sabato 1 dicembre 2012

Visitiamo la scuola del "Progetto Alice"

Niente, meglio di questi bellissimi 5 minuti di video, possono descrivere la “nostra scuola”, quello che sentiamo e quello che viviamo ogni giorno, paesaggi compresi. L’audio è in inglese, ma anche chi non lo capisce può apprezzare le piacevoli immagini.
Di seguito è comunque riportato il testo in italiano. Ecco il link del VIDEO:


Perché ci piace il metodo del Progetto Alice?
- perché ha praticamente eliminato il bullismo nella scuola;
- per le buone capacità di attenzione e di concentrazione dei ragazzi.  

Il metodo, nato in Italia, viene presentato nelle scuole italiane e straniere con corsi tenuti da Luigina De Biasi (Miane, Treviso). Non necessita di un substrato religioso o dello yoga, può essere applicato a qualunque scuola.


Si può trovare il video in formato ridotto anche qui:  http://www.aliceproject.it

e le informazioni sul Progetto Alice qui: www.aliceproject.org


Testo del video in italiano (riassunto)

Un documentario di Matteo Passigato sulle tre scuole pilota del Progetto Alice, basate su un nuovo paradigma educativo

India: il Paese della spiritualità e del nuovo paradigma educativo. Questo è il posto dove sono approdati due insegnanti, Luigina de Biasi e Valentino Giacomin, dopo aver sperimentato con successo, per dieci anni, in tre scuole pubbliche italiane, un nuovo metodo denominato Progetto Alice.

La prima scuola interculturale e interreligiosa del Progetto Alice è stata fondata a Sarnath, nel 1994. All’inizio, c’erano soltanto 75 studenti e quattro insegnanti.

Oggi, dopo 17 anni di instancabile attività, la scuola è un istituto scolastico parificato, che conta un migliaio di studenti e 43 insegnanti. Le classi coprono l’intero ciclo di studi e vanno dalla materna all’università.

Nel 2001 è stata aperta a Bodhgaya una scuola, che è ora in parte autogestita dagli studenti. Una terza scuola, per la minoranza etnica Chakma, si trova nello stato dell’Arunachal Pradesh.

I simboli delle religini
La metodologia del Progetto, che rispetta tutti i sentieri spirituali, è stata adottata con successo dalla scuola Aghoreshwar di Varanasi, dal monastero Tergar di Bodhgaya e da alcune scuole tibetane in Ladakh. In precedenza, altri insegnanti si erano impegnati con progetti pilota legati al metodo Alice in Italia, Taiwan, America, Colombia e Francia.

Che cosa è il Progetto Alice? Il Progetto Alice si basa un’idea innovativa trasformata in pratica educativa: “Insegnate a conoscere mente e cuore. Sulla base di questa conoscenza, per gli studenti sarà più facile avere un buon rapporto con se stessi, con le persone che li circondano e con l’ambiente in cui vivono, agendo con maggiore consapevolezza.”
Il metodo si è ispirato alla psicologia trans personale, che afferma l’indivisibilità tra corpo, mente e spiritualità.

E’ stato definito “la nuova pedagogia per il terzo millennio” dal prof. Andrea Bocconi, scrittore, psicoterapista, esponente di rilievo della psicosintesi in Italia.

Perché progetto Alice? Spiega Luigina de Biasi: “Alice nel Paese delle Meraviglie è una famosa storia scritta da Lewis Carroll. Una ragazzina, annoiata dai testi di scuola, si addormenta e compie un fantastico viaggio nel suo subconscio, guidata da un bianco coniglio. Come Alice della storia, anche gli studenti del Progetto Alice, ogni giorno, sono invitati ad esplorare il loro mondo interiore. Ma senza essere coinvolti nella danza dei loro pensieri e conseguenti emozioni.”

Dice il Coniglio Saggio: “Tu non sei il tuo corpo, tu non sei i tuoi pensieri e le tue emozioni! Tu sei il testimone di tutto questo!” Il Coniglio Saggio è stato scelto come mascotte della scuola e delle storie del Progetto Alice. Esso rappresenta il Guru (il maestro) che guida gli studenti oltre i conflitti e le separazioni, attraverso il silenzio, la meditazione, l’introspezione e il corretto modo di conoscere. Poi, come Alice, gli studenti ritornano alla vita normale, in classe, per continuare un viaggio differente, attraverso lo studio delle materie scolastiche, nel mondo come appare, ma con una nuova e acquisita consapevolezza.

In questo modo, come ha osservato il Rettore dell’Università di Sanscrito di Benares, “la scuola unisce un insegnamento moderno con l’attenzione ai valori morali e alla spiritualità”.

Quali sono i risultati dopo tanti anni di ricerche?
I risultati,secondo i test effettuati dal prof. Sharma dell’Università di Benares, mostrano un sensibile miglioramento rispetto a quelli già ottenuti nella sperimentazione in Italia.

Una differenza enorme è emersa in India tra gli studenti del Progetto Alice e quelli di altre scuole, soprattutto in merito all’attenzione, alla memoria, alla consapevolezza, alla tolleranza, alla disciplina e alla socializzazione. Il bullismo è quasi assente. La validità della lunga sperimentazione del Progetto Alice è stata riconosciuta dal mondo accademico indiano e da alcuni ricercatori internazionali. Giorgio Napolitano ha nominato Valentino “Cavaliere dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana” per i meriti nel campo della cooperazione internazionale e dell’impegno umanitario.

Per due volte l’Università di Sanscrito di Benares ha premiato i fondatori delle scuole, Valentino Giacomin e Luigina de Biasi.

Le scuole non ricevono sovvenzioni statali e sopravvivono soltanto grazie alla generosità degli sponsor. Il Progetto Alice è impegnato anche in numerose attività sociali a favore delle donne, delle bambine, delle classi sociali più svantaggiate e delle minoranze etniche perseguitate, come i Chakma. I Chakma sono profughi buddhisti provenienti dal Bangladesh.

Perseguitati dalla maggioranza mussulmana, migliaia di Chakma furono costretti a cercare rifugio in India dopo la partizione che portò alla formazione del nuovo stato del Pakistan.

Vivono in un ambiente naturale meraviglioso, ma inospitale, vicino alle foreste del Parco Nazionale Namdapha. Pochissimi sono riconosciuti come cittadini indiani. Gli esclusi sono senza Stato, senza diritti, senza speranze per un futuro migliore.

Il Progetto Alice ha aperto tre ostelli per loro: a Sarnath, a Bodhgaya e uno a Bodhisatta, per le bambine dei villaggi.

1 commento:

  1. Complimenti Ruggero. molto bello!
    Ho condiviso il filmato con tutta la mia mailling list.
    Buona continuazione!
    Gian Pietro Zanette

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