[Laos] Dopo la notte passata nella palafitta sui campi di sticky
rice, con tutti gli animali che han fatto gran festa proprio sotto di noi e i
contadini che già alle 5 di mattina passavano con i loro lunghi trattori a due
ruote, siamo andati di buonora alle grotte di Tham Kong Lo, un lungo fiume
sotterraneo di ben 7 km, tutti percorribili con una piccola e veloce
imbarcazione a motore in grado di superare le piccole rapide. E' una delle
meraviglie del Laos.
Tutto il sistema di guide e barche viene gestito da una
cooperativa con tanto di prezzi ufficiali: l’escursione di due ore e mezza, con
due persone che ci accompagnano, un pilota e una guida di prua che con
un’enorme pila evita che si vada a sbattere contro le pareti della caverna costa
solo 10 euro, sia per i turisti locali che per gli stranieri. Speriamo che il
Laos continui a mantenere questa purezza d’animo e non pensi un giorno di
salassare i turisti maggiorando i prezzi, come hanno già fatto molti stati intorno.
Quando entriamo nella grotta mi rendo conto che non è
illuminata e le luci delle nostre guide servono a malapena a
distinguere l’acqua dalla roccia. E’ un viaggio stupendo e proprio il fatto che
non si veda quasi niente lo rende ancora più affascinante. A metà strada
scendiamo dalla barca per vedere delle stalattiti e delle stalagmiti molto carine, ma la vera
attrazione è il lungo andare nelle viscere della terra, con questi “Caronte”
poco più che ventenni e canoe di legno che sembrano rovesciasi da un momento
all'altro. In certi punti le grotte si allargano così tanto che c’è posto per delle vere e proprie spiagge di sabbia finissima… se fossero in Cina l’avrebbero
già resa una stazione balneare sotterranea.
Dopo 7 chilometri usciamo dall’altra parte e visitiamo un
villaggio che sembra uscito dal nulla, raggiungibile solo passando attraverso queste
grotte. E’ come se fossimo stati ospiti di un fantomatico capitano Nemo
asiatico e del suo rudimentale Nautilus, pronti ad entrare in posti impossibili per scoprire nuovi mondi.
Scendendo dalla barca scivolo prendendo una bella botta sul
piede e la macchina fotografica finisce in acqua. Tolgo subito le batterie,
anche quella piccola di base, per evitare qualche cortocircuito, ma ormai
l’obiettivo e lo schermo sono pieni di gocce. Durante il ritorno in moto la terrò appesa al collo, in modo che si potesse prendere aria. La sera, miracolosamente, funziona nuovamente!
Ci mettiamo più di 5 ore per percorrere i 180 km che ci
riportano a Tha Khaek, completando così il loop
di 3 giorni. Arriviamo distrutti, ma rimanere a dormire qui vuol dire perdere
un giorno e ormai ne abbiamo pochi. Così andiamo direttamente alla stazione
dei bus e compriamo il biglietto dell’ultimo autobus delle 23 per Pakse. Non ci
sono più cuccette, dobbiamo accontentarci dei posti a sedere, tanto siamo così
distrutti che dormiremo lo stesso.
Ultima luce prima di affontare i 7 km di buio |
Riprendo colore dopo un bel po' di paura! |
Torniamo dopo tre giorni di moto in mezzo alla foresta |
ciao paola! ciao ruggero!
RispondiEliminacontinuo a seguirvi, non ho perso un giorno.
più passa il tempo e più sento cosa state facendo.. un'esperienza bellissima.
più passa il tempo e più lo realizzo.
è proprio attraverso il tempo che capisco la grandezza della vostra esperienza.
vi invidio.
sì, in questo momento vorrei essere in viaggio da mesi..
le foto, oltre ai racconti, sono belle e interessanti. per fortuna non avete rovinato la macchina fotografica!
insomma.. il vostro viaggio è proprio bello!
buon buonissimo (che sa di buono) proseguimento!
susanna
ciao ci sono anch'io ......tutti i giorni
RispondiEliminabuon proseguimento !!
Sandra
bhe...ragazze
RispondiEliminami fa piacere che ci seguite
oltre al sostegno
...in fondo mi gasate...anche!
baci
Paola