Alla fine ci sono dei video da una ventina di secondi l'uno.
[India] La settimana scorsa Andrea ci ha segnalato un articolo del New York Times, ormai datato, dove si parlava di riti da esorcismo presso una tomba sufi, a Varanasi. Il sufismo è una corrente mistica dell’Islam la cui particolarità è quella di raggiungere l’estasi attraverso lo sforzo fisico. In Turchia sono ben noti i dervisci rotanti, che girano su se stessi, mentre in Pakistan, a Lahore, danzano freneticamente al suono dei tamburi.
Abbiamo chiesto informazioni a tantissime persone, ma
nessuno aveva idea di dove si trovasse, finché il direttore dell’Alka hotel ci
ha indicato il posto dicendo di andarci il giovedì, giorno in cui sia
mussulmani che induisti confluiscono a migliaia per venerare la tomba di
Hazarat Syed Baba Bahadur Shahid, un mistico dell’XI° secolo.
Poco si sa in realtà delle vere origini dell’uomo sepolto
nella tomba: “Si trova nella fantasia
delle persone”, ha detto Mohammad Toha, professore di sociologia alla
Benares HinduUniversity. “Fa parte del
folklore della città e simboleggia l’integrazione tra indù e mussulmani, la
cultura sincretica di Benares”.
A Varanasi c’è un altro luogo, simbolo della città, in
cui indù e mussulmani hanno vissuto fianco a fianco, con amore e odio, per
centinaia di anni: sono il famoso tempio indù, Kashi Viswanath e l’adiacente
moschea Gyanvapi, sempre strapieni di fedeli. Si trova nel cuore della città
vecchia e viene sorvegliato giorno e notte da poliziotti, dopo lo scoppio di un
ordigno di matrice religiosa del 2009.
Visto che la tomba di Baba Bahadur Shahid si trova a
circa metà strada tra la nostra scuola e la città, ci siamo andati due volte.
La prima mercoledì, per capire dov’era e la seconda giovedì, per vedere le migliaia
di fedeli che vi affluiscono da ogni parte. La via che porta alla tomba,
deserta il giorno prima, si è trasformata per l’occasione in una fila di
bancarelle che vendono qualsiasi cosa, soprattutto fiori dai colori sgargianti.
Oltre il recinto del santuario c’è un vivace mercato dove si offrono fiori e
panni di preghiera per il tempio, ma anche un vasto assortimento di necessità
terrestri come biancheria intima, arachidi salate, secchi di plastica,
braccialetti di vetro, frittelle di verdura, caramelle di zucca.
Poco distante ci sono alcune rudimentali giostre per i
bimbi, mentre l’intero prato intorno alla tomba è pieno di famiglie che fanno
picnic e mendicanti che ci chiedono con insistenza denaro, alcuni mi tirano per
la maglia, altri mi prendono per le mani, alla fine entro nel tempio per
evitarli, sperando di trovare ancora i sandali all’uscita.
Donne indù con polvere rosso vermiglio spalmata sulla
testa entrano sgomitando nella tomba, insieme a donne mussulmane in burqa neri. Gli uomini indossano la papalina in ossequio
alla consuetudine mussulmana. Le offerte messe di fronte alla tomba sono quelle
che normalmente si vedono nei templi indiani, fiori, incenso e caramelle di
zucchero. Un microfono scoppiettante, invita i credenti a fare delle donazioni
in denaro.
Poco lontano alcune donne sedute sul pavimento sembrano
in trance, hanno gli occhi sbarrati, borbottano, urlano, ondeggiando e buttando
la testa da un lato all’altro. Una si rotola gemendo ad alta voce fino ai piedi
della tomba. Un’altra ha dietro di sé il marito con in braccio un bambino che
sta guardando la scena della madre impazzita, chissà cosa starà pensando. “Hanno
il demonio dentro” mi dice un uomo, e mi verrebbe voglia di chiedergli
polemicamente perché non vedo uomini in trance. Solo le donne hanno il demonio?
Lascio correre. Probabilmente le pratiche si confondono, perché quello che in
altri paesi chiamerebbero “modo per raggiungere l’estasi”, qui diventa la via
di salvezza per le donne indemoniate.
Un ragazzo ci dice che i fedeli non vengono solo per
scacciare il demonio, ma per chiedere la grazia ai più svariati problemi: una
donna è venuta per il figlio malato, un tessitore a chiedere la grazia per la
moglie che non può più muovere le mani, mentre un altro è venuto sin qui perché
sospetta che la moglie sia posseduta dai fantasmi. Storie di miseria e
disperazione.
Un santone in gonnellino si avvicina con una lunga piuma di
pavone tra le mani e mi chiede se voglio scacciare gli spiriti maligni… mi
guardo intorno, forse non sarebbe una brutta idea!
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