[Uzbekistan] Nella nostra guest house c’erano diverse persone
interessanti.
Un ragazzo giapponese molto simpatico sta viaggiando da
cinque anni, due li ha passati in Australia, uno e mezzo nell’Asia del sud e
poi in Europa. Dice che è arrivato per lui il momento di tornare a casa.
Poi c’erano due motociclisti tedeschi, uomo e donna,
sono in giro da due anni, hanno spedito le loro moto via nave in Australia ed
ora stanno tornando lentamente a casa. Hanno già percorso 65.000 km. Ci hanno
detto che il loro non è un lungo viaggio, visto che hanno incontrato una coppia
di motociclisti che sono in giro da 16 anni e un altro che non torna a casa da
14.
L’altra coppia era composta da due medici francesi appena
laureati, sono in bicicletta, con tanto di tenda che usano quando non sono in
città. Stanno raggiungendo il Vietnam e il Laos, prevedono di riuscirci in nove
mesi.
Per strada abbiamo incontrato anche un olandese che sta
andando in India in autostop.
Ma stiamo parlando di viaggiatori o vagabondi?
Saliamo in treno nel pomeriggio e subito comincia il deserto,
chilometri e chilometri dove c’è il nulla, affascinante per noi. Ai lati si
vede un continuo mosaico di basse recinzioni rettangolari per frenare l’azione
del vento che tenderebbe a ricoprire i binari di sabbia. Contempliamo il
tramonto mentre ceniamo nel vagone ristorante, il cibo non è granché e gli
uzbechi urlano, ubriachi di birra e vodka, ma l’atmosfera è proprio quella dei
viaggi d’altri tempi… forse abbiamo bevuto troppa birra anche noi.
Dopo cena ci sistemiamo nelle nostre cuccette del vagone
numero 8 pronti per la notte. Il treno è lunghissimo e mentre va avanti è forte
il rumore sulle rotaie. Così, al buio, il movimento sotto di me potrebbe essere
quello del cammello che sale e scende le dune del grande Kyzylkum desert. Nella
notte mi sveglio più volte. Vorrei essere alla guida di questa carovana e
vedere i binari scorrere velocemente, i fanali che illuminano sabbia dove tanti
passi sono stati fatti per guadagnare una meta.
Sala d'attesa nel deserto
La cucina del vagone ristorante alimentata ovviamente a carbone
Alba a Khiva: i gestori dell’hotel hanno dormito sul tetto avvolti
in spesse coperte, sfruttando la forte escursione termica
in spesse coperte, sfruttando la forte escursione termica
Yujj Ide sta tornando a casa dopo cinque anni di viaggio
Mi raccomando tornate a casa non aspettate cinque anni!! Baci arianna
RispondiElimina...dai è ancora niente se pensi che Marco Polo è tornato dopo 17 anni...
RispondiEliminapromesso torno prima
Paola