[Turchia]
La particolarità di Diyarbakir è la sua grande cerchia di mura in basalto
lunghe 6 km che si dice siano seconde solo alla Grande Muraglia cinese. Anche
le vecchie case venivano costruite in basalto nero mentre le strisce bianche e
nere sono uno degli elementi caratteristici delle moschee e dei vecchi
caravanserragli.
E’ molto bello l’Hasan Pasa Hani un vecchio caravanserraglio
trasformato in negozi e locali, sempre molto affollato. Seduti attorno a
piccoli tavoli la gente del posto legge giornali e beve tè. Ci è piaciuto passare un po’ del nostro
pomeriggio in questo luogo fra le nostre letture.
Pure questa mattina ci siamo
goduti del tempo stesi sotto gli alberi, come fa la gente del posto. Ci siamo
proprio rilassati qui a Diyarbakir, in fondo è stato necessario anche farlo:
questa sera ci aspetta un notturno in bus. A titolo di cronaca i nomi sui
nostri biglietti per il viaggio verso Van sono: Rucero Dakros e Benso Baola.
Pausa con tanto di anguria (mezza a testa),
tagliata con un coltello di plastica
Orgoglio italiano: in questa città il 90% dei Taxi sono Fiat (Doblò e Fiorino).
Sullo sfondo un caravanserraglio in basalto nero del 1500,
aveva 72 camere e una stalla per 800 cammelli.
Messa in aramaico antico, la lingua di Gesù
In tutta l’Anatolia, dove il
cristianesimo ha iniziato a diffondersi, sono rimaste alcune chiese cristiane. A
Diyarbakir c’è la splendida Chiesa della Vergine Maria di rito siro-ortodosso
(monofisti o giacobiti), dove le funzioni avvengono ancora in aramaico antico,
la lingua di Gesù. “E’ frequentata solo da una quarantina di cristiani rimasti
in città, dice il parroco, prima erano molti di più. Tutti se ne vogliono
andare perché hanno paura e dopo la morte del mio amico, il parroco di
Trebisonda, e degli altri fatti successi, anch’io ho paura. Qui non ci vogliono”
Abbiamo assistito alla bella
funzione in aramaico antico e ne ho riportato 30 secondi nel video sotto.
Approfondimento sui
monofisti (per chi vuole farsi del male)
Nel VI secolo d.C.
Giacobbe Baradeo vescovo di Edessa (Urfa) giunse a scontrarsi con il patriarca
di Costantinopoli per aver sviluppato una propria opinione circa la natura
divina di Cristo.
Il patriarca e la
dottrina ufficiale sostenevano che in Cristo convivevano la natura umana e la
natura divina. Il vescovo, invece, affermava che Cristo aveva una sola (mon)
natura (physis), quella divina. Tacciato come eretico monofista e scomunicato,
il vescovo fondò subito una propria chiesa che venne chiamata giacobita (o siro
– ortodossa) dal nome del suo fondatore.
Nello stesso periodo e
per lo stesso motivo furono istituite altre tre chiese indipendenti, quella
armena ortodossa, quella copta in Egitto e quella etiope.
Ahahah!! Lo storpiamento dei cognomi è da morire! Sarebbe bello raccoglierli in un libro!
RispondiEliminaAnche qua si mangia l'anguria, calduccio...
Ciao, Cri