[Australia] L’alba nel lookout delle “The Breakways”, 20 km a nord di Coober Pedy, è ancor più rossa del tramonto di ieri sera. Intorno il silenzio è assoluto, nessuno in giro, nessuna abitazione a vista. Purtroppo con i primi raggi di sole arrivano anche le mosche, tante, tantissime, insopportabili. In tutto il centro Australia c’è questo problema per qualche mese all’anno. Le mosche non pungono ma s’insinuano tra gli occhi e le labbra cercando dei liquidi, più volte ci è capitato di chiudere gli occhi e schiacciarle con le palpebre. I più bravi le sopportano, magari allontanandole dal viso con la mano, muovendola a mo’ di tergicristallo, noi abbiamo risolto il problema comprando delle sottili reti da mettere in testa, reperibili in tutti i negozi della zona. Comunque di notte le mosche non ci sono, appena scende il sole spariscono.
Facciamo 9 km di sterrato e torniamo di nuovo sulla
Stuart Highway, la direttrice sud-nord che prende il nome dell’esploratore John
Stuart, il primo ad effettuare questo percorso nel 1862, dopo due tentativi
falliti negli anni precedenti. Oggi cercheremo di fare tanta strada per
avvicinarci alla prossima meta: l’Ayers Rock, il monolito di roccia rossa
considerato l’icona nazionale australiana. Il paesaggio desertico che
attraversiamo è sempre interessante, con cespugli e talvolta piccoli alberi che
crescono sulla sabbia rossa, ma non è vario come quello precedente a Coober
Pery.
In questa zona non ci sono canguri che possono
attraversaci la strada, lo deduciamo dal fatto che non ce ne sono più di morti
ai lati, in compenso vediamo tante carcasse di automobili, spesso arrugginite,
abbandonate sulla sabbia. Sono molto fotogeniche, viene quasi il sospetto che
vengano lasciate lì proprio per questo. Ad un certo punto incontriamo una
turista solitaria che avanza con la bicicletta piena di borse e la retina per
le mosche in testa. Verremo a sapere più tardi che è una francese di 21 anni,
in viaggio da tre mesi! Katia commenta che da un’indagine fatta in Birmania, risulta
che i primi viaggiatori sono proprio i francesi, seguiti dai tedeschi.
Incuriositi da un cartello che indica un centro di arte
aborigena a 8 km, seguiamo la deviazione su strada sterrata e arriviamo a Iwantja,
un piccolo villaggio con un grande laboratorio dove diversi artisti locali
stanno disegnando delle tele. Una ragazza bianca ci dice che quelle tele
finiscono nei negozi di Alice Spring e Darwin, e ci fa vedere “l’esperienza
espositiva” degli artisti, tutti molto quotati. Forse rimane delusa quando vede
che non compriamo niente. I prezzi sono comunque molto alti. Una pittrice
anziana ha sul tavolo, in un sacchetto trasparente lungo e stretto come quello
delle baguette, il pranzo per l’intera famiglia: una coda di canguro!
Proseguiamo il viaggio sulla Stuart Hwy facendo il pieno
a Marla, un piccolissimo centro abitato sorto una ventina di anni fa per
spezzare i lunghi trasferimenti nel deserto. Dopo un centinaio di chilometri
cambiamo stato ed entriamo nel Northern Territory. Arriviamo verso il tramonto
all’incrocio di Erldunda, dove c’è un distributore ed un campeggio. La benzina
è sempre aumentata mentre avanzavamo verso il deserto, siamo passati da 1,5$ al
litro lungo la costa ai 2,11$ qui. Per la notte ci chiedono 52$, troppi.
Troviamo uno spiazzo pochi chilometri dopo ed invitiamo a cena Andrè, un
ingegnere francese di 27 anni che abbiamo conosciuto al distributore. André è
partito da Melbourne in bicicletta cinque settimane fa e sta attraversando il
continente percorrendo dai 100 ai 150 km al giorno, anche lui evitando i
campeggi perché costano troppo.
Ogni giorno, un po’ prima del tramonto si ferma dove gli
capita e pianta la tenda, ripartendo appena fa luce. La sua bicicletta ha i
copertoni rinforzati (7 mm di spessore) per affrontare in sicurezza le strade sterrate e ha speso
per tutta l’attrezzatura circa 2.000 $. Gli chiediamo incuriositi come fa con
l’acqua, visto che ne serve tanta e non si trova facilmente. Lui risponde che,
mentre pedala, mostra la bottiglia alle auto che passano, nessuno si rifiuta di
aiutare un ciclista nel deserto! Il suo blog è: www.longredride.wordpress.com
Andrè è un appassionato di stelle, le guardiamo insieme.
Ci ricordiamo del mito di Orione, il valoroso guerriero vinto da uno scorpione,
infatti nel cielo la costellazione di Orione sta tramontando a ovest, mentre
quella dello Scorpione sorge ad est. Con il suo binocolo guardiamo le Pleiadi e
la sempre affascinante Nebulosa di Orione, una nube di gas con delle stelle in
formazione, alcune di queste stelle già formate illuminano il gas intorno e ci
permette di vederlo, quasi a occhio nudo.
Menù della cena: pastasciutta (Barilla) con patate, pesto
e formaggio. Dopo cena una bella tisana con biscotti.
Oggi abbiamo percorso 573 km.
Bellissimi ciao Sandra
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