[Birmania] Tornando dal trekking di Hsipaw ci fermiamo
altri due giorni a Mandalay, la città non ha niente da offrire, ma i suoi
dintorni sono pieni di templi e attrattive. Noleggiamo una moto per soli 8.000
kyat (7 euro) in modo da essere indipendenti, inoltre i trasporti locali ci
costerebbero molto di più per il solito problema che noi siamo turisti e
abbiamo un ricarico notevole.
Per prima cosa andiamo a Mingun, una località
al di là del fiume Ayeyarwady, dodici km a nord della città. Si può arrivare in
moto, ma con un lungo giro passando per il nuovo ponte, oppure con un’ora di
barca guardando la vita dei villaggi. A Mingun c'è la
campana sospesa più grande del mondo, alta 4 m, con un diametro di 5 e pesa circa
90 tonnellate. Ci si può infilare sotto così da vedere tutte le scritte di chi
come sempre lascia il segno ovunque. Visitiamo anche la Mingun Paya che doveva essere la più grande
pagoda del mondo, ma non è mai stata finita, quindi rimane la più grande fila di
mattoni al mondo, la sua base può sicuramente competere con le grandi piramidi
egiziane. Facendo il giro largo, verso la parte posteriore, si può evitare la
tassa governativa di 3 dollari, tanto odiata perché finisce tutta in mano ai
generali.
Prima di risalire a bordo ci facciamo un bel
bicchiere di birra spirulina, fabbricata da una nota ditta della zona. La
spirulina è un’alga che cresce in laghi alcalini subtropicali, il cui nome
deriva dalla forma a spirale che si vede bene al microscopio. Raccolta ed
essiccata, la spirulina fu fonte di nutrimento per gli aztechi ed oggi è un
apprezzato integratore che si dice riduca il colesterolo, abbassi la pressione
e contrasti la febbre da fieno. In Myanmar è nota soprattutto come ingrediente
della diffusa birra ‘anti-invecchiamento’ della Mandalay Brewery.
Nel pomeriggio andiamo ad Inwa, un luogo
piacevole e silenzioso, ancora rurale, con campi e stupa. Carichiamo la moto su
un traghetto che ci porta dall’altra parte del fiume e giriamo le polverose strade tra i calessi pieni di turisti. Arriviamo al Bagaya Kyaung un bel monastero tutto in legno di
teak passando vicino la Narnmyin, un’isolata torre pendente in mezzo ai campi. Dopo aver girato in lungo e in largo torniamo in città che è già buio e ci
fiondiamo nell’unica gelateria vicino alla nostra guesthouse.
Il giorno seguente, dopo la buona colazione, in mezz’ora di moto andiamo ad Amarapura per vedere il monastero
buddhista Maha Ganayon Kyaung con migliaia di monaci che alle dieci si mettono
silenziosamente in fila per il pranzo. Peccato che i turistici dei gruppi organizzati siano ancora di più diventando la vera attrattiva,
tutti appiccicati intorno alla fila dei monaci che attendono la loro razione di
riso, facendo foto a raffica come all’arrivo di una gara ciclistica.
Nella vicina Sagaing attraversiamo il nuovo
ponte sul fiume Ayeyarwady con una stupenda vista di stupa bianchi e dorati
sulle collinette alle spalle del paese. Saliamo i 391 gradini della Sanaing
Hill ma ne vale la pena, la vista dall’alto è molto bella. Nel pomeriggio torniamo in città e prendiamo il volo di ritorno a Bangkok del 7
febbraio, qui c’è l’unica agenzia della Air Asia oltre a Yangon, dove torneremo
solo il giorno prima della partenza. Le connessioni ad internet sono così lente
e inaffidabili che comprare il biglietto on-line sarebbe un problema. Paghiamo,
come all’andata, 65€ a testa.
Ad Amarapura abbiamo visto il tramonto sul famoso U Bein’s Bridge. E’ il più lungo ponte pedonale in legno di teak al
mondo ed uno dei siti più fotografati della Birmania. Intorno decine di pescatori, con il
corpo completamente immerso nelle acque poco profonde del fiume Taungthaman,
gettano le reti per poi ritirarle velocemente, mentre altri uomini, in piedi su
piccole canoe, accompagnano migliaia di oche ostinate verso il riposo
serale. Malgrado ci siano anche qui tantissimi turisti, il ponte al tramonto è
stupendo e conclude in modo meraviglioso questi nostri giorni a Mandalay.
Camminando sulle onde della Hsinbyume Paya |
U Bein's Bridge lungo 1200 m tutto in legno di teak |
Tramonto sul ponte |
La terrazza dell'Umin Thounzeh con 45 statue del Buddha |
Le polverose strade di Inwa con le carrozze trainate da cavalli |
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