[Thailandia] Malgrado le 170 persone iscritte e i 60 posti disponibili
siamo stati accettati a questo corso di Vipassana: dieci giorni in completo
silenzio in cui le uniche parole saranno quelle dell’insegnante che ogni giorno
terrà delle lezioni. Uomini e donne separati, si dorme in celle da due a
quattro persone con letti in legno esattamente come i monaci di una volta,
niente materasso, solo un cuscino e una piccola coperta. Per lavarsi non c’è
doccia ma un secchio d’acqua fredda e una ciotola. Ci si alza alle quattro
della mattina e si mangia l’ultima volta prima di mezzogiorno, alle nove a
letto. Non si può leggere assolutamente niente, neanche in camera. Bisogna
munirsi di una grossa pila perché nella meditazione in cammino, prima
dell’alba, si potrebbero calpestare delle formiche o dei cobra! Guai far loro
del male, così come non si possono uccidere le zanzare, pena l’espulsione.
Perché facciamo tutto questo? Per più motivi. Non
possiamo dimenticare i risultati positivi della meditazione sui ragazzi della
scuola del Progetto Alice in India e nemmeno le parole di Felipe, l’ingegnere
messicano che ci ha raccontato come è cambiata positivamente la sua vita dopo
questo corso e anche di tutte le altre persone che ne hanno parlato
entusiasticamente. Il Vipassana viene praticato in centinaia di posti nel mondo, un centro è in Italia, vicino a Firenze: http://www.atala.dhamma.org/pub/index.php
, normalmente non si paga nulla, si fa solo un’offerta alla fine dei dieci
giorni.
Le origini della meditazione Vipassana precedono
l’avvento del Buddhismo, anche se fu proprio il Gautama Budda a riscoprirla e
diffonderla, 2500 anni fa, come metodo per uscire da ogni tipo di sofferenza.
Nata in India come tecnica spirituale, questa forma di meditazione non
rientrava in nessun corpus religioso o filosofico. Scopo della meditazione Vipassana
è raggiungere la comprensione della vera natura della mente e della materia.
Praticata da religiosi e laici di ogni nazionalità, la meditazione Vipassana
consiste in una tecnica pratica di auto-osservazione, che conduce alla graduale
purificazione della mente e alla piena consapevolezza di sé e del proprio
corpo.
Una nota triste prima di terminare. Durante l’attesa
eravamo preoccupati di non essere accettati perché non conosciamo bene
l’inglese, necessario per capire gli insegnamenti quotidiani. Un simpatico
ragazzo greco ci dice senza malizia: “Siete l’unico paese in Europa dove non si
parla l’inglese, rimango sempre colpito quando vengo in Italia dal fatto che
neanche i giovani lo sappiano, devi sempre chiedere a tante persone prima di
trovare qualcuno che conosca qualche parola.” Infatti tutte le 170 persone
presenti alla selezione, provenienti da varie nazionalità del mondo, si
esprimevano perfettamente in inglese, gli unici che si sentivano a disagio
eravamo noi.
Anche questo blog non verrà ovviamente aggiornato in
questi dieci giorni. Vi lasciamo con queste parole di Tiziano Terzani sul
Vipassana:
"E così c'ero arrivato anch'io. Fermo come un
sasso, seduto per terra, a gambe incrociate, con le mani posate una sopra
l'altra, all'altezza dell'ombelico, le palme rivolte all'insù, la schiena
dritta, le spalle rilassate e gli occhi chiusi, a pensare alla punta del mio
naso, a cercare quell'attimo in cui il respiro, fattosi lento e leggero,
entrando e uscendo, tocca un punto preciso della pelle. Un'ora dopo l'altra.
Un giorno dopo l'altro: senza mai dire una parola, mangiando vegetariano -
l'ultimo pasto prima di mezzogiorno -, a letto alle nove, senza leggere la
pagina di un libro per non distrarsi, cercando di essere sempre cosciente di
ogni gesto, di ogni pensiero, di ogni sensazione."
da "Un indovino mi
disse" di Tiziano Terzani
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Il bagno e la doccia |
Il letto su cui dormiremo: niente materasso, una coperta e un piccolo cuscino |
A onor del vero, mi sa che il simpatico ragazzo greco non la conti proprio giusta: quest'estate nella Grecia del Nord (Tessaglia, Epiro, Calcidica, etc.) e nelle Sporadi è stato difficilissimo trovare qualcuno, giovane o anziano che fosse, che sapesse qualche parola di inglese!Abbiamo dovuto provare noi a ingegnarci con qualche parola di greco e grandi sorrisi internazionali. Idem con patate in Andalusia (Siviglia, Granada, Cordoba) due anni fa...Non disperate e non fate gli Italiani che si credono sempre i peggio di tutti (ma spesso semplicemente non si sanno vendere bene). Buone meditazioni!
RispondiEliminacurioso di sapere come uscirete da questi intensi dieci giorni
RispondiEliminaHai ragione Serena... e sai che fine ha fatto il ragazzo greco? E' stato mandato via perché non ha rispettato gli orari e il silenzio, che scarso! Evviva gli italiani
RispondiEliminaCiao Daniele, cercheremo di raccontare nel post questa bellissima esperienza. Durante le infinite ore di meditazione ho proprio pensato che tra tanti corsi che fai nella tu libreria sarebbe interessante uno sulle emozioni ...un viaggio dentro!
RispondiElimina«Il giorno della fine non ti servirà l'inglese.»
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