[Birmania] Per arrivare a Mandalay da Yangon ci vogliono 8 ore di bus, la strada è buona e si viaggia veloci. Ogni tanto ci sono dei caselli in cui si paga il pedaggio, similmente alle nostre autostrade, ma quello che stupisce è la modernità degli “autogrill”, puliti e pieni di luci di tutti i colori. Colpisce davvero trovare tanto occidente in Birmania.
Arrivando da sud i 100 km che precedono Mandalay
attraversano una lussureggiante campagna con palme altissime, banani e risaie
di vari colori. Ci sono campi verdi, altri più chiari e altri gialli, ogni
tanto la terra rossa appena lavorata sembra una ferita sanguinante sul
paesaggio.
Mandalay è la seconda città della Birmania, ha una storia
antica ed è stata capitale. Sarà perché è stata in parte distrutta durante la
seconda guerra mondiale o perché è torrida e polverosa, ma non desta
particolare impressione. Sono invece bellissimi e interessanti i suoi dintorni.
Giriamo parte del centro di prima mattina, a piedi, mentre cerchiamo una
sistemazione non troppo costosa. Le strade sono tutte perpendicolari e numerate
come quelle di New York, all’incrocio tra la 32° e la 25° strada troviamo
l’ultima camera da 15$ della Royal Guest House, colazione compresa, ma bagno
condiviso.
Con i mezzi pubblici andiamo ai piedi della Mandaly Hill
dove si trova la Kuthodaw Pagoda con
il suo libro più grande del mondo, la “Bibbia buddista”, scolpita su 729 pietre, ognuna delle quali è
custodita dentro uno stupa completamente bianco, alto più di 4 metri. Un campo
di candidi pinnacoli decisamente impressionante…e anche dolorante, con sassi pungenti
sotto i piedi scalzi.
Vicino si trova un’altra meraviglia, il monastero
buddhista Shwenandaw Kyaung, tutto in
legno e profuso di pannelli intarsiati di legno di teak. Fu costruito nel 1800
dentro il Palazzo d’Oro per ospitare gli appartamenti reali. A causa di una
debolezza del suo successore fu smontato e ricostruito all’esterno delle mura
per ospitare un monastero. Questa decisione fu la sua fortuna, perché tutti gli
altri edifici reali crollarono sotto i bombardamenti della seconda Guerra
Mondiale.
Nel tardo pomeriggio saliamo la serie di scalinate della
Mandalay Hill per assistere al tramonto dall’unica collina che interrompe la
pianura con i suoi 230 m di altezza. Lungo il percorso si trovano diversi
templi un po’ tutti uguali, ma attira la nostra attenzione il gigantesco Buddha
in posizione eretta con la mano tesa in avanti, esattamente come l’enorme
statua di Mao che abbiamo visto qualche mese fa nella piazza principale di
Chengdu, in Cina. Mao indicava la “retta via”… cioè quella dei negozi, delle
boutique d’alta moda e dei centri commerciali, mentre il Buddha indica il
Palazzo Reale e la città di Mandalay sorta ai suoi piedi.
I due grandi leoni ai piedi della Mandaly Hill |
Kuthodaw Pagoda dentro ogni stupa c'è una pagina della 'Bibbia Buddhista' scolpita su pietra |
Il Buddha indica la nascita della futura Mandalay |
Il monastero buddhista Shwenandaw Kyaung, tutto in legno di teak |
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