[Thailandia] Poco più di un’ora di volo e siamo a Bangkok, due autobus
ci portano abbastanza velocemente in Kao San Road, il primo costa 20 cent di
euro e il secondo (n° 3) è gratuito. Abbiamo prenotato lo stesso albergo
dell’altra volta, il Kawin, economico e pulito, appena dentro un vicolo sulla
strada più pazza del mondo, una discoteca a cielo aperto fino al mattino.
Neanche il tempo di appoggiare gli zaini e ci facciamo subito un pancake alla
banana lungo la strada.
Nei prossimi due giorni abbiamo un bel po’di cose da
fare: ci sono gli zaini da sistemare, la biancheria da portare in lavanderia,
rinnovare il nostro guardaroba con qualche indumento nuovo, farmi i capelli,
vendere la guida della Birmania insieme ad un paio di libri, comprare sicuramente quella dell’Indonesia e forse
quella della Malesia, organizzare il lungo viaggio verso Kho Phangan e infine
collegarmi via Skype con mia mamma, che non le sembra vero di riuscire a vedermi
su uno schermo del pc.
Intanto il peso degli zaini aumenta, dobbiamo trovare il
coraggio di liberarci delle giacche a vento comprate in Cina e della seconda
coperta di pile comprata in India, ormai non dovrebbero più servirci. Le
venderemo in Kao San, dove comprano di tutto. Siamo partiti con 13 kg a testa
dall’Italia ed ora siamo sui 15 kg, 5 su quello piccolo davanti e 10 lo zaino
grande… troppi, bisogna buttare, buttare…
Per le vie di Bangkok incontriamo due simpatici
giovanotti. In realtà ci interessava fotografare alcune pagine della loro guida
e ci siamo stupiti quando uno dei due ci dice di tenerla tranquillamente fino
alla mattina successiva: ma come, questo ci presta la guida senza conoscerci e
senza sapere dove alloggiamo? Brian ha 60 anni, è francese ma parla bene
italiano e Carlo è milanese, gestiva un’edicola quando era più giovane, ora ha
74 anni e una vitalità da far invidia ad un ventenne. A sua moglie piacciono i
viaggi organizzati mentre lui non li sopporta, allora si dividono. Non conosce
quasi nulla dell’inglese, eppure l’abbiamo visto trattare una stanza d’albergo
con gesti e sorrisi più efficaci di qualsiasi lingua, senza timore, così come
senza timore ci ha prestato la guida.
Partiamo da Kao San alle sei di sera, con un pacchetto da
800 bath a testa (21 euro) di bus+nave fino a Kho Phangan. Undici ore di bus e
poi in traghetto dalle 7 alle 12, anche se in realtà parte solo alle 9. C’è una
marea di turisti che si muove verso le isole, per praticità ci mettono un
bollino sulla maglietta con il colore diverso a seconda della destinazione. Pullman e pullman
verso il mare…questa è la stagione migliore per andarci... ci
manca solo la guida con l’ombrellino rosso ed il megafono
Troviamo posto a sud dell’isola in un bel resort sul mare,
con tanto di piscina e bungalow in legno. Le spiagge migliori sono a nord, ma
dobbiamo rimanere vicino al monastero dove andremo a fare la meditazione,
nell’isola ci si sposta comunque velocemente con le moto noleggiate a 150 bath
al giorno.
Nel foglio esposto al centro di meditazione ci sono 170
persone in lista per soli 60 posti (entreremo?), ci consoliamo andando a fare il bagno nelle
bellissime spiagge del nord, con finissima sabbia bianca e un mare trasparente
che assume tutte le sfumature del verde. Per cena troviamo un ristorante dove
per poco più di tre euro puoi mangiare finché sei sazio qualsiasi cosa: carne,
pesce, frutta e gelato. Il tutto cucinato su un braciere di carbone posto in
mezzo ad ogni tavolo. Una figata. Era dall’India che non mangiavamo così tanto.
Io bianca...come la neve |
La bassa marea unisce la spiaggia di Kho Mae ad un isolotto
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La bellissima spiaggia di Hat Khor a nord dell’isola
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Anguria gialla o rossa? Non importa...hanno lo stesso sapore
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