostante quasi tutte le persone che abbiamo incontrato sono
sorridenti e sembrano condurre una vita dignitosa.
Vengono usate tantissimo le biciclette, le moto di
origine cinese e i carretti trainati da buoi o cavalli. In campagna non
esistono trattori e si fa tutto a mano. Nelle città e nei paesi si usano tanto
i trishaw, delle biciclette a tre ruote con due seggiolini ai lati come le
motociclette sidecar.
I birmani sono persone oneste. Hanno imparato a fare come
il governo, cioè ricaricare il costo delle cose e dei servizi ai turisti, ma
una volta concordato il prezzo non ci sono più sorprese. Anche dal punto di
vista dei furti non ci sono assolutamente problemi, non abbiamo mai sentito
qualcuno a cui sia stato rubato qualcosa.
Il cibo è un problema, anche entrando in un supermercato
si trova veramente poco di commestibile per un occidentale, pure i biscotti
sono impossibili. Sia noi che i nostri amici Katia e Mauri siamo dimagriti mediamente
di tre chili durante il soggiorno in questo paese.
Regime
e censura
Da turisti non si nota assolutamente niente del clima
politico di oppressione e censura: girando nelle zone turistiche, e lungo le
strade che le congiungono, non abbiamo praticamente mai visto poliziotti o
militari. Anche la censura di internet è stata allentata in quanto è possibile
accedere a qualsiasi sito del mondo da tutti gli internet point del paese. E’
chiaro che i controlli e le censure ci sono, lo dicono gli stesi abitanti, ma
sono sottili e si avvalgono di un discreto numero di spie. Se una persona
ospita a casa uno straniero la polizia arriva subito, perché è vietato.
In molte zone di confine sono in atto aspri combattimenti
per la secessione (il Myanmar è grande due volte l’Italia) che il governo
controlla con metodi spesso brutali. Chiaramente queste aree sono vietate ai turisti, ma ci si può
spostare qualche centinaio di chilometri a nord di Mandalay e vedere i campi di lavoro forzati con i detenuti con
la divisa che spaccano pietre e file di militari che li controllano. Spesso nei
campi di lavoro forzati finiscono anche le minoranze senza che abbiano nessun’
altra colpa se non quella di trovarsi nel posto sbagliato, magari vicino ad una
zona di confine o ad un’aera petrolifera.
L’abbigliamento
In Birmania sia uomini che donne indossano il ‘longy’,
soltanto il10% dei maschi porta i pantaloni. Il longy è un indumento
particolarmente pratico, una specie di gonna fatta di un unico pezzo di stoffa
rettangolare cucito sul lato più corto. Nel caldo dei tropici tiene le gambe
molto più fresche di qualsiasi tipo di pantaloni. Il longy non ha taglie perché
è molto largo: si può allentarlo dopo un pasto abbondante e non è necessario
rifare il guardaroba se si ingrassa o dimagrisce. Il longy di ricambio non è un
semplice indumento, si trasforma in una tracolla per portare dei pesi quando si
viaggia, può diventare un lenzuolo, una tovaglia da pic-nic oppure può essere
usato come culla per un bambino.
Gli uomini usano stoffe a quadri piccoli o a righe, per
fermare il longy uniscono i due lembi sul davanti e quindi li legano con un
mezzo nodo. Una delle due estremità viene fermata in vita mentre l’altra può
essere lasciata pendere fuori e può essere trasformata in una piccola tasca. Sul
longy indossano una t-shirt o l’elegante camicia col collo a coreana. Le donne
invece, per il longy usano stoffe più colorate e lo annodano al fianco. In
Birmania non si vede quasi nessuna donna con la gonna corta o con i pantaloni,
noi ne abbiamo visto solo qualcuna nel quartiere cinese di Yangon, e
soprattutto non si possono esibire scollature o magliette e camicette senza
maniche, a parte le turiste.
In Birmania è difficile trovare negozi di scarpe perché
tutti usano ciabatte ad infradito di gomma o di velluto, anche su un vestito
elegante.
I trishaw sono i mezzi più economici usati in città |
Un taxi davvero particolare... |
Il durian, frutto asiatico, ha un odore insopportabile, è addirittura vietato in autobus e in treno |
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