[India] Fino alla settimana scorsa il sole non mancava mai, in due mesi non c’è mai stata una nuvola in cielo. Da qualche giorno invece sono cominciate le nebbie, quelle alte, che oscurano il sole fino a mezzogiorno e spesso non lo fa proprio uscire. Quei 13 km che percorriamo di primo mattino in risciò per arrivare a Sarnath sono micidiali, l’aria ti taglia la faccia e penetra attraverso i vestiti. Anche i ragazzi hanno freddo nelle loro aule non riscaldate, alcune senza porte e finestre. Molti scrivono con i guanti, gli altri non li hanno.
Non abbiamo mai parlato in questo blog di Sarnath, un
tranquillo paesino che richiama pellegrini da ogni parte del mondo, è uno dei quattro
siti più importanti del circuito buddhista, insieme a Bodhgaya, Kushinagar e
Lumbini in Nepal. Buddha raggiunse Sarnath intorno al 527 a.C. dopo aver
raggiunto l’illuminazione a Bodhgaya.
Dei vari templi della città, quello che certamente salta
all’occhio è il Dhamekh Stupa, un’imponente struttura di 34 metri che segna il
punto in cui il Buddha pronunciò il suo primo sermone. Alcune parti sono
databili intorno al 200 a.C., ma le incisioni risalgono al V secolo d.C. Nel
III secolo a.C. l’imperatore Ashoka fece erigere magnifici stupa e monasteri,
oltre ad una colonna che reca inciso il testo di un editto. Un tempo era alta
15 metri ed era sormontata dal celebre capitello, ora esposto al museo, rappresentante
quattro leoni che sorreggono la ruota del Dharma. Questa ruota è lo stemma
dell’India.
A gennaio, nel quieto parco che circonda lo stupa, si
ritrovano migliaia e migliaia di pellegrini provenienti da tutte le parti del
mondo per ascoltare gli insegnamenti del Dalai Lama, che ogni anno viene qui a
predicare per quattro giorni. I discorsi sono rigorosamente in tibetano, ma si
possono noleggiare degli auricolari per la traduzione in inglese.
A Sarnath ci sono monasteri e templi per tutti i gusti, se
ne contano ben 18, fra cui quello cinese, tibetano, induista, giainista, koreano, thailandese… e poi non ricordo.
Quasi ognuno di questi ha il suo monastero. Per visitarli si può prendere il
risciò a pedali che passa tra i villaggi di campagna traboccanti di vita e di sterco.
Non manca neppure uno zoo (sigh!) con tanto di coccodrilli, tartarughe, pellicani,
cervi a puà tanto cari al Buddha, antilopi e altri animali. E’ adagiato su un
ampio spazio a ridosso dello stupa dove è stato predicato il primo sermone, quasi
una profanazione per certi aspetti, visto che il buddhismo vorrebbe il rigoroso
rispetto di tutti gli esseri viventi. Ma in India si sa, gli opposti convivono
senza troppe ribellioni.
Lo stupa costruito dove il Buddha predicò il suo primo sermone |
Il recente tempio thailandese |
Momenti di preghiera |
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