[Cina] I circa mille panda giganti rimasti al mondo
sono distribuiti quasi interamente nel nord del Sichuan, regione cinese che
confina con il Tibet e non molto lontana dai confini con la Birmania ed il
Laos. Questo mammifero a rischio di estinzione, che vive ad altitudini elevate,
è schivo e i suoi avvistamenti sono rari. Il panda fu scoperto dal mondo
occidentale solo nel 1869, quando un missionario francese fece ritorno in
occidente con una pelle di questo animale. Da allora gli scienziati hanno
passato più di un secolo a discutere se i panda appartengano alla famiglia
degli orsi, a quella dei procioni, oppure se costituiscano una famiglia a
parte.
Il loro muso bianco e nero è stato reso celebre dal WWF
che l’ha preso come simbolo. I panda rischiano l’estinzione prevalentemente per
colpa dell’uomo che per anni li ha cacciati e per il disboscamento che ha
ridotto le zone dove può vivere. Il governo cinese è corso ai ripari
istituendo ben 11 riserve per i panda e ha tentato di ridurre la minaccia dei
bracconieri condannando alla pena di morte i colpevoli e ricorrendo ad
esecuzioni pubbliche.
Nella riserva di Chengdu vivono una quarantina di panda
ed è facile osservarli, soprattutto la mattina quando escono dalla fitta
vegetazione per mangiare. Sono davvero buffi, siedono come gli esseri
umani e con le zampe anteriori portano alla bocca il cibo. Ne consumano una quantità enorme, circa 40
kg al giorno, costituito quasi interamente da bambù, di cui le foreste del
Sichuan sono piene. Trascorrono dalle 10 alle 16 ore al giorno a mangiare
questa pianta e per il resto del tempo dormono. A volte si stendono
con la pancia all’aria e sgranocchiano le canne di bambù guardando il cielo.
Ora il problema maggiore è costituito dal loro basso tasso di riproduzione, le femmine mettono al mondo in genere un cucciolo all’anno e solo uno su due sopravvive. Nella riserva di Chengdu per aumentare la probabilità di vita i piccolissimi cuccioli (che pesano circa 100 grammi e assomigliano tantissimo ai gattini appena nati) vengono messi nelle incubatrici come i neonati nelle nursery.
Ora il problema maggiore è costituito dal loro basso tasso di riproduzione, le femmine mettono al mondo in genere un cucciolo all’anno e solo uno su due sopravvive. Nella riserva di Chengdu per aumentare la probabilità di vita i piccolissimi cuccioli (che pesano circa 100 grammi e assomigliano tantissimo ai gattini appena nati) vengono messi nelle incubatrici come i neonati nelle nursery.
Nel tardo pomeriggio abbiamo fatto un giro nel centro della città, cominciando dal “Parco del
Popolo”, un piccolo polmone verde pieno di case da tè, giardini fioriti,
bonsai e laghetti, in pieno stile cinese. Ovunque ci sono persone che fanno
tai-chi. Nell’enorme piazza, davanti alla gigantesca statua di Mao con il
braccio alzato, si stagliano i moderni grattacieli pieni di insegne pubblicitarie
e grandi video assordanti. Lungo i larghi marciapiedi sfilano sfarzosi negozi
di moda con tutte le più importanti marche del mondo, praticamente vuoti, privilegio
sicuramente di pochi ricchi.
Ma i “pochi” ricchi della Cina, come quelli dell’India,
non sono da sottovalutare, mi ha spiegato una manager italiana incontrata in
una casa da tè: “In Cina c’è grande
differenza tra i ceti sociali, alla maggioranza povera si contrappone un 10% di
persone molto ricco. In Italia il 10% sarebbero
6 milioni di persone, mentre qui sono ben oltre i 100 milioni e hanno tanti soldi da spendere. C’è ancora spazio per
grossi affari in questo Paese.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.