mercoledì 6 marzo 2013

Thailandia nel 2556: la prostituzione che non si vede

La Thailandia è una delle mete più utilizzate dal turismo sessuale di tutto il mondo e una buona fetta dei turisti che arrivano in questo paese lo scelgono appositamente per questo, ma non è vero che ovunque si vada ci siano prostitute e locali a luci rosse. Noi siamo rimasti in Thailandia oltre un mese e non abbiamo mai visto una prostituta che si potesse distinguere dalle altre donne o un locale che si potesse chiaramente riconoscere come “bordello”. La prostituzione in Thailandia, se non la cerchi non la vedi.  

C’è sorto il dubbio che nessuno si sia avvicinato a noi per offrirci “certi servizi” perché siamo in coppia, ma un ragazzo che ha girato molto in questi luoghi ci ha confermato che all’infuori di certe zone e di certi locali non ha mai ricevuto delle “avances”. L’unica cosa che abbiamo notato, soprattutto nei ristoranti delle isole meridionali, sono gli adulti con giovani ragazze. Molti sono russi, altri sono europei o americani, tutti comunque contenuti nelle loro “affettuosità”, visto che in oriente non è prassi manifestarle in pubblico.

Malgrado questo, i numeri legati alla prostituzione in Thailandia sono enormi. Secondo uno studio della Chulalongkorn University, si parla di un giro economico pari al 4% del PIL e di un numero di persone impiegate che sfiora i tre milioni, molte delle quali minorenni. Le zone di Pat Pong a Bangkok, Pattaya Beach, la spiaggia di Patong a Puket, l’isola di Koh Samui e, in forma minore, alcune zone della città di Chang Mai, 600 km a nord di Bangkok, pullulano di locali notturni più o meno “spinti” che girano intorno all’industria del sesso. Solo lungo la spiaggia di Pattaya se ne contano più di 800.

Sono pochi i locali che offrono “tutto il servizio”, in genere le ragazze vi lavorano solo come intrattenitrici. Il loro compito è quello di fare in modo che il cliente consumi il più possibile, se poi quest’ultimo vuole allontanarsi con la ragazza, concorda con lei il prezzo e paga il locale per la perdita di una intrattenitrice per quella sera. Un modo per bypassare il divieto di prostituzione che vige dal 1960, poco rispettato.

Sembra che in questo modo tutti i soldi della prestazione finiscano in tasca alle ragazze. In molti casi è vero, ma la mancanza di tutele in questa categoria non riconosciuta genera, come in Italia d’altronde, numerose situazioni di sfruttamento, con ragazze che sono continuamente in debito verso i locali per cui lavorano. A volte sono le stesse famiglie povere che obbligano le figlie a fare questo lavoro per mantenere il resto della famiglia, anche se molte delle volte i soldi che arrivano a casa vanno a finire in televisori più moderni, lavatrici, automobili, ecc.. Questo risvolto economico ha addirittura cambiato l’idea sulla nascita delle figlie in molte famiglie indigenti, considerate ora come una possibilità di guadagno piuttosto che un peso.

In Thailandia la prostituzione non è mai stata vista in modo totalmente negativo, era praticata e tollerata tra gli stessi thailandesi ben prima che nel 1960 venisse imposto dalla comunità internazionale di renderla illegale. Poi, durante la guerra del Vietnam, i soldati americani hanno lanciato la moda del “paese dal sesso facile” e sono seguiti tutti gli altri. Contro la prostituzione minorile è arrivata per fortuna una legge 1995 che punisce in modo severo questa pratica. Tutte le ragazze che lavorano nei locali sono per questo motivo maggiorenni, mentre non è sempre così per quelle incontrate fuori; qualcuno proporrebbe di controllarne la carta d’identità, ma bisognerebbe essere sicuri di far bene i conti, visto che qui gli anni sono 543 in più dei nostri (secondo il calendario thailandese siamo infatti  nell’anno 2556*). Le galere thailandesi non sembrano per niente ospitali!

Tornando al discorso dei “vecchi” con le ragazzine: è vero che molte persone adulte vengono in Thailandia per vivere una seconda giovinezza cercando delle giovani. Ma è vero anche il contrario: le giovani thailandesi cercano i “vecchi” perché hanno in genere maggiori possibilità economiche, fanno meno sesso, e soprattutto continuano a mandare loro dei soldi dopo che sono tornati a casa, magari dopo che la ragazza ha raccontato loro che la mamma si è ammalata o che il tetto della casa è crollato.

Il calendario thailandese segue l’era buddhista dove il computo degli anni prende origine dal momento della morte del Buddha storico fissata al 543 a.C. Pertanto si deve sommare 543 al numero dell'anno giuliano per ottenere l'anno buddhista corrispondente.

 Koh Yao Yai
 Kho Kradan
 Koh Kradan

2 commenti:

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