[Cina] Come avevamo già detto in Tibet non possiamo andare. Non c’è solo la condizione che ci siano almeno cinque persone della stessa nazionalità per avere il permesso, stando comunque dentro un gruppo con tanto di guida al seguito, ma in questi due mesi il Tibet è completamente chiuso ai turisti.
Così lo abbiamo aggirato da sopra per visitare il Kham,
una regione parte del Tibet storico, con gli stessi usi e costumi, che politicamente
si trova in Cina, esattamente nella parte ovest del Sichuan e dello Yunnan. Oltre
a trovarsi a quote elevate, le strade per raggiungere le varie località sono
pessime, tutte sterrate e piene di fango, per percorrere anche solo 200 km si
impiega un’intera giornata e se piove si rimane bloccati.
La
strada ha paesaggi stupendi con sei passi da superare tra i 4300 e i 4800metri.
Partendo da Chengdu in cinque o sei giorni visiteremo:
Kanding
(a 2616
m)
Litang
(a 4014 m)
Daocheng
(a
3740 m)
e
infine approderemo alla mitica Sangri-la (a 3270 metri), nella provincia dello
Yunnan.
Il viaggio inizia da Chengdu con un bus che dovrebbe
impiegare 7 ore per arrivare fino a
Kanding. Fuori città c’è subito una fitta vegetazione con canne di bambù così
alte che sembrano alberi. Ai lati delle strade ci sono delle stuoie stese per
terra con il grano lasciato ad essiccare, le donne usano i rastrelli per
sparpagliarlo bene. I tetti delle case sono cinesi con le caratteristiche
tegole sottili e fittamente sovrapposte ai bordi dei quali spesso ci sono dei riccioli
e qualche piccolo drago.
Man mano che si avanza la strada si fa difficile, a
tratti impraticabile e ad una sola corsia con conseguenti lunghe attese a causa
del traffico alternato. Sul finestrino del bus si appoggiano i rami della
vegetazione punteggiata qua e là da grandi felci. Si prosegue tra lo scorrere
di villaggi con le pannocchie di granturco appese alle pareti esterne delle
case, oppure appoggiate sui davanzali, al posto delle fioriere.
Il bus sale lento la montagna, a suon di clacson, fiancheggiando
un grande torrente con ponti in legno tesi tra fili d’acciaio che collegano i
paesi alla strada principale. Dall’alto scendono piccole cascate d’acqua che
spiccano tra il verde. Nelle lunghe attese per il traffico alternato si formano
code infinite di camion e macchine, improvvisati venditori con i loro
camioncini cucinano pannocchie per la gente in attesa. Inizia a fare buio, il
nostro bus si ferma a riparare una ruota, ceniamo con le noci vendute sulla
via.
Vicini a Kanding il bus ha ancora problemi, questa volta
al motore. Dopo due ore un’altro bus ci prende a bordo e quando arriviamo in città
è quasi l’una di notte, con ben 8 ore di ritardo. La ragazza alla guesthouse
non vuole darci la stanza che avevamo prenotato e non capiamo il perché. Dopo
un po’ di trattative alle 2 siamo finalmente a letto. La sveglia domani suonerà
alle 5.30 per prendere il bus dell 6! Piove, fa freddo e andiamo a letto
vestiti.
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