[India] Vent’anni fa sono approdati in India due insegnanti italiani,
Luigina de Biasi e Valentino Giacomin, con un progetto educativo innovativo:
affiancare alle normali materie di studio l’educazione alla solidarietà e alla
pace con se stessi e con gli altri. Un progetto ambizioso ma di successo, visto
che le scuole di questi tipo in India sono diventate tre e solo quella di
Sarnath conta 800 studenti. Buona parte dei fondi vengono raccolti dagli
sponsor in Italia e servono a garantire la scuola a molti ragazzi e ragazze che
mai potrebbero permettersi di andarci. Il premio “Tiziano Terzani” di Udine è uno dei fedeli sostenitori del
progetto.
L’idea di base del “Progetto
Alice” è quella di “Insegnare a conoscere mente e cuore. Sulla base di questa
conoscenza, per gli studenti sarà più facile avere un buon rapporto con se
stessi, con le persone che li circondano e con l’ambiente in cui vivono, agendo
con maggiore consapevolezza.” Il concetto
base riguarda l’Unità, oltre le divisioni create dalla nazionalità, dalle
tradizioni, dalle religioni, per una società multiculturale e pluralista. Il
metodo si è ispirato alla psicologia trans personale, che afferma
l’indivisibilità tra corpo, mente e spiritualità. E questa è anche l’antica
saggezza dell’India. Il prof. Andrea
Bocconi, psicoterapista, esponente di rilievo della psicosintesi in Italia, lo
ha definito “la nuova pedagogia per il
terzo millennio”.
Devo dire che l’aria che si respira entrando nel cortile
è proprio questa: un’isola felice dove le differenze vengono rivalutate e
accettate come valori. C’è un tempio buddista, uno induista, uno spazio per i
cristiani ed uno per i mussulmani. In Italia il crocifisso nelle aule è spesso
contestato qui, invece, in ogni classe insieme al crocifisso c’è l’immagine del
Buddha, di Shiva e della Mecca. Verso le cinque della sera i ragazzi e le
ragazze del convitto vanno tutti insieme a pregare, prima al tempio induista e
poi a quello buddista.
La scuola inizia alle 7.00 con venti minuti di yoga, dove
tutti i ragazzi sono seduti nel cortile in fila e con le gambe incrociate, uno
spettacolo. Nelle singole classi, alla fine di ogni ora, vengono dedicati dieci
minuti alla meditazione, con gli studenti che in perfetto silenzio, e con gli
occhi chiusi, si concentrano su delle immagini suggerite dall’insegnante,
generalmente un punto nero al centro di una lavagna bianca o la luce di una
candela. Lo yoga viene praticato nel corso della giornata. Sui muri della
scuola e delle classi ci sono grandi quadri con immagini di serenità e frasi
che fanno pensare, talvolta tratte dai testi delle diverse religioni.
Il metodo “Alice Project” (www.aliceproject.org) è studiato e
copiato da molte scuole, soprattutto in India, Bhutan e Sri Lanka, ma riscuote
ammirazione ed interessene anche in Europa, con numerose persone in visita e
tante che si fermano per comprenderne il paradigma educativo o farne delle tesi
di laurea. Tutti ne escono ammirati. Noi ci stupiamo ogni giorno di più: pur
essendoci centinaia di ragazzi, dai 5 ai 17 anni, non c’è mai confusione,
nessuno urla, tutti invece salutano educatamente, “Namastè”, magari toccandoti i piedi con le mani per poi toccarsi la loro
fonte, in segno di rispetto.
Ogni classe, una volta alla settimana, dedica mezz’ora
alla sistemazione del cortile e le classi vengono pulite dai ragazzi ogni
giorno. Nessun insegnante li controlla durante l’intervallo e non ho mai visto uno
studente delle classi superiori chiedere di andare in bagno durante le lezioni.
I
risultati scolatici
Nella scuola ovviamente sono insegnate anche le materie
curricolari, cioè quelle previste dal Ministero dell’istruzione e negli esami
finali, che vengono fatti da commissioni esterne, il “Progetto Alice” ha tra le più alte percentuali di promozione. Ciò
che sorprende è l’ottima preparazione in alcune materie come la matematica,
dove il programma che svolgono in “prima
superiore” equivale a quello che noi facciamo in quarta! Questo non è però merito di questa scuola in particolare ma
del sistema scolastico indiano, di cui parleremo in un altro momento.
A scuola, nel nostro impegno quotidiano, potremmo saltare la meditazione mattutina degli
studenti, prima dell’inizio delle lezioni, ma vedere questi ragazzi con tutte
le loro belle divise azzurre praticare lo yoga è un vero spettacolo. Il primo
giorno ci siamo veramente commossi: per omaggiarci hanno cantato tutti insieme
l’Inno d’Italia, perfettamente, dall’inizio alla fine… in Italia non l’abbiamo
mai sentito in una scuola.
La meditazione prima dell'inizio delle lezioni... |
...un insegnante suggerisce le riflessioni |
La scuola è multireligiosa |
Finalmente da ieri mi sono riaggiornata al vostro splendido diario. Ultimamente, causa la mancanza di tempo, lo avevo trascurato e mi mancava non poco!
RispondiEliminaGrazie anche per le splendide foto.
Un abbraccio
Fiammetta