Pesante giornata di trasferimento: finalmente in Uzbekistan
Abbiamo lasciato volentieri il Turkmenistan, stufi di dover lottare per
qualsiasi cosa e sentendoci tutto sommato indesiderati. Forse aveva ragione quel soldato iraniano al confine
che, mettendoci l’ultimo timbro di uscita, sorridendo ci aveva detto che cosa
andavamo a fare in Turkmenistan: ...non c’è niente da vedere. Di questo paese ci
ricorderemo gli enormi palazzi di marmo (arriva dalla Turchia ma in buona
parte anche dall’Italia), della pulizia esagerata nelle strade e della
sporcizia dentro gli alberghi, delle automobili da 3000 di cilindrata, tanto
qui la benzina costa 20 cent di euro al litro. Ci ricorderemo di quelle poche
persone che ci hanno sorriso con i loro denti tutti d’oro e anche di quelle che
hanno cercato di spillarci tutti i dollari possibili. Auguriamo a questo popolo
un presidente che pensi meno all’esibizionismo e li liberi dai
divieti più assurdi, come non fumare all’aperto o proibire facebook e youtube.
Per me il ricordo sarà legato soprattutto alla notte passata nel deserto,
quel camminare verso il nulla mi impressionava. La notte ho avuto freddo, ma
per fortuna Ruggero no, mi sono costruita una maglia con una borsa di nylon,
lui mi ha fatto da coperta. Al mattino, durante il ritorno, ho avuto paura che
i nostri punti di riferimento fossero sbagliati. Ma quell’alba sulla duna non
la dimenticherò facilmente, là con il sole che sorgeva e la strada ormai certa all’orizzonte.
Il viaggio verso l’Uzbekistan è stato lungo ed estenuante. Per percorrere
400 km abbiamo impiegato 9 ore, cambiando ben 7 mezzi tra taxi e minibus con
una lotta infinita per le trattative. Come al solito chiedevano dollari,
dollari, dollari…e tanti. Inoltre, per passare le due frontiere ci sono volute
3 ore, compilando fogli scritti in russo. Un medico ci ha fatto domande sulla
nostra salute e misurato la temperatura: a titolo di cronaca Ruggero 36.5 io
36.3, … con 41 gradi fuori.
Ai confini ti fregano sempre. Noi dovevamo
andare fino a Bukara e i taxisti volevano almeno 10$ a testa, quando il viaggio
non ne valeva più di due. C’erano due donne che dovevano venire con noi e ad un
certo punto una delle due prende le nostre difese… dieci minuti di urla e
discussioni con i bagagli che passano da un taxi all’altro. Risultato: la donna
“stende” i due taxisti e ci fa salire con lei…mitica. In auto, contenta della
sua vittoria si mette a cantare. Le dedichiamo il video sotto.
Nelle trattative i taxisti ti tirano di qua e di là...
Lei è veramente un personaggio...vederla buttare le valige
da un'auto all'altra mentre sbraitava contro
i taxisti è stato molto divertente
La mitica donna canta in auto dopo la vittoria
video di 20 secondi
bellissimo il video, lei una donna davvero particolare. forte, aperta.
RispondiEliminami ha emozionato.
ho sentito la gioia, sua, vostra.
è proprio interessante seguirvi.
susanna
grazie e ai noi piace avere persone entusiaste come te che ci seguono.
RispondiEliminaGrazie mille! Mi sento in viaggio anch'io, attraverso i vostri diari e le splendide foto. Un abbraccio forte
RispondiEliminaapprovo
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