[Australia] E' difficile trovare dei difetti alle città
australiane: sono pulite, con giardini curati e pieni di gente che fa picnic o
jogging; moderne, ma conservano allo stesso tempo chiese, palazzi e interi
quartieri in stile vittoriano-coloniale molto carini; alcuni autobus e tram
sono gratuiti rendendo più comodi gli spostamenti, non si vedono mai poliziotti
in giro, dando l’idea di città sicure
che vivono con il semplice rispetto delle regole. Le città vicino al mare hanno
spiagge libere a pochi km dal centro e sono, per legge, prive di chioschi e
ombrelloni. Gli abitanti, infine, sono tutti estremamente gentili, si prodigano
sempre a fornirti informazioni o ad aiutarti, in qualsiasi momento. Melbourne
aggiunge a tutto questo un notevole paesaggio culturale fatto di artisti di
strada, teatri e musei.
La città nacque nel 1835, quando Jhon Batman comprò
240.000 ettari di terra dagli aborigeni. Il concetto di compravendita della
terra era sconosciuto alla cultura di queste genti, le quali ottennero, in cambio
della terra, soltanto un po’ di farina, qualche utensile, e vestiti. La corsa
alle miniere d’oro portò alla costruzione di una città nota ai tempi come
“Fantastica Melbourne”. Dopo la seconda guerra mondiale il tessuto sociale di
Melbourne si arricchì notevolmente grazie all’influsso di persone provenienti
da tutti il mondo. Carlton, per esempio, è il quartiere degli italiani pieno di
pizzerie, gelaterie e ristoranti che offrono la nostra cucina, considerata tra
le migliori al mondo. Noi andiamo invece a farci uno spuntino di sushi nei
nuovi locali lungo il fiume, con un bel rotolone di riso nero e salmone a solo
2,7 $ l’uno.
Stiamo città per due
giorni, quasi sempre assolati. La National Gallery of Victoria, con il suo muro
d’acqua che ne è diventato il simbolo, è un museo gratuito che nasconde una
collezione a livello internazionale rinomata in tutto il mondo ed è
probabilmente la più bella dell’Australia.Tra le tele della collezione
permanente ci sono Rembrandt, Picasso, Rubens, Monet e Modigliani. Notevoli
anche le costruzioni moderne intorno alla piazza Federation Square, diventata
il nuovo fulcro della città; un tripudio di acciaio, vetro e geometrie
astratte, dove gli abitanti di Melbourne si ritrovano per assistere ad eventi
culturali, a corsi di tai chi, oppure a far battaglie a colpi di cuscino!
Girare a piedi non è
difficile e le varie vie offrono sempre qualcosa di diverso. In alcune si
esprimono i “pittori” con le loro bombolette a spray, in altre dei giovani
musicisti improvvisati radunano intorno centinaia di persone, in altre ancora
ci sono prestigiatori, giocolieri, mimi e aborigeni nei loro costumi
tradizionali che suonano il caratteristico corno. Anche la prospettiva cambia,
dagli enormi grattacieli in vetro di geometrie diverse, si passa a vie
residenziali con basse case attorniate da giardini dove a qualsiasi ora c’è
qualcuno che fa dello sport. Ovunque sferragliano nostalgici tram elettrici
antichi e moderni che sostituiscono, con bellezza, la metropolitana che non
esiste.
Tra le tante persone
che incontriamo ci colpisce Frank, un insegnante quarantenne nato da genitori
italiani emigrati dall’Abruzzo una cinquantina di anni fa. Frank è ubriaco (qui
bevono tutti tantissimo, soprattutto nel fine settimana) e si giustifica
dicendo che la moglie lo ha lasciato solo cinque settimane fa. Parla il
dialetto imparato dai suoi genitori ed usa molto parole come “cazzo” e
“vaffanculo” che lui ritiene peculiari del nostro linguaggio. Ci parla del suo
lavoro e dice che nella scuola superiore in cui insegna ha 150 studenti,
distribuiti in 5 classi. Rimane a scuola dalle 9 alle 16, dal lunedì al
venerdì, e guadagna 1000$ a settimana (circa 3500 euro al mese). Le vacanze
estive, che qui coincidono con il periodo di Natale, durano un mese, poi hanno tre settimane a luglio, durante il loro inverno, due settimane a Pasqua e altre due ad ottobre. Questi periodi cambiano da stato a stato.
Verso sera ci
spostiamo lungo la Smith St, che ricorda molto alcune vie di Londra, con negozi
casual e trendy a prezzi accettabili, simili ai nostri. Su uno dei muri esterni
ci attira la locandina con i quattro concerti che Zuccherò terrà in Australia nelle
prossime due settimane, uno di questi sarà qui a Melbourne. Verso sera ci
spostiamo nelle vie della movida, come Brunswick St, dove si ritrovano i
giovani. Molti di loro arrivano in taxi, così possono bere tranquillamente
senza incorrere nelle pesanti sanzioni per chi guida in stato di ubriachezza. Osservarli
è uno spettacolo, vestiti talvolta in modo particolare per andare a chissà
quale festa, uno è vestito da suora e ci saluta allegramente con la sigaretta
in mano.
Come in molte altre
città del mondo, anche il quartiere cinese di Melbourne ha il suo bell’arco
all’ingresso, ma, a parte qualche lampadario di carta rosso appeso fuori dei
ristoranti e dei negozi, per il resto non si distingue molto dalle altre zone. Un
giovane cinese con un banchetto raccoglie firme contro le uccisioni di detenuti
in Cina, tra cui molti Falun Gong, mirate al commercio di organi. I Falun Gong
sono dei dissidenti che si oppongono alle malefatte del governo cinese e
cercano di denunciarne i crimini. Si stima che nelle prigioni cinesi ci sino
tra 500.000 e un milione di Falun Gong.
La denuncia parte
dalla constatazione che ogni anno vengono trapiantati in Cina diecine di
migliaia di organi, mentre i donatori volontari sono solo poche centinaia.
Secondo questi dissidenti, parecchie migliaia di detenuti politici vengono
uccisi ogni anno per poter prelevare questi organi. La cosa ancora più atroce è
che, per aumentare la probabilità di successo del trapianto, l’organo viene
prelevato con la persona ancora in vita, solo dopo sarà uccisa. Il sito di
riferimento per avere informazioni è: www.falunau.org,
oppure: www.facebook.com/StopOrganTheft
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