[Kirghizistan] Oggi abbiamo lasciato l’Uzbekistan e siamo arrivati ad Osh,
in Kirghizistan. L’orologio è stato spostato ancora in avanti, portando la
differenza con l’Italia a quattro ore. Passare il confine è stato facile,
rispetto a quello con il Tukmenistan, anche se le avventure non sono mancate
neanche oggi: i poliziotti di confine mi hanno visto fare una foto (sapevo
che è vietato), hanno chiesto la macchina fotografica e si sono limitati a
farmi cancellare la foto appena scattata, ma avevo paura succedesse ben di
peggio.
Osh è una brutta cittadina in stile sovietico, per nulla
predisposta al turismo, la sistemazione che abbiamo trovato è scomoda e con un
bagno solo per parecchie persone, per una notte va bene. Ricordiamo con
nostalgia le città di Bukhara, Khiva e Samarcanda.
Così, dopo 13 giorni salutiamo l’Uzbekistan:
un bel paese, fatto gente cordiale. Siamo stati veramente
bene in tutte le città che abbiamo visitato, buono il
cibo e anche le sistemazioni. L’unico neo è quello dei trasporti: niente autobus, e posti in treno che
si esauriscono con molti giorni di anticipo. Beh, dimenticavo anche le
difficoltà per prelevare contante, ma sapendolo prima, si porta da casa.
Le
43 concubine di Khundayar
A Kokand, nella valle della Fergana, abbiamo visto un
palazzo del 1873, costruito dall’ultimo
e spietato khan Khundayar per ospitare le sue 43 concubine. L’islam permette
solo 4 mogli, perciò il khan teneva un mullah a portata di mano per celebrare
rapidamente le nozze. Il matrimonio durava solo una notte.
Questa
pratica ancora sopravvive nell’Iran moralista con il “matrimonio a termine”:
un uomo o una donna, che non devono
essere vergini, possono ancora “sposarsi” per un periodo di tempo compreso tra
qualche ora e qualche mese con la benedizione di un mullah. Nonostante questa
istituzione sia stata talvolta difesa come un mezzo per permettere alle donne
rimaste vedove durante la guerra Iran-Iraq di continuare ad avere una vita
sessuale, o come un mezzo per permettere ai giovani di averne una, la maggior
parte degli osservatori stranieri la considerano una forma di prostituzione
legalizzata.
Ce ne andiamo dall'Uzbekistan portandoci il ricordo di grandi bazar...
...dei colori azzurri delle maioliche...
...e come ultima immagine, le galline che ci aspettavano
stamattina all'uscita della guesthouse.
siete fantastici!
RispondiEliminaquando apro il vostro blog alleggerisco le mie afose calde giornate
buona continuazione e un abbraccio
cristina - conegliano
grazie cristina,
RispondiEliminanoi in compenso siamo saliti a 1600 metri di altezza per vedere un'intera foresta di noci...
buon inizio scuola
ruggero