[Uzbekistan] Il Lago d’Aral negli anni cinquanta era il quarto lago del
mondo per estensione e misurava 400 km di lunghezza e 280 km di larghezza; si
trovava a cavallo del confine tra Uzbekistan e Kazakistan. Nel corso di 30 anni
la sua superficie è diminuita così tanto che città come Moynaq, in Uzbekistan,
uno dei porti di pesca più importanti, ora si trova a 180 km dalle sponde del
lago. E’ uno dei disastri ambientali più gravi degli ultimi tempi.
Nella seconda metà del secolo scorso i responsabili della
pianificazione centrale sovietica decisero di aumentare la produzione di cotone
dell’Uzbekistan e del Kazakistan per dare maggior impulso alla produzione
tessile del paese. I nuovi campi di cotone, molti dei quali si trovavano in
terreni desertici, avevano bisogno di più acqua, così è stata prelevata in
quantità sempre maggiore dai fiumi che alimentano il lago, causandone
l’abbassamento.
Non si può nemmeno tornare indietro facilmente perché si è
creato un grosso giro d’affari intorno al cotone e ciò causerebbe una crisi
economica.
Il lago aveva un’enorme quantità di pesce con oltre 20
specie, ora completamente sparite. Delle 173 specie di animali che vivevano
intorno allo specchio d’acqua ne sono rimate solo 38. Ma non sono solo gli
animali ad averne subito le conseguenze: gli abitanti della zona hanno avuto un
incremento anomalo di malattie gravi, causato dall’uso intensivo di pesticidi
nei campi di cotone e dal cambio totale del clima. I russi poi, negli anni,
hanno usato la zona per degli esperimenti chimici che hanno inquinato
ulteriormente l’area.
Anche il Lago di Tiberiade, tra Israele, Giordania e
Palestina, sta subendo la stessa sorte, malgrado la comunità internazionale
denunci da anni la situazione.
Siamo stati indecisi fino all’ultimo se andare a Moynaq, per
vedere cosa rimane del lago. Ci ha fatto desistere la mancanza di autobus e
treni per il ritorno a Samarcanda, tutto
esaurito fino alla settimana prossima per la festa dell’indipendenza. Non ce la
sentivamo di tornare in taxi per più di 1000 km, di cui almeno la metà su
strade sterrate.
Riportiamo sotto alcune foto non nostre, ma molto significative,
delle navi intorno all’ ex città portuale di Moynaq, sono il simbolo di
questa tragedia.
Moynaq: le carcasse arrugginite in fondo al lago prosciugato
Moynaq: il Lago d'Aral era il quarto lago più grande del mondo
"Se ogni esperto che si è occupato del problema
del Lago d'Aral avesse portato un secchio d'acqua...
il problema sarebbe già risolto." [un abitante di Moynaq]
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