In
Turkmenistan esiste l'inferno, un enorme cratere in mezzo al deserto che sputa
fuoco giorno e notte, da 40 anni.
Si trova 250 km a nord della capitale. Potevamo fare l'escursione con una jeep ma ci sarebbe costato 200$. Abbiamo seguito cosi' i consigli di altri viaggiatori che si sono addentrati di notte nel deserto. E' stata un'esperienza bellissima...
Cosi', dopo quattro ore di viaggio, alle sei di sera, un taxi collettivo ci ha lasciato lungo la strada statale, con noi 4 litri d'acqua e poco cibo. L'unico riferimento che avevamo per trovare il cratere era di andare verso est ed aspettare la luce che emette quando fa notte. Ci inoltriamo per un'ora prima del tramonto aspettando il buio sopra una duna. Bellissimo il momento: solo noi, il rumore del vento, il deserto e soprattutto la paura di perderci e di come avremmo passato la notte, senza tenda e solo con una felpa.
Finalmente alle 20.30 vediamo una tenue luce sullo sfondo... ci incamminiamo con la pila per oltre un'ora e mezza. Ad un certo punto sbuca, piu' in basso di noi, un grosso cratere rovente con fiamme che si elevano di parecchie decine di metri. Ci avviciniamo, vediamo altri due turisti, arrivati con la jeep, che sono sull'orlo... bene, vuol dire che possiamo farlo anche noi.
Camminiamo intorno, con saltuarie folate di gas che ci tolgono il respito, ma lo spettacollo e' fantastico. Un buc nel terreono di 200 metri di diametro che sputa fuoco: un vero inferno.
Dopo un'ora decidiamo che non e' il caso di tornare con il buio, anche se la stella polare ci poteva orientare. Ci fermiano a dormire a debita distanza dal fuoco, direttamente sulla sabbia.
Non abbiamo dormito molto: le formiche, il freddo, il rumore del fuoco, le stelle che giravano sopra la testa, la paura degli scorpioni... alle 5, mentre comincia ad albeggiare, ci incamminiamo verso il ritorno.
Adesso dobbiamo andare verso ovest, uso il sole che sta per nascere come riferimento e, in cima ad una duna, con la vista ormai della strada sullo sfondo, aspettiamo l'alba orgogliosi della nostra stupenda avventura nel deserto.
I 'Darwaza gas craters' sono di origine artificiale ed e' il risultato di alcuni esperimenti sovietici degli anni '50. Uno solo dei tre e' acceso, alimentato dal gas che arriva dal sottosuolo. Un'enorme spreco di energia. Il presidente del Turkmenistan nel 2010 ha dato l'ordine di spegnerlo per consentire la ricerca di giacimenti petroliferi. Ma per il momento arde ancora.
Si trova 250 km a nord della capitale. Potevamo fare l'escursione con una jeep ma ci sarebbe costato 200$. Abbiamo seguito cosi' i consigli di altri viaggiatori che si sono addentrati di notte nel deserto. E' stata un'esperienza bellissima...
Cosi', dopo quattro ore di viaggio, alle sei di sera, un taxi collettivo ci ha lasciato lungo la strada statale, con noi 4 litri d'acqua e poco cibo. L'unico riferimento che avevamo per trovare il cratere era di andare verso est ed aspettare la luce che emette quando fa notte. Ci inoltriamo per un'ora prima del tramonto aspettando il buio sopra una duna. Bellissimo il momento: solo noi, il rumore del vento, il deserto e soprattutto la paura di perderci e di come avremmo passato la notte, senza tenda e solo con una felpa.
Finalmente alle 20.30 vediamo una tenue luce sullo sfondo... ci incamminiamo con la pila per oltre un'ora e mezza. Ad un certo punto sbuca, piu' in basso di noi, un grosso cratere rovente con fiamme che si elevano di parecchie decine di metri. Ci avviciniamo, vediamo altri due turisti, arrivati con la jeep, che sono sull'orlo... bene, vuol dire che possiamo farlo anche noi.
Camminiamo intorno, con saltuarie folate di gas che ci tolgono il respito, ma lo spettacollo e' fantastico. Un buc nel terreono di 200 metri di diametro che sputa fuoco: un vero inferno.
Dopo un'ora decidiamo che non e' il caso di tornare con il buio, anche se la stella polare ci poteva orientare. Ci fermiano a dormire a debita distanza dal fuoco, direttamente sulla sabbia.
Non abbiamo dormito molto: le formiche, il freddo, il rumore del fuoco, le stelle che giravano sopra la testa, la paura degli scorpioni... alle 5, mentre comincia ad albeggiare, ci incamminiamo verso il ritorno.
Adesso dobbiamo andare verso ovest, uso il sole che sta per nascere come riferimento e, in cima ad una duna, con la vista ormai della strada sullo sfondo, aspettiamo l'alba orgogliosi della nostra stupenda avventura nel deserto.
I 'Darwaza gas craters' sono di origine artificiale ed e' il risultato di alcuni esperimenti sovietici degli anni '50. Uno solo dei tre e' acceso, alimentato dal gas che arriva dal sottosuolo. Un'enorme spreco di energia. Il presidente del Turkmenistan nel 2010 ha dato l'ordine di spegnerlo per consentire la ricerca di giacimenti petroliferi. Ma per il momento arde ancora.
Ci incamminiamo verso la notte alla ricerca del cratere
La vista da lontano del cratere dopo l'ultima duna
E da vicino sembra davvero la porta dell'inferno
Orgogliosi della nostra impresa nel deserto salutiamo l'alba
Che cosa posso dire ante la bella forma vostra per descrivere la vostra ventura e proprio per fare un libro!, quello che hai detto del cratere, voi dire a diritura che e fatto per la mano del uomo!:( che manera de distruire il nostro mundo e noi cileni che avviamo il nostro proprio buco nel celo, il ozono!propio sotto di noi. Meglio non pensarci preferisco vedere le vostre foto! e vedere lo bello che ancora cè!:)
RispondiEliminaWOW!!! Che esperienza indimenticabile!!!! No comment... :)
RispondiEliminaBacioni dall'Atlantico,
Cri e Mau
che esperienza!!! quanto avrete da raccontare. Un saluto
RispondiEliminaciao cari amici, grazie dei vostri commenti.
RispondiEliminaquesta esperienza nel deserto è stata proprio bella, tre ore di cammino nel buio e come unici riferimenti: il sole, le stelle e il bagliore del cratere gassoso. Quante spine nei piedi!!!
rug e paola
buongiorno!
RispondiEliminaper alcuni giorni ho disertato il vostro blog causa trasferimento a chioggia :) da una vostra cara amica...
sono rientrata ieri sera e stamattina, subito a leggervi!
dire che l'esperienza nel deserto è stata un'avventura incredibile è dire nulla.. chissà viverla..
continuo a dirvi e a pensare che il vostro viaggio, per come lo state facendo, è il viaggio che vorrei fare io se avessi più coraggio
non credo sarei riuscita a fare l'esperienza nel deserto di notte da sola, da soli
e quante cose avrei perso..
eh sì, mi fate riflettere sulla paura e sulle cose che non si vivono/vivranno/vivrebbero
nel cuore però mi è rimasto l'iran
ma il vostro viaggio non è ancora finito, chissà se nel mio cuore si farà posto qualche altro luogo a me sconosciuto e grazie a voi, conosciuto
questo è quel che riguarda me
mentre per voi
rimango senza parole
per il cratere, il fuoco, la notte, voi lì.
oh...
susanna
(ora continuo)
...e pensa che parlando con un giapponese che come noi ha camminato su quel deserto ha visto anche un serpente
RispondiElimina...io sarei morta!
comunque a volte è un viaggio anche mettersi alla prova e vincere le proprie paure