[Laos] Luang Nam Tha è poco più di un villaggio lungo la strada
principale, ha comunque una buona struttura ricettiva con guesthouse economiche
e pulite, tutte fornite di zanzariere sia alle finestre che sopra il letto, una
doppia sicurezza certamente utile. In Laos la malaria è endemica e del tipo più
pericoloso, per cui bisogna ben proteggersi, con spray antizanzare sulla pelle
e coprendosi bene soprattutto all’alba e al tramonto.
Facciamo un’escursione notturna di poche centinaia di
metri dentro la foresta pluviale e scopriamo una cosa stranissima: normalmente,
camminando di notte in un bosco, un po’ di luce filtra dal cielo e si vedono
almeno le sagome degli alberi. Nella foresta pluviale invece la vegetazione è
così fitta che copre completamente il cielo e qualsiasi forma di luce. Se si spegne la pila non si
riesce nemmeno a fare un passo, è come essere dentro una stanza buia ed
ermeticamente chiusa. Una situazione angosciante.
Oggi abbiamo noleggiato una moto e fatto un lungo giro di
130 km verso Muang Sing per vedere i villaggi dell’etnia Akka, situati nella
foresta. Le case sono costruite su palafitte per evitare gli allagamenti durante
la stagione delle piogge e i tetti sono in lamiera o paglia mentre le pareti
sono fatte di legno o con foglie di palma intrecciate. I fuochi all’aperto
servono a riscaldare pentoloni di misere brodaglie e i vestiti stesi sono gli
unici colori vivaci del villaggio. La povertà di questi posti è a livelli
africani. Nel tragitto ci prendiamo un bell’acquazzone, che in mezzo ai raggi
di sole, rende il paesaggio ancora più affascinante.
Nel nostro giro arriviamo in un gruppo di case dove ci
sono bambini nudi che corrono tra i sentieri di terra rossa, uno è seduto nel
fango con una ciotola di cibo, è molto piccolo ma già capace di fare palline
del riso e portarsele alla bocca. Una donna si avvicina e denudandosi mi mostra
una grande ferita infetta sulla schiena, mi chiede dei medicinali che purtroppo
non ho. Poco lontano gli uomini del villaggio ci invitano continuamente a
comprare dell’oppio.
La regione dove si incontrano Laos, Thailandia e Birmania è il famigerato "Triangolo
d’Oro", la seconda area asiatica per la produzione dell’oppio dopo la "Mezzaluna Crescente" tra Afganistan e
Pakistan. Il commercio di questa sostanza divenne particolarmente remunerativo tra gli anni sessanta e settanta quando gli americani s'intromisero in questo lucroso mercato, ampliandone gli sbocchi su scala mondiale. L'oppio divenne per la CIA il mezzo per finanziare le operazioni di guerra in Indocina. Negli ultimi anni il governo del Laos, pur contrastandone la produzione, non l’ha mai
vietata in modo decisivo perché è sostanzialmente l’unica fonte di
sostentamento dei contadini della zona.
Tornando verso casa lo sguardo resta su quelle fitte
montagne e sulla vegetazione che le fa sembrare come di spugna. Arriviamo in
paese che ci sono già le prime luci della sera e subito dopo inizia una pioggia torrenziale, chissà se quei tetti di
paglia riusciranno a tenere tanta pioggia.
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Donne Akka nella foresta pluviale |
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Le case sono costruite su palafitte |
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Un villaggio nella foresta lungo la strada per Muang Sing |
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Ci si lava al fiume o alla fontana del villaggio |
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