[India] In questi giorni si è concluso il Durga Puja, una delle festività
indiane più importanti, particolarmente sentita a Calcutta e nella parte
orientale del paese dove le scuole chiudono fino a due settimane. I preparativi
sono cominciati già una settimana prima con l’allestimento di palchi
splendidamente decorati dove sono state installate delle statue di idoli e dei
abilmente lavorate dagli artigiani locali nei mesi precedenti. Per tutto questo
tempo c’è stata un’enorme confusione per le strade e nei vicoli, in qualunque
ora della giornata.
Stufi di questo stordimento che, per quanto interessante, alla
lunga distrugge i nervi, abbiamo approfittato dei tre giorni di chiusura della
scuola per andare ad Agra, distante sì 800 km, ma tranquillamente percorribili
in una notte di treno. Invece di dormire in albergo si prende una cuccetta e la
mattina successiva ci si sveglia nell’altra città. Non sapevamo che ad Agra ci
fosse una confusione peggiore che a Varanasi: dalla tarda mattinata
processioni continue di statue della dea Durga, e delle su diverse
raffigurazioni, seguite da centinaia di persone urlanti e danzanti hanno invaso
tutte le strade intono al Taj Mahal, fino al fiume. Un vero e proprio carnevale,
dove al posto delle maschere ci sono dei.
La parte meno simpatica è che oltre alle danze, al rumore, ai
botti e alla musica a tutto volume, viene lanciato del colore in polvere su
chiunque si trovi ai lati delle vie. In pratica siamo diventati completamente rossi,
verdi e gialli senza la possibilità di lavarci, avendo lasciato la camera per
prendere il treno di ritorno a Varanasi la sera stessa. Inizialmente seccati e preoccupati per i vestiti, zaini e macchine fotografiche pieni
di quella polvere micidiale, ci siamo poi lascati andare al fatalismo indiano
vivendo lo spettacolo che avevamo intorno.
Tutte le processioni arrivano al fiume, dove il rituale
prevede il lancio nell’acqua di oggetti sacri, fiori, cibo e infine delle
pesanti statue di argilla della dea Durga, trasportate in spalla dai fedeli
fino al centro dove la corrente è maggiore. A Varansi, visto che il Gange è più
profondo, vengono invece portate con le barche e poi gettate nell’acqua.
Così, fuggendo da Varanasi, dove il Durga Puja non sembra
sia stato così coinvolgente, abbiamo assistito a quello più esuberante di Agra.
Ho dovuto buttare i pantaloni per le troppe macchie di colore, ma li ho
facilmente ritrovati al mercato per soli 1,5 euro.
Il
Durga Puja
Il Durga Puja sono gli ultimi cinque giorni del festival di
“Navratri” che ne dura nove, come le
nove reincarnazioni di Durga, la dea più importante della mitologia hindu. Secondo
tale mitologia la dea ha sconfitto il demone-bufalo “Mahishasura” in una battaglia e la festa si celebra in ricordo
della sua vittoria, di solito verso il
mese di ottobre. Il Durga Puja comprende anche il culto di Shiva, che è il marito di Durga, oltre a quello di Lakshmi, Saraswati, Ganesha, Kartikeva, considerati
figli di Durga. Tutti raffigurati con delle statue durante la processione.
Alcuni giorni prima dell’inizio del festival la dea viene invitata
sulla terra. Seguono diversi rituali e festeggiamenti che culminano il quinto
giorno con una lunga processione dove la statua di Durga e di altri idoli sfilano
per le strade, accompagnate da tanta musica, balli e cibo per tutti, fino al
fiume, dove verrà gettata nelle sue acque a simboleggiare la partenza della
divinità verso la sua casa in Himalaya, assieme al suo sposo Shiva.
Tradizionalmente dopo questo episodio le famiglie si fanno visita l’un l’altra
e vengono offerti confetti ai visitatori. L’ultimo giorno è decisamente quello
più interessante.
Il lato negativo della festa è l’impatto ambientale dovuto
ai materiali utilizzati per decorare gli idoli, colori che inquinano le risorse
idriche locali, visto che vengono immersi completamente nei fiumi alla fine dei
festeggiamenti, e ogni città ne butta centinaia. Il governo ha vietato l’uso di
vernici pericolose, ma quasi nessuno rispetta il divieto. L’impatto del Durga
Puja è così forte da essere diventata la più grande preoccupazione ambientale
degli ultimi decenni in India.
Il
Pellegrinaggio dei Gitani in Camargue (Francia)
Il Durga Puja mi ricorda molto la festa che si svolge a
Saintes Maries de la Mer in Francia, un paesino sul mare poco dopo Marsiglia,
dove il 24, 25 e 26 maggio di ogni anno gli zingari di tutta Europa si
ritrovano per festeggiare la loro santa patrona. Sono belli soprattutto i primi
due giorni quando con una lunga processione la statua della santa viene
portata a bagnarsi fin dentro il mare. Durante la manifestazione ci sono zingari che cantano e ballano ovunque.
Le offerte al fiume durante il Durga Puja |
Canti ... |
...e balli... |
...di tutti i colori |
Alla fine del rito la dea Durga viene lanciata nel fiume |
testi, foto e colori bellissimi; non vedo l'ora di poter vendere il tuo libro reportage in negozio.
RispondiEliminaA presto ragazzi