C’è un’energia spirituale particolare che si irradia nel
complesso monastico di Labrang, ancora più palpabile quando si segue il percorso
di preghiera (kora) insieme ai fedeli. Pellegrini tibetani con i loro rosari di
perline stretti in mano e cappelli calcati sulla testa, vecchi, madri con
bambini e nomadi trasandati, percorrono con aria meditabonda il sentiero in
senso orario, facendo girare le ruote della preghiera lungo il
cammino. Mentre mi superano, veloci e ciondolanti, mi chiedo se la loro vita
povera e al freddo dei 3000 metri non sia già una sufficiente preghiera.
Questa mattina, prima dell’alba, eravamo già in strada
per fare un’ultima visita al monastero. I tibetani indossavano i loro pesanti
soprabiti trascinando le lunghissime maniche che si allungavano oltre le mani… sulla via sembravano tanti E.T.
Alle 6.20, ancora con il buio, bambini con lo zaino sulle spalle entravano già a scuola, alcuni scendendo dal taxi, come adulti che si recano in ufficio. Avvicinandosi al monastero le stradine si punteggiavano delle figure rosso cremisi dei monaci che affluivano lentamente nei templi per salmodiare le preghiere del mattino.
Alle 6.20, ancora con il buio, bambini con lo zaino sulle spalle entravano già a scuola, alcuni scendendo dal taxi, come adulti che si recano in ufficio. Avvicinandosi al monastero le stradine si punteggiavano delle figure rosso cremisi dei monaci che affluivano lentamente nei templi per salmodiare le preghiere del mattino.
Siamo entrati in uno dei templi illuminato da una fievole
luce dove i monaci, seduti a gambe incrociate, recitavano le loro preghiere.
Sugli altari, in perfetta fila, le ciotole con il grasso di yak stavano
bruciando e illuminavano i grandi Buddha dalle dita elegantemente posizionate,
sotto un sorriso dorato. Suoni di piccole campane riempivano l’ambiente di
beatitudine.
Ci è dispiaciuto lasciare Labrang, malgrado il freddo e l’altitudine,
saremmo rimasti lì a lasciarci coinvolgere dalle attività e dall’atmosfera del
luogo, godendo di quel ritmo di vita lento. Scendiamo dalla montagna in
silenzio, ma contenti di aver toccato con mano un pezzo di felicità.
Candele alimentate con grasso di yak offerto dai fedeli. |
Donne tibetane fanno girare le cigolanti ruote della preghiera. |
Tutto il kora di 3 km in questo modo...
questa si che è fede!
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