mercoledì 10 ottobre 2012

Dentro le viscere della terra

[Laos]  Dopo la notte passata nella palafitta sui campi di sticky rice, con tutti gli animali che han fatto gran festa proprio sotto di noi e i contadini che già alle 5 di mattina passavano con i loro lunghi trattori a due ruote, siamo andati di buonora alle grotte di Tham Kong Lo, un lungo fiume sotterraneo di ben 7 km, tutti percorribili con una piccola e veloce imbarcazione a motore in grado di superare le piccole rapide. E' una delle meraviglie del Laos.

Tutto il sistema di guide e barche viene gestito da una cooperativa con tanto di prezzi ufficiali: l’escursione di due ore e mezza, con due persone che ci accompagnano, un pilota e una guida di prua che con un’enorme pila evita che si vada a sbattere contro le pareti della caverna costa solo 10 euro, sia per i turisti locali che per gli stranieri. Speriamo che il Laos continui a mantenere questa purezza d’animo e non pensi un giorno di salassare i turisti maggiorando i prezzi, come hanno già fatto molti stati intorno.

Quando entriamo nella grotta mi rendo conto che non è illuminata e le luci delle nostre guide servono a malapena a distinguere l’acqua dalla roccia. E’ un viaggio stupendo e proprio il fatto che non si veda quasi niente lo rende ancora più affascinante. A metà strada scendiamo dalla barca per vedere delle stalattiti e delle stalagmiti molto carine, ma la vera attrazione è il lungo andare nelle viscere della terra, con questi “Caronte” poco più che ventenni e canoe di legno che sembrano rovesciasi da un momento all'altro. In certi punti le grotte si allargano così tanto che c’è posto per delle vere e proprie spiagge di sabbia finissima… se fossero in Cina l’avrebbero già resa una stazione balneare sotterranea.

Dopo 7 chilometri usciamo dall’altra parte e visitiamo un villaggio che sembra uscito dal nulla, raggiungibile solo passando attraverso queste grotte. E’ come se fossimo stati ospiti di un fantomatico capitano Nemo asiatico e del suo rudimentale Nautilus, pronti ad entrare in posti impossibili per scoprire nuovi mondi.

Scendendo dalla barca scivolo prendendo una bella botta sul piede e la macchina fotografica finisce in acqua. Tolgo subito le batterie, anche quella piccola di base, per evitare qualche cortocircuito, ma ormai l’obiettivo e lo schermo sono pieni di gocce. Durante il ritorno in moto la terrò appesa al collo, in modo che si potesse prendere aria. La sera, miracolosamente, funziona nuovamente!

Ci mettiamo più di 5 ore per percorrere i 180 km che ci riportano a Tha Khaek, completando così il loop di 3 giorni. Arriviamo distrutti, ma rimanere a dormire qui vuol dire perdere un giorno e ormai ne abbiamo pochi. Così andiamo direttamente alla stazione dei bus e compriamo il biglietto dell’ultimo autobus delle 23 per Pakse. Non ci sono più cuccette, dobbiamo accontentarci dei posti a sedere, tanto siamo così distrutti che dormiremo lo stesso. 

Ultima luce prima di affontare i 7 km di buio  
 Riprendo colore dopo un bel po' di paura!
Torniamo dopo tre giorni di moto in mezzo alla foresta

3 commenti:

  1. ciao paola! ciao ruggero!
    continuo a seguirvi, non ho perso un giorno.

    più passa il tempo e più sento cosa state facendo.. un'esperienza bellissima.

    più passa il tempo e più lo realizzo.

    è proprio attraverso il tempo che capisco la grandezza della vostra esperienza.

    vi invidio.
    sì, in questo momento vorrei essere in viaggio da mesi..

    le foto, oltre ai racconti, sono belle e interessanti. per fortuna non avete rovinato la macchina fotografica!

    insomma.. il vostro viaggio è proprio bello!


    buon buonissimo (che sa di buono) proseguimento!

    susanna


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  2. ciao ci sono anch'io ......tutti i giorni
    buon proseguimento !!
    Sandra

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  3. bhe...ragazze
    mi fa piacere che ci seguite
    oltre al sostegno
    ...in fondo mi gasate...anche!
    baci
    Paola

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