Il vero amore
comincia il primo giorno di noia
R. P. Kaushicki, saggio indiano
[India] Siamo così tornati a Varanasi per il nostro ultimo mese
nella scuola di Sarnath. Il viaggio da Pushkar è stato interminabile, oltre 24
ore se teniamo conto delle tre ore di ritardo del treno e del tempo per entrare
in città durante l’ennesima festa, mussulmana questa volta, in cui le strade
erano intasate da processioni di fedeli che agitavano coltelli e spade
nell’aria, seguiti da baldacchini portati a spalla e raffiguranti moschee in
miniatura. Una giornata pericolosa, da passare a casa, per non essere feriti
dalle armi agitate in modo compulsivo e a caso. Oltre 250 i feriti, dice il
giornale di oggi.
I nostri amici ci suggerivano di tornare in volo, visto
che costava solo 50 euro. Poco per gli occidentali, ma chi viaggia in economia
e per molto tempo, come noi, deve tener conto anche di queste piccole
differenze e poi 50 euro sono sempre un sacco di soldi in
India, corrispondono a quasi il doppio di uno stipendio mensile con cui molte
famiglie riescono a sfamare cinque, sei o più persone. Già ci sentiamo in colpa
quando pensiamo che vivendo in un bell’albergo con vista sul Gange e mangiando
ogni giorno in ristorante, spendiamo in un giorno quanto una famiglia spende in
un mese.
Abbiamo comunque sempre rifiutato l’aereo, quando
possibile, soprattutto perché ti catapulta in una nuova realtà senza la poesia
che il viaggio via terra sa trasmettere. Dal finestrino del treno o
dell’autobus vedi un mondo che si muove alla velocità dei tuoi pensieri, che ti
racconta di deserti infiniti, di pallidi tramonti, di città inquinate, di gente
che fatica per vivere senza perdere il sorriso. Ti permette di dormire,
leggere, sognare, avvolto nella tua solitudine, cullato come un bambino appena
nato.
E poi non è così vero che si guadagna tempo, noi abbiamo
perso sostanzialmente la giornata di domenica, perché siamo saliti in treno il
sabato sera. Se pensiamo ad un volo aereo di due ore la giornata parte
comunque, tenendo conto dell’attesa del volo e del tempo di andata e ritorno
dagli aeroporti, sempre lontani dal centro.
Nella scuola di Sarnath abbiamo ricominciato alla grande,
Paola è ormai passata come esperta di pittura ad acquarello e deve insegnare a
sempre più studenti ed insegnanti, io continuo a vagare per le classi ad
osservare il metodo di insegnamento delle materie scientifiche, a fare
supplenze, e a scrivere relazioni che sicuramente nessuno leggerà. Ma siamo
molto contenti di essere qui, scopriamo sempre cose nuove.
Oggi è arrivato Andrea Bocconi, psicoterapista ed
esponente di rilievo della psicosintesi in Italia, nonché noto scrittore. Ha
scritto diversi libri, per Guanda è autore di “Viaggiare e non partire” e il simpatico “India formato famiglia”. Terrà una serie di lezioni pomeridiane per
gli insegnati della scuola a cui partecipiamo anche noi. Abbiamo parlato con
lui del progetto Alice a della possibilità di trattare le emozioni anche nelle
scuole italiane. E’ il futuro, dice, e Valentino ne è il precursore, anzi, si
potrebbe definire il “Montessori” del
XX secolo. La frase iniziale di Kaushicki è tratta dal libro "La mente e oltre", sempre di Bocconi.
Il tempio cristiano nel cortile della scuola
Il tempio buddhista...
...e il tempio indusita
In tutte le classi c'è il simbolo cristiano, buddista, induista e mussulmano
bellissima descrizione, sia del viaggio in treno piuttosto che in aereo sia della vita a scuola!
RispondiEliminasperiamo davvero che il racconto possa descrivere la bellezza della nostra esperienza indiana ben più interessante di quanto pensavamo, anche dal punto di vista scolastico.
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