[India] Lasciamo Varanasi con un treno notturno quasi vuoto, a parte il freddo la notte scorre veloce. Arriviamo poco prima dell’alba a Khajuraho e con un autorisciò andiamo direttamente ai templi. Lì vicino ci sono delle guest house, andiamo alla Yogi Lodge dove depositiamo i nostri bagagli. Papu, il direttore, non vuole soldi per il deposito, ma chiede che almeno si faccia colazione lì. Già che ci siamo, con un piccolo supplemento che ci evita di andare alla stazione dei bus, ci facciamo prendere pure i biglietti per l’autobus della sera stessa per Bhopal.
Papu parla molto bene italiano perché passa parecchi mesi
all’anno in Italia per il commercio di stoffe e gioielli. Il padre era un
famoso insegnante di yoga con uno studio in Friuli. I suoi clienti erano
soprattutto persone dello spettacolo, come Ornella Vanoni e il comico Paolo
Rossi. Papu è amico di Paolo, è stato parecchie volte a casa sua, e racconta
che l’artista ha avuto un brutto momento per l’abuso di droga e alcool una
decina di anni fa e suo padre l’ha curato con lo yoga…che sia vero? Non so più
se credere a questi indiani. Che strana questa cosa, ne incontro uno su un
miliardo che mi racconta i pettegolezzi di casa mia! Non ci risparmia un ultimo commento quando ci dice che noi italiani siamo malati, lavoriamo troppo e non abbiamo piùil tempo per noi stessi.
Visitiamo i templi
Alcuni dicono che i sensuali altorilievi dei templi di
Khajuraho rappresentano il Kamasutra, o pratiche sessuali tantriche; altri che
siano modelli educativi per la gioventù, altri ancora che siano allegorie per i
fedeli. Ma tutti sono d’accordo sul fatto che siano sconci e divertenti. Da
un’orgia con nove protagonisti a uomini che si accoppiano con cavalli,
Khajuraho accontenta ogni fantasia. A parte l’argomento, l’architettura e le
sculture di questi templi millenari sono molto raffinate e la sensazione magica
di trovarsi nell’India dell’anno mille è piacevolmente avvincente.
Le sculture erotiche che ornano i tre gruppi di templi di
Khajuraho, dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, sono annoverate tra
le migliori opere d’arte religiosa del mondo. Lungo l’intero perimetro degli
edifici corrono fregi in pietra scolpita con straordinaria maestria, che
narrano la vita quotidiana di 1000 anni fa, dèi e dee, guerrieri, musicisti e
animali veri e mitologici.
Questi templi nel corso della storia furono abbandonati e
lasciati cadere in rovina, fino ad essere definitivamente inghiottiti dalla
giungla, restarono nascosti agli occhi del mondo fino a quando un ufficiale
inglese venne accompagnato alle rovine dagli uomini addetti alla sua portantina
nel 1838.
C’è da arrossire davanti alle sculture erotiche degli
splendidi templi, ma davvero non si può evitare di vedere questa meraviglia artistica
universale. Giriamo a piedi e poi noleggiando una bici per arrivare al
villaggio dove si trova un altro gruppo di templi.
Arriva sera, ceniamo sulla terrazza della guest house
mentre mi chiedo un po’ spaventata come sarà il bus della notte. Non passa molto
per avere la risposta, alle 20 saliamo a bordo e tiro un bel respiro di
sollievo perché anche se un po’ scassato non è male. Saliamo facendoci spazio
tra gente e valige, il nostro posto è una cuccetta matrimoniale sopra una fila
di sedili occupati da non so quante persone, c’è una porta scorrevole che ci
isola da tutto e da tutti e mi dà l’idea di avere una stanza tutta per noi…in
fondo ci voleva, questa è la seconda notte in viaggio. Sistemiamo le coperte
termiche e dormiamo tra sbalzi e curve di una strada che deve essere tutta
buchi. Meglio così, il bus in queste condizioni non può correre troppo.
In giro per Khajuraho |
Particolari dei templi... |
...robe...turche! |
I templi sono riccamente lavorati |
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