[Birmania] Marco Polo descrisse Bagan come uno dei posti più belli
al mondo e, malgrado secoli di incuria, razzie, erosione e frequenti terremoti
(l’ultimo, devastante, nel 1975), questa pianura costellata di templi rimane
una visione emozionante e indimenticabile. E’ il risultato della frenesia
edilizia dei sovrani di Bagan che commissionarono questi 4000 templi buddhisti
nell’arco di 230 anni, interrotta solo dall’invasione dei soldati di Gengis
Khan nel 1287. Queste strutture religiose di mattoni e stucco sono quanto
rimane di una grandiosa città i cui edifici in legno eretti tra il XI e Il XIII
secolo sono andati completamente perduti.
Da Monywa siamo arrivati a Bagan con due bus, cambiando a
Pakokku, dove abbiamo scoperto che non è più possibile percorrere l’ultimo
tratto via fiume, perché il servizio è stato sospeso dopo l’apertura di un
nuovo lunghissimo ponte sul fiume Ayeyarwady. Bagan è composta da Old Bagan,
New Bagan e Nyaung U dove ci sono le sistemazioni più economiche, come la nostra
Winner Guest House. La pensione è a conduzione familiare e la nostra stanza è
proprio attaccata alle loro, così ci siamo abituati ai loro ritmi: sveglia alle
5 e a letto alle 21!
Noleggiamo delle biciclette perché le distanze sono
lunghe e passiamo l’intera giornata tra un tempio e l’altro su polverose strade
di sabbia dove le ruote della bicicletta si piantano continuamente. Risalendo
le ripidissime scalinate delle pagode più importanti, la vista dall’alto della
savana circostante dove sbucano dalla sabbia indifferentemente templi e alberi senza
poterne vedere la fine, è spettacolare.
Questa è una delle poche cose che Marco Polo ha visto e
che sono rimaste praticamente intatte da allora. Con un po’ di immaginazione
uno può riempire di case in legno gli spazi enormi tra una pagoda e l’altra e
pensare la città com’era allora. Solo ai templi si dovevano riservare i mattoni,
l’idea era che la vita terrena è un passaggio, mentre ciò che rimane immutato nel
tempo sono i nostri sogni e la loro parte spirituale.
A Bagan non bisogna perdersi il tramonto visto dall’alto
della Shwesandaw Paya, certamente piena di turisti, ma offre la vista migliore.
Un’italiana di un gruppo organizzato litiga stupidamente con una francese per
un posto che riteneva riservato per una sua amica e la francese altrettanto
stupidamente risponde “I soliti italiani!”. Ma appena il sole scende se ne
vanno tutti e rimaniamo solo in sei ad aspettare la luna piena. La cosa
simpatica è che su sei cinque siamo italiani ed uno è spagnolo. Per più di
un’ora ci raccontiamo le nostre esperienze, quasi tutti in giro da parecchio
tempo. Due degli italiani dormono in monastero, dando un’offerta alla fine; Alberto
dice che sarà molto bassa perché gli rimangono solo 100$ per gli ultimi otto
giorni.
Torniamo alla guesthouse per le stradine sabbiose aiutati
dalla luce della luna, mentre la pila è puntata all’indietro per non farci
investire dalle auto. Lungo la strada vediamo alcuni templi illuminati, mentre
altri si stagliano bui sul cielo della notte. Arriviamo a casa dopo quaranta
minuti di pedalata, con le gambe doloranti per i due giorni di bicicletta, ma
appagati della bellezza di questo posto. Bagan vale sicuramente un viaggio in
Birmania.
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I templi di Bagan quasi come li vide Marco Polo... |
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...all'alba e al tramonto sono suggestivi |
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Monache lungo le strade sabbiose di Bagan |
ciao ragazzi, e da un po' che non mi faccio sentire, ma spesso leggo i vostri racconti, almeno per sapere dove siete in questo momento.
RispondiEliminaSono certo che il vostro momento più complicato sarà riabituarvi, se ritornerete, alla routine quotidiana, ma.... finito un viaggio ne inizia subito un'altro, il vostro pensiero sarà certamente un po' diverso da quello che avete lasciato prima di partire. Con affetto, Daniele
ciao Daniele,
RispondiEliminae' sempre un piacere sentirti...si pensiamo anche noi che non sara' facile tornare alla routine quotidiana...ma anche quello, come dici tu, sara' un viaggio...intanto abbiamo quasi finito questo periodo in Birmania...che ci ha un po' messo alla prova, come sistemazioni e come cibo..un abbraccio rug e paola