[Cina] Considerato da alcuni una delle sette meraviglie moderne, il
più grande Buddha del mondo è altro oltre 70 metri, e un suo solo dito ne
misura tre. Si narra che la statua sia stata voluta dal monaco Hai Tong nel
713, durante la Dinastia Tang, che sperava così di placare gli spiriti dei
fiumi, particolarmente vivaci con le imbarcazioni. Il Buddha guarda infatti
verso la confluenza di tre corsi d’acqua. Si sa che per la sua costruzione
furono impiegati migliaia di persone, e che ci vollero circa 90 anni.
E’ veramente uno spettacolo vederlo dal basso, tra le
migliaia di turisti cinesi che ti piovono addosso mentre tenti di scendere i
500 gradini che portano dalla testa ai piedi. Il parco dove è stato scolpito il
Buddha, dichiarato Patrimonio dell’Umanità, offre sentieri e templi in
posizioni stupende. Il tempio Wuyou per esempio, che risale allo stesso periodo
del Buddha gigante, ha oltre 1000 arhat ad
altezza d’uomo (figure celestiali
della religione buddhista che ricordano per certi aspetti gli angeli della
tradizione cristiana) raffigurati con un’incredibile varietà di posture ed
espressioni del volto: non ce ne sono due di uguali.
Il lungo percorso pedonale all’interno del parco passa
attraverso gallerie e grotte che furono residenze dei monaci. La vegetazione è costituita prevalentemente
da bambù, di cui vanno ghiotti i panda. Dopo cinque ore di cammino abbiamo
preso un risciò a pedali per arrivare all’ingresso dell’ultimo parco, quello
del Buddha disteso lungo 170 metri! Ma trovandosi in mezzo alla vegetazione e
non essendo completo, non è bello come l’altro.
Un tempio vicino si potrebbe chiamare il “tempio dei lucchetti”. Centinaia di
migliaia di lucchetti legati tra loro, molti dei quali ormai arrugginiti,
stanno a testimoniare le promesse delle giovani coppie che si recano qui a
pregare. I lucchetti, con tanto di cuori disegnati, si possono comprare solo in
una bancarella vicina, alla notevole cifra di 190 yuan (24€).
Ci sono due ore di bus a lunga percorrenza tra Leshan a
Chengdu, siamo arrivati tardissimo in città. Il buio è sempre nemico dei
turisti che non conoscono le strade, e se non fosse stato per la gentilezza dei
cinesi che ci hanno accompagnato di peso sui giusti autobus locali, saremmo
ancora lì a girare per l’enorme città di Chengdu.
Che strana la Cina, si passa dai gabinetti tipo latrina di
Hotan, alle super tecnologiche città come questa. Ovunque ci sono grattacieli
nuovissimi, illuminati da luci colorate e giganteschi video pubblicitari.
Ovviamente non mancano i super negozi di Armani, Dolce e Gabbana, Gucci, YSL,
ecc.. Gli autobus e i treni sono moderni, puntuali e puliti. La metropolitana, nuovissima,
è molto facile da usare e dotata di doppie porte di sicurezza che solo ora,
città come New York e Londra, stanno introducendo.
Quello che stupisce della Cina è la quantità di persone
che si trova ovunque, negli autobus, sui treni, lungo le strade. Il più piccolo
villaggio cinese ha sempre più di 50.000 abitanti, Chengdu ne ha più di 7
milioni (mi ricordo in Kirghizistan, dove i paesi superavano a fatica le 3.000
persone).Il turismo interno è impressionante, si muovono da una provincia
all’altra, anche perché i cinesi non possono andare all’estero facilmente. Oggi,
mercoledì, c’erano migliaia e migliaia di persone al parco li Leshan, l’elemento
strano eravamo noi, turisti occidentali, infatti più volte ci hanno chiesto di
essere fotografati insieme a loro.
Ieri siamo arrivati a Chengdu con l’ennesimo treno di 22
ore; ci son passate comunque velocemente e, tutto sommato, abbiamo anche
dormito un po’. Degli addetti, con carrelli simili a quelli degli aerei, vagano
per il treno vendendo di tutto: frutta, zuppa, biscotti, carne, ecc. Sono molto
organizzati e puliti. Noi abbiamo invece frequentato molto il vagone ristorante, visto che era
vicino e ben più comodo.
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