sabato 15 settembre 2012

Marco Polo più famoso di Cristoforo Colombo

Quando il mito supera la realtà:
[Cina]  Di Cristoforo Colombo v’è certezza storica, di Marco Polo no.
O meglio, non si è sicuri che Marco si sia spinto oltre il Mar Nero e che le storie raccontate nel suoMilione non siano inventate, oppure raccontate a lui da altri mercanti.
Ma Marco Polo è famoso anche fuori dall’Italia, tanto che lungo la Via della Seta ci sono diversi alberghi, agenzie e ristoranti a suo nome, e a Zhangye, in Cina, l’amministrazione comunale gli ha addirittura dedicato una via e costruito una grande statua bianca. Il nome di Marco Polo è stato dato anche ad un particolare tipo di pecora dell’Asia Centrale.
Cristoforo Colombo invece, in molti musei dell’America, non viene nemmeno annoverato tra i grandi che l’hanno scoperta. Mi ricordo che in un museo di Città del Messico c’erano elencati i più grandi esploratori, Magellano compreso, ma non Cristoforo Colombo. Se ne parlava, ma relegato in un angolino come fosse una piccola comparsa nella grande scena.

Forse perché, mi piace pensare sia così, Marco Polo è il simbolo della conoscenza e della cultura che viaggia senza secondi fini, mentre Colombo ha portato in America distruzione, conquiste e colonizzazione.

Il viaggio
L’albergo che abbiamo trovato ieri sera a Lanzhou, dopo i fatidici tre giorni e tre notti di viaggio, è lussuoso con tanto di colazione a buffet inclusa, ottimo visto che la cena è saltata. Abbiamo impiegato almeno tre ore per andare a letto, di cui una per farci capire alla reception e due per lavare tutta la biancheria sporca, così durante la notte si sarebbe asciugata.

Stamane a colazione la sorpresa: tra le decine di vassoi non c’era niente mangiabile. Non una traccia di tè, caffè, marmellata, pane, frutta, zucchero, miele… nemmeno cucchiaini o posate, solo bastoncini. Per cibo, ovviamente, ravioli con carne di yak e aglio, uova cotte e scure, alcune delle quali rotte con l’occhio del pulcino mezzo fuori, spaghetti con il coriandolo, una spezia che alle sette di mattina potrebbe farti vomitare quello che non hai mangiato, verdure varie e succo all’arancia, quello sì c’era, ma caldo, quasi scottava.
Ci siamo rasseganti e abbiamo mangiato lo stesso perché avevamo fame, scegliendo le verdure meno impossibili.

Dopo tutto il giorno tra le montagne siamo approdati stasera al monastero di Labrang, uno dei sei monasteri tibetani più importanti.
Siamo a tremila metri e fa un freddo cane...ma la zona è proprio interessante, son finiti i brutti palazzoni cinesi e sono comparse le classiche basse architetture del Tibet. Anche lungo la strada, è stato molto bello vedere dei piccoli monasteri pieni di bandierine con il classico villaggio intorno.
Staremo qui due notti e poi torneremo a Lanzhou per prendere il treno che in 22 ore ci porterà a Chengdu; su sedili ovviamente, perché le cuccette sono esaurite da molto tempo.

Il palazzo tibetano Milarepa, alto otto piani,
nella città di Hezuo.
Donne tibetane tra le vie della città.
Quale zampa di gallina volete per cena,
la uno la due o la tre?

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