“Il Taj Mahal è una lacrima sulla
guancia dell’eternità”
R. Tagore
[India] E’ la “gemma tra tutti i palazzi”, una
meraviglia universale che lascia a bocca aperta chiunque lo guardi, tanto da
essere considerata l’ottava meraviglia del mondo. Un atto d’amore dedicato
dall’imperatore Shah Jahan all’adorata terza moglie Mumtaz Mahal, morta a 39 anni dando alla luce il
quattordicesimo figlio. Il mausoleo in marmo bianco è intarsiato di lavori
calligrafici, pietre preziose, semipreziose e intricati disegni floreali che
rappresentano il paradiso.
Mamtuz muore nel 1631 e getta
l’imperatore nella disperazione, malgrado abbia altre tre mogli e 3000
concubine, si racconta che i suoi capelli diventarono bianchi in un solo giorno.
L’anno successivo cominciò la costruzione del mausoleo che durò oltre vent’anni.
Vennero chiamati i migliori architetti ed artigiani da tutto il mondo e le
persone impiegate nei lavori furono più di 20.000. Poco tempo dopo aver
ultimato il mausoleo l’imperatore venne detronizzato dal figlio e incarcerato per
otto anni nel Forte di Agra dove trascorse il resto dei suoi giorni ammirando
la sua creazione dalla finestra. Alla sua morte, Shah Jahan venne sepolto
accanto alla sua amata Mumtaz.
Amore estremo, amore folle, amore
disperato. Per amore si scalano le montagne e si costruiscono mausolei. Duemila
anni prima ad Alicarnasso, l’attuale Bodrum, in Turchia, venne progettata la
prima tomba monumentale destinata a diventare una delle Sette Meraviglie del mondo
antico e costruita anch’essa per amore. Una donna in questo caso, Artemisia, la
fece erigere per la morte dell’amato marito, nonché fratello, il re satrapo
Mausolo. La regina morì prima della fine dei lavori ma gli artigiani
completarono comunque l’opera in onore della bellezza. Tale era la magnificenza
e l’imponenza della tomba di Mausolo, che il termine mausoleo venne poi usato
per indicare tutte le grandi tombe monumentali.
Mi ricordo ancora quando qualche anno
fa, passando con l’autobus vicino a Bodrum, ci siamo fatti lasciare in piena
notte sulla strada per visitare le quattro misere pietre rimaste sul posto dove
sorgeva il mausoleo. L’emozione di calpestare il suolo dove sorgeva una delle
Sette Meraviglie è stata fortissima, tanto che decidemmo di visitarle tutte.
L’unica Meraviglia che non è stato possibile vedere sono i Giardini Pensili di Babilonia
a Bagdad, per i noti problemi di sicurezza. Visitarle è stato un fantastico
viaggio tra realtà e fantasia. Ad Agra abbiamo rinnovato quelle emozioni.
E’ comunque singolare il fatto che il
più grande tempio dell’amore sia proprio in una terra dove l’amore non è
libero, dove ancor oggi lo sposo e la sposa vengono scelti dai rispettivi genitori
ed è praticamente assente qualsiasi complicità prematrimoniale: a scuola non è
nemmeno immaginabile che nascano storie tra ragazzi e ragazze. Eppure anche le
indiane sognano un uomo come l’imperatore Shah Jahan, le studentesse delle
classi che seguo a Varanasi conoscono tutti i particolari di questa storia. L’amore
non manca, è semplicemente spostato a dopo il matrimonio, imparando ad amare
chi ti trovi accanto.
La visita
Agra, insieme a Delhi e Jaipur forma il
“triangolo d’oro del turismo indiano”, una delle zone più visitate del
subcontinente. Siamo arrivati in città con il treno notturno da Varanasi,
durante i tre giorni di sospensione scolastica per la festa del Durga Puja. Non
è facile entrare nel Taj Mahal senza fare una lunghissima coda, ci sono 3
milioni di visitatori all’anno, una media di 10.000 al giorno, così scegliamo
di andarci l’indomani all’alba quando le comitive dei turisti non sono ancora
arrivate. Inoltre, il momento in cui sorge il sole è il più bello perché dona
al mausoleo un particolare colore dorato mentre i fumi del fiume Yamuna lo
avvolgono come un velo che svela e nasconde. Prendiamo una camera con vista sul
Taj al Suniya Palace Hotel, peccato che il mausoleo non venga illuminato di
notte.
Dopo essere stati catapultati giù dal
letto alle 5 esatte, per le urla del muezzin emesse dagli altoparlanti della vicina
moschea, siamo entrati nel monumento. Il mausoleo vero e proprio si visita
velocemente ma il complesso di giardini adorni di fontane, vasche, aiuole e
piante, è veramente esteso. Ciò che viene spontaneo quando si visita il Taj è
sedersi e contemplarlo: rialzato com’è di fronte al fiume, un vero colpo di
genio architettonico di chi l’ha costruito, si staglia nel blu del cielo come
un castello sospeso, si potrebbe rimanere ore ad ammirarlo nella sua stupenda
semplicità.
Il costo d’ingresso per gli stranieri è
molto alto, 750 rupie rispetto alle 20 che pagano gli indiani, uno sproposito
per l’India, ma questi 11 euro valgono assolutamente la pena. Il biglietto vale
per un solo ingresso, in realtà, chiedendo, ti lasciano entrare più volte nel
corso della stessa giornata. Al tramonto, prima di ripartire con il treno, ci
concediamo una cena sulla terrazza del nostro albergo, mentre il Taj Mahal viene
avvolto nel rossore delle ultime nubi e si vedono ancora le sagome di migliaia
di visitatori in attesa di entrare nella tomba.
"Il Taj Mahal è l'incarnazione della
bellezza" Rudyard Kipling
L'imperatore Shah Jahan sosteneva che
"facesse
versare lacrime agli occhi del sole e della luna"
Non sembra ma è molto leggero
Meraviglioso!! A volte ho l'impressione che siate dentro ad una favola... e noi ad occhi aperti che vi seguiamo,come bambini affascinati dalla storia... Un grosso abbraccio, Cri
RispondiEliminaGrazie cara cristina, sei molto gentile...beh, se vedi la sporcizia di Varanasi non la chiameresti tanto favola, ma a parte quello..vediamo delle cose molto belle..
Eliminapaola e rug