[India] Ultima domenica in città. Sta per finire il nostro
impegno alla scuola e dobbiamo vedere ancora molte cose, ci siamo così riproposti
di partire presto e andare lungo i ghat, verso sud, per vedere la famosa
Università di Benares, che dista circa sei km.
Peccato che io mi sia svegliato con sensi di vomito,
giramenti di testa e per fortuna solo qualche linea di febbre. La causa la
conosco, ne son quasi sicuro: le tagliatelle alla carbonara di ieri sera! So
che qualcuno dirà che me la sono cercata, che ci vuole coraggio per mangiare
questo piatto in India. E’ vero. Ma dopo due mesi di thali e chiapati uno non
ne può più. E poi la moglie del gestore è italiana e le tagliatelle, come gli
gnocchi, sono fatti a mano, come una volta. Buonissimi. Per la cronaca il
ristorante si chiama Karki’s e si trova all’Assi Ghat.
Nel pomeriggio sto meglio e partiamo, un po’ a piedi e un
po’ con il ciclo risciò. Il risciowallah è anziano, lentissimo, e fa tanta
fatica a pedalare, ci superano tutti. A piedi avremmo fatto prima. Ma che fare,
ormai siamo qui e anche quest’uomo ha bisogno di mangiare, d’altronde non
abbiamo fretta. Sappiamo benissimo che i ciclo risciò condotti da anziani sono
più lenti, li evitiamo se abbiamo fretta, ma quando ti guardano con gli
occhi fissi e scavati chiedendoti di scegliere loro e non altri, fai fatica a dire di
no, anche se sai che pregherai per tutta la strada che non gli venga un infarto
proprio mentre ci sei tu sopra e che chiederai di scendere un po’ prima, per
risparmiargli l’ultima fatica.
La prestigiosa Università di Benares, che risale al 1916,
è proprio bella, un’enorme campus fatto a raggiera con bellissimi viali
alberati. C’è un’atmosfera di pace e tranquillità che pare lontanissima dalla
caotica città che la circonda. Le facoltà (i dipartimenti li chiamano, come da
noi) si susseguono numerose e tutte con grandi appezzamenti di verde intorno,
mi colpiscono quella di giornalismo e comunicazione mediatica, quella del
cinema e quella per il monitoraggio sull’efficacia dell’istruzione pubblica
nello stato dell’Uttar Pradesh.
Al centro si trova il tempio induista di New Vishwanath,
uno dei pochi della città ad essere aperto a tutti e, intorno, oltre ai soliti
negozi di souvenir, ci sono tutti i servizi che servono agli studenti:
librerie, ristorantini, copisterie, ecc. Il bel museo Bharat Kala Bhavan, con collezioni di sculture, miniature scolpite e manoscritti in foglie di
palma del XII secolo, si trova invece nascosto tra i campus.
Torniamo all’Assi ghat con il solito ciclo risciò, ma
questa volta scegliamo un giovane, nemmeno diciott’anni, che sfreccia come un
bolide da formula uno, roba da tenersi al calessino con entrambe le mani. Evita
pure le buche, ma con delle virate che rischia di far “scalessare” noi.
Non sto ancora bene di stomaco, ma ogni volta che
passiamo per l’Assi ghat non si può evitare la visita alla pizzeria Vaatika,
un’istituzione della città, oltre che per l’ottima pizzeria con forno a legna,
forse l'unica di tutto lo stato, famosa anche per la fantastica torta di mele con
il gelato sopra. L’unico dolce che abbiamo mangiato a Varanasi.
Ruggero spiega ai ragazzi perchè non si cade quando si va in bicicletta. La ruota l' ha comprata al mercato e ha fatto saldare le maniglie |
Il mercato dei fiori di Varanasi |
Con il freddo di questi giorni nei villaggi muoiono molte persone. Le salme vengono portate in città con le jeep |
ciao ragazzi!
RispondiEliminaun'amica mi ha suggerito questo articolo
magari vi interessa..
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/18/fare-maestro-in-india-storia-di-valentino-giacomin/449155/
ciao ciao ciao!
susanna
ciao!
RispondiEliminapoco fa vi ho inviato un commento con un articolo. l'avevo visto e subito sono venuta nel vostro blog a inviarvelo.
in questi giorni non ho molto tempo e nel non tempo perdo delle cose, tipo i vostri blog, l'aggiornamento. mi accorgo ora, che avete pubblicato l'articolo alcuni giorni fa.
scusatemi..
ma l'entusiasmo di un articolo e di voi lì, proprio lì, non mi ha fatto aspettare e leggere e solo dopo, inviarvi quanto avrei voluto.
non dev'essere facile, lasciare quei luoghi, dopo due mesi..
no, non dev'esserlo proprio.
comunque sia e dovunque vada, è sempre un buon viaggio il mio, a voi.
ciao
susanna