NOTA: siamo in Cina e abbiamo problemi ad allegare
le foto. Lo faremo appena possibile.
Un saluto al Kirghizistan
Lasciamo il Kirghizistan, il paese
centro asiatico che gode della maggior libertà. Lo si vede dall’europea
Bishkek, dalla libertà dei mezzi di comunicazione e dalle nuove disposizioni in
termini di visti: è il primo stato degli “stan” ad aver abolito il visto per entrare
nel paese. Lo ha fatto da pochi mesi (infatti noi abbiamo speso una
considerevole cifra, inutilmente, per fare il visto a Roma) ma il gesto è
notevole.
E’ il posto ideale per gli appassionati
della montagna, ci sono vette che superano i 7000 metri, ghiacciai enormi (il
più vasto, l’Inylchek, è lungo 60 km e si può raggiungere con un trekking di 5
giorni) e laghi ad alta quota. Ovunque c’è la possibilità di andare a cavallo
e, a sud del lago Issy-Kol, si può partecipare ad una giornata di caccia con
l’aquila (per chi non è contrario). D’inverno c’è neve ovunque e sono
tantissimi gli sciatori che vengono fin qui anche dall’Europa
occidentale.
I costi sono contenuti, noi abbiamo
speso mediamente 25 € a testa al giorno, spostandoci da una parte all’altra del
paese. La gente è gentilissima e molto disponibile. Certo, le strutture
turistiche sono ancora basilari, ma la voglia di fare è grande.
Qualche parola sulla caccia con l’aquila
Con circa 100€, per due persone, si può
partecipare ad una battuta di caccia con l’aquila di un’intera giornata,
compreso il noleggio dei cavalli e un pasto. I cani addestrati spaventano la
preda, che può essere un coniglio, un fagiano o un tasso – una volta si
cacciavano anche volpi e lupi – e l’aquila si getta sulla preda arpionandola
con i suoi artigli. E’ ovviamente un’attività brutale, alla stregua della
corrida.
Verso il confine
Stamane abbiamo lasciato Naryn alle 6
per attraversare la frontiera forse più difficile al mondo, lo spauracchio di
tutti i viaggiatori: il passo Torugart. Una strada che arriva a 3750 metri di
quota e separa il Kirghizistan dalla Cina, circondata da magnifici scenari e
praterie che sembrano le pieghe di una stoffa di velluto. Il problema di questo
confine, dove ci sono 100 km di terra di nessuno tra una dogana e l’altra, è
che viene classificato di “seconda categoria” dai cinesi, per cui non è
possibile farlo in autonomia. Bisogna avere un’auto che ti porti fino al passo
e un’auto cinese dall’altra parte che ti aspetti, il tutto alla “modica spesa”
di 400$ da dividere tra un massimo di quattro persone, ma dove trovarne altre
due per dividere la spesa? Una giovane coppia di belgi, incontrati qualche
giorno prima in una yurta al lago Song-Kol, a cui avevamo detto i nostri piani,
hanno deciso di anticipare l’entrata in Cina, contattando la nostra agenzia.
Queste fatalità sono frequenti in viaggio ma ci stupiscono ogni volta.
Attraverso il passo Torugart correva
una delle diramazioni della Via della Seta, qui sono transitati Gengis Khan,
Tamerlano, Alessandro il Macedone e Marco Polo. Ancora oggi si vedono i
cavalieri al pascolo e le tende dei pastori nomadi, talvolta si incontrano
piccoli suggestivi mausolei di argilla il cui profilo reale si staglia contro
lo sfondo delle montagne, l’architettura di questi mausolei ricordano le forme
architettoniche di Bukhara. Nascosto in una valle, a 3500 m, c’è un antico
caravanserraglio in pietra del XII secolo, che sembra mimetizzarsi con la
roccia: è Tash Rabat, da secoli punto di sosta per i viaggiatori che
percorrevano questa antica via.
L’attraversamento del confine è stato
tra i più facili che abbiamo fatto, malgrado le 11 ore passate in auto per
percorrere i 435 km che dividono Naryn da Kashgar (con breve deviazione per
visitare il caravanserraglio) e i sei checkpoint lungo il percorso. Sul forum “Thorn
Tree” della Lonely Planet, la più ricca fonte di informazioni per i
viaggiatori di tutto il mondo, c’è scritto che negli ultimi mesi per entrare in
Cina ti controllano anche dentro le mutande, sequestrando tutte le guide sul
Tibet che trovano. Anche noi ne avevamo una, ma
non hanno perquisito proprio niente. E’ proprio vero che i soldi spalancano
tutte le porte!
Davanti a noi, nell’attesa di
attraversare il confine, c’erano due turisti tedeschi con la loro grande jeep
allestita da camper. Sono partiti dalla Germania i primi di luglio e hanno
attraversato in due mesi, come noi: Turchia, Iran, Turkmenistan, Uzbekistan,
Kirghizistan e ora Cina. Per poter entrare in Cina, con l’auto, hanno dovuto
iniziare i preparativi un anno prima e pagano 120€ per ogni giorno di
permanenza nel paese, inclusa una guida obbligatoria che rimarrà con loro nel
camper per tutto il viaggio. A questa guida devono pagare solo i pasti. Il logo
blog, stampato sul camper, è: www.eurasia2012.wordpress.com
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