[Australia] Dall’incrocio di Erldunda percorriamo
velocemente gli ultimi 300 km che ci portano al parco di Uluru-Kata Tjuta, dove
si trova l’Ayers Rock, il monolite più famoso di tutta la Terra (dichiarato Patrimonio
dellUmanità dall’Unesco). A Curting Spring, più o meno a metà strada, ci fermiamo
nella roadhouse per caricare acqua e fare una doccia calda nel campeggio
gratuito. Scopriamo che il camper ha un serbatoio d’acqua di soli 20 litri, ora
capiamo perché un pieno ci dura pochissimo ed è appena sufficiente a
lavare i piatti della cena e della colazione.
Paghiamo 25$ a testa per l’ingresso al
parco. Siamo finalmente ai piedi del monolite e possiamo
contemplarlo in tutta la sua bellezza. L’Uluru, come viene chiamato il monolite
dagli aborigeni, si staglia per 350 metri rispetto al territorio circostante e
ha un’altezza rispetto al livello del mare pari a 864 metri, in pratica tutto
il territorio pianeggiante che vediamo intorno è un grande altopiano di 500
metri. Ci giriamo intorno percorrendo i bellissimi 10,6 km di circonferenza
nella metà del tempo previsto, abbiamo dovuto fare in fretta per avere il tempo di
goderci il tramonto spostandoci da un'altra parte.
La roccia ha proprio un aspetto
particolare e non è liscia come appare da lontano, ma tutta bucherellata, in
alcune parti sembra addirittura una scultura d’arte moderna. Intorno ci sono
dei cartelli dove si chiede di non fotografare perché il sito è un luogo di
culto aborigeno, per lo stesso motivo non si dovrebbe salirci sopra. In realtà
quasi tutti se ne fregano, soprattutto i giapponesi che mai se ne andrebbero
senza averlo scalato. Il governo stesso, quando ha dato la gestione del sito “in
mano” agli aborigeni, ha posto la condizione che non ne fosse vietata la scalata,
proprio per non perdere la buona fetta di turisti che vengono appositamente per
questo.
Uluru ha un ruolo particolare nella
mitologia del dreamtime (l’Epoca del
Sogno), delle popolazioni del luogo, un’era antecedente alla creazione della Terra in cui vivevano degli spiriti che avrebbero creato ogni elemento del
mondo naturale, tali spiriti sono considerati gli antenati di tutte le creature viventi. Benché
soprannaturali, questi antenati sprofondarono nel sonno da cui si erano
svegliati, ma la loro energia permane nei sentieri che erano soliti percorrere
durante l’epoca dei sogni, sotto forma di alberi, colline e pietre. Questi
luoghi sono considerati “siti sacri”, tutelati talvolta dallo stesso governo
australiano.
Gli aborigeni credono che ogni
persona, animale o pianta abbia due anime, una mortale e una immortale. L’anima
immortale è parte di uno spirito ancestrale e dopo la morte ritorna nei luoghi
sacri di quest’ultimo, mentre quella mortale svanisce nell’oblio. Ogni
individuo ha quindi un legame spirituale con i siti sacri legati al proprio
antenato e deve averne cura, eseguendo determinati rituali ed intonando i canti
che narrano le azioni compiute dal progenitore (gli aborigeni non avevamo una
loro scrittura, tutte le tradizioni venivano tramandate attraverso i canti). E’
curioso il fatto che la maggior parte degli aborigeni sia comunque cristiana,
perché a sui tempo furono confinati nelle missioni cattoliche dai coloni che
avanzavano, e portino avanti entrambe le religioni.
La sera dobbiamo uscire dal parco,
dentro non si può campeggiare. Andiamo a Yulara, un centro turistico a 20 km
dove troviamo pure un supermercato, l’unico nel raggio di 450 km e per questo
molto costoso e ci fermiamo a dormire in una stradina vicina. Una cinquantina di chilometri dall'Ayers Rock ci sono i monti Olga, delle formazioni rocciose dello
stesso tipo di Uluru. Appena svegliati li raggiungiamo e facciamo una lunga passeggiata di tre ore, è bella, ma non
suggestiva come quella intorno al monolite. Nella strada
del ritorno ci fermiamo nuovamente a Curting Spring, dove ci sono quelle docce
calde e gratuite che ci erano tanto piaciute, in compenso 1,5 litri di acqua da
bere costano 4,5$!
Tra ieri e oggi abbiamo percorso 540
km.
Il famoso monolite dell'Ayers Rock al tramonto |
I fori del monolite scavati dalla pioggia e dal vento |
Passeggiata sui Monti Olgas (sullo sfondo) |
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